Accesso ai contenuti web – il Presidente dell’Ebu afferma: “Una vergogna i piani dei governi europei”

Tre anni fa la Commissione Europea pubblicò una Proposta di Direttiva relativa all’accessibilità dei siti web degli enti pubblici. Pensammo che la proposta fosse troppo limitata e accogliemmo quindi con soddisfazione la decisione del Parlamento Europeo di adottare quasi all’unanimità, nel febbraio 2014, un testo fortemente modificato. Oggi rimaniamo stupiti nel vedere come i governi europei stiano svuotando di significato il contenuto della Direttiva.
Le discussioni proseguono a porte chiuse, in vista del prossimo Consiglio dei Ministri europei; tuttavia la recente bozza proposta dalla Presidenza del Lussemburgo [1] mostra l’intenzione dei governi dell’UE di negare a milioni di cittadini disabili europei l’accesso al contenuto digitale che ogni altra persona dà per scontato.
Le proposte suggeriscono, tra l’altro, di non rendere accessibili le app e i documenti scaricabili già esistenti (es. PDF, Word, etc.). Inoltre i governi vogliono restringere la definizione di “ente pubblico”, includendo solamente lo Stato, le autorità regionali e locali ed escludendo gli altri organismi di diritto pubblico. Anche i servizi intranet ed extranet sarebbero esclusi, penalizzando così in modo significativo il personale disabile.

“È vergognoso!” ha dichiarato il Presidente dell’EBU, Wolfgang Angermann. “I nostri governi stanno palesemente ignorando il nostro diritto umano fondamentale di accedere a informazioni, contenuti e servizi. Noi utilizziamo gli smartphone come tutti gli altri. Suggerire che le app dovrebbero essere escluse dal campo d’azione di questa direttiva delude non solo l’attuale generazione, ma anche le generazioni future di cittadini ciechi e ipovedenti. Ciò è inaccettabile”.
La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCRPD), ratificata dall’UE, contiene disposizioni dettagliate e vincolanti sulla parità di accesso all’informazione e alla comunicazione [2]. Oggi le app sono di gran lunga il modo più utilizzato per accedere ai contenuti online (in alcuni casi anche per le persone cieche e ipovedenti) e rappresentano il modo più facile e preferito di accedere ai contenuti. Inoltre le app sono già ampiamente utilizzate dai fornitori di servizi pubblici e di altro tipo per consentire l’accesso ai loro servizi, compresi quelli bancari, di trasporto e le utenze di base.
L’EBU, nella veste di organizzazione rappresentante gli interessi di 30 milioni di cittadini europei ciechi e ipovedenti, fa appello a tutti i Ministri europei affinché difendano i diritti di milioni di persone con disabilità. Facciamo altresì appello ai Membri del Parlamento Europeo affinché agiscano con fermezza per garantire a tutti i cittadini il pari diritto di accesso ai servizi pubblici e di altro tipo disponibili online. Sollecitiamo i legislatori a portare al tavolo delle decisioni le nostre raccomandazioni [3] e a lavorare con noi per garantire a tutti i cittadini un futuro inclusivo. “Da 3 anni attendiamo che i governi si accordino su una posizione comune.” ha ribadito il Presidente Angermann. “Stiamo ancora aspettando. Desidero tuttavia chiarire a tutte le parti che quanto si sta attualmente discutendo in seno al Consiglio non è adatto allo scopo.”

Note per i redattori
[1] http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-13204-2015-INIT/en/pdf [2] Si vedano, tra l’altro, gli articoli 4, 9, 21, 27, 29 e 30 della UNCRPD http://www.un.org/disabilities/convention/conventionfull.shtml
Il 4 Settembre 2015 la Commissione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ha pubblicato delle osservazioni sull’attuazione dell’UNCRPD da parte dell’UE, includendo l’accessibilità dei siti web delle istituzioni UE (vedi paragrafo 83)
http://www.edf-feph.org/Page_Generale.asp?DocID=13855&thebloc=34349
[3] http://www.euroblind.org/media/position-papers/EBU-recommendations-to-Council-public-sector-bodies-websites-directive-May-2014.doc

EBU: Chi siamo

L’EBU è un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro fondata nel 1984. È uno dei sei organismi regionali dell’Unione Mondiale dei Ciechi. L’EBU difende e promuove gli interessi delle persone cieche e ipovedenti in Europa. Attualmente opera in 44 paesi europei tramite una rete di organizzazioni nazionali di persone con disabilità visiva.

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