Relazione Conclusiva
LINEE GUIDA PER L’ATTUAZIONE DI UN PROGRAMMA DI SCREENING ORTOTTICO DELL’AMBLIOPIA
(Riferimento scientifico tratto da AIORAO- associazione italiana Ortottisti Assist. In Oftalmologia)
L’ambliopia è una patologia oculare tipica dell’età infantile, che comporta un deficit monolaterale o bilaterale dell’acuità visiva, non correggibile attraverso ausili ottici, quali gli occhiali, e che può diventare irreversibile se non diagnosticata in tempi utili al suo ripristino attraverso misure terapeutiche mirate. La diagnosi deve quindi avvenire entro il 6° anno di vita, periodo in cui il sistema visivo è ancora plastico e suscettibile di modificazioni e miglioramenti se trattato correttamente.
La diagnosi precoce di tale menomazione visiva può avvenire attraverso un programma di screening rientrante nell’ambito della prevenzione secondaria. Lo screening è un intervento sulla salute pubblica atto ad identificare i soggetti affetti da una determinata patologia ancora in fase asintomatica o subclinica; si prefigge quindi lo scopo di identificare precocemente le malattie presenti in una comunità, permettendo di attuare interventi terapeutici tempestivi in modo da ridurre l’incidenza di una condizione morbosa o delle sue conseguenze.
Soddisfando tutti i criteri per l’attuazione di uno screening stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla UK National Screening Committee e come già attuato in molti Paesi europei ed extraeuropei (tra cui Giappone, Norvegia, Finlandia, Francia e Canada) da alcuni decenni, un programma di prevenzione dell’ambliopia deve comprendere controlli su tutta la popolazione (anche nei casi di mancanza di sintomi, indicazione clinica o familiarità per la patologia) in primis all’età di 3-4 anni e quindi un ulteriore controllo a 6 anni di vita, come consigliato anche da diverse associazioni e società sia italiane che internazionali (tra cui l’American Academy of Ophthalmology, International Agency for thè Prevention of Blindness, Charming Italia e Brighi Futures).
Tali visite consistono nell’esame dell’acuità visiva per lontano e per vicino preferibilmente con un ottotipo lineare, quali ad esempio le E di Albini. Per incrementare la sensibilità, la specificità e quindi l’efficacia del programma di screening, senza aumentarne sostanzialmente i costi di attuazione, è utile eseguire in concomitanza all’esame dell’acuità visiva, altri test specifici quali:
il cover test, importante per la diagnosi di uno strabismo manifesto o latente;
lo studio della motilità oculare e della convergenza fusiónale;
l’esame della stereopsi, mediante ad esempio il test di Lang o il Titmus stereotest.
Questi esami sono considerati essenziali per l’identificazione di tutte le cause ambliopigene che possono presentarsi.
Un ulteriore primo controllo potrebbe essere eseguito all’età di 9 mesi, al fine di valutare subito eventuali asimmetrie, imparità o disallineamenti oculari, tutti sintomi di possibile insorgenza di ambliopia. A questa età si prendono in considerazione l’allineamento oculare, le reazioni monoculari (attraverso il test dell’occlusione e lo studio del nistagmo optocinetico), la motilità oculare e il test di Bruckner (test del riflesso rosso).
Importante all’interno di una valutazione di prevenzione a qualsiasi età è l’analisi anamnestica riguardo la presenza tra consanguinei di forme di strabismo, ambliopia o vizi di refrazione rilevanti, oltre che notizie sulla nascita e sullo sviluppo del bambino, l’eventuale prematurità, traumi ostetrici o infezioni perinatali, crisi convulsive e febbri elevatissime, tutti fattori predisponenti a disturbi visivi e oculomotori anche gravi.
Tali visite devono essere a titolo gratuito per tutti i partecipanti.
È da considerarsi positivo al test un bambino che:
all’età di 3-4 anni presenta un’acuità visiva inferiore a 8/10 in almeno uno dei due occhi o presenta risposte anomale ad almeno uno dei test;
all’età di 6 anni presenta un’acuità visiva inferiore a 10/10 in almeno uno dei due occhi o presenta risposte anomale ad almeno uno dei test.
L’esito anomalo ad uno degli altri esami (quali il cover test o l’esame della motilità) deve in ogni caso far considerare il bambino positivo al test di screening.
In caso di dubbi o incertezze sull’esito della valutazione, è consigliabile, anche da un punto di vista economico, ripetere l’esame di screening dopo un periodo di tempo variabile tra i 3 e i 6 mesi (a seconda della gravità del caso sospetto).
Tutti i soggetti riconosciuti quindi positivi devono essere inviati per accertamenti ad un centro oculistico – ortottico; è altamente sconsigliabile l’esecuzione di una valutazione diversa da quelle appena citate.
Gli accertamenti specialistici devono comprendere una valutazione ortottica approfondita, la valutazione della refrazione oggettiva in midriasi farmacologica con l’ausilio della schiascopia a striscia e dell’autorefrattometro, ed una valutazione oculistica composta da esame del segmento oculare anteriore e fundus oculi in midriasi al fine di escludere lesioni organiche. Nei casi in cui venga quindi riscontrata una reale anomalia, bisogna provvedere alla prescrizione dell’eventuale correzione ottica e/o alla presa in carico del paziente al fine di ottimizzarne il follow up per il corretto trattamento dell’ambliopia o di altre alterazioni oculari o oculomotorie.
Biella: Visite oculistiche di prevenzione ai bambini delle Scuole del Biellese, di Anna Zaninetta
Autore: Anna Zaninetta