Padre nobile della cultura e della pratica dell’inclusione scolastica, era solito usare spesso una parola, nel contempo così innocua eppure portatrice di una sfida di civiltà e umanità: “contaminazione”.
Quella contaminazione di idee, di culture e di cultura che fu sempre base del suo agire quotidiano e del suo insegnamento: semplice, chiara, ineludibile. Sfida silenziosa e fragorosa; tenace esempio di civiltà che insegna la convivenza, il rispetto, l’attenzione dovuti a ciascun essere umano senza distinzioni o discriminazioni.
Giovane docente di pedagogia speciale, il suo cammino ebbe inizio a Bologna, con quel suo libro, uno dei primi: “Il bambino che non sarà mai padrone”, magari allora non a tutti gradito, propugnatore di un modo diverso di stare a scuola, di vivere l’atto educativo, di promuovere l’istruzione innanzitutto come gesto di accoglienza, come passo da compiere verso l’altro, come apertura verso l’altro, in una contaminazione nella quale il Tu e l’Io diventano Noi.
La “diversità” che diviene punto d’incontro; motore e forza della comunità educante, fondamento di una società più giusta e più equa, capace di porre argine al pregiudizio derivante dalla condizione fisica, intellettiva, sensoriale, razziale, religiosa, sessuale di ciascuno di noi…
Quel giovane docente dell’Università di Bologna ho avuto la fortuna di apprezzare come professore, seguendo le sue lezioni di pedagogia speciale, fino ad avere il privilegio di preparare la mia tesi di laurea con lui in veste di relatore.
La mia attività e la mia professione mi hanno portato poi, immeritatamente, a lavorare con Andrea Canevaro e a nutrirmi della sua amicizia affettuosa e fraterna.
Un uomo dalla cultura profonda, dalla conoscenza sterminata, ma ancor di più dall’umanità inarrivabile…
Il suo incoraggiamento sapeva rendere più semplici le cose difficili. Il suo esempio riusciva sempre a dare forza e donare serenità. Il suo insegnamento arricchiva lo spirito e la mente.
Con la scomparsa di Andrea Canevaro il mondo accademico rimane più povero; la scuola perde un punto di riferimento fondamentale; la società tutta piange e rimpiange un uomo giusto, buono, competente, insostituibile. Un uomo e un Maestro che ha mostrato a noi e a tutti la via dell’inclusione, che ci ha esortato alla gioia della contaminazione delle idee, che ci ha spronato alla pratica della condivisione dei saperi e del sapere, che ci ha incoraggiato alla conoscenza quale veicolo di umanità.
Alla famiglia il nostro cordoglio profondo per la perdita di Andrea che lascia intorno a noi e dentro di noi un senso di vuoto e smarrimento che soltanto il ricorso alla sua parola, ai suoi scritti, al suo insegnamento potrà davvero colmare.
Ciao Andrea! Maestro di vita e di pensiero. Non ti dimenticheremo mai.
Andrea Canevaro
(Genova, 19 settembre 1939 – Ravenna, 26 maggio 2022) è stato un pedagogista e editore italiano.
Professore emerito dell’Università di Bologna e studioso di prestigio internazionale, fin dagli anni Settanta del XX secolo è impegnato sul fronte dell’inclusione sociale, con particolare attenzione ed interesse nell’ambito della disabilità e dell’handicap. È ritenuto il padre della pedagogia speciale in Italia, disciplina che lui stesso ha contribuito ad implementare e diffondere nel Paese. Il suo attivismo nei settori sopra segnalati e i grandi contributi dati con le sue ricerche e studi hanno fatto di lui una figura di riferimento riconosciuta a livello internazionale nel campo della pedagogia speciale e della disabilità.
Pubblicato il 14/06/2022.