Cari candidati, vi ho ascoltati nella trasmissione del 16 settembre e, poiché tutti e 3 avete sollecitato la partecipazione attiva di espressione, pensiero e proposta, eccomi qui: ho apprezzato l’impegno che avete assunto di garantire un dibattito precongressuale e congressuale basato sul rispetto reciproco e, dunque senza ricorrere ad una propaganda volta al discredito tra i competitori; questo , però, non mi pare l’abbiate concretamente applicato da subito, perché avete parlato di un momento di grandi speranze tradottosi nell’elezione del presidente Barbuto, e, poi, una grande tempesta di fine estate del 2014 che avrebbe provocato dolore, delusione e, mi auguro, non altro, al candidato presidente Nicola Stilla; e qui comincio a disorientarmi: se vi rispettate e ci rispettate: perché usate la tattica del dire e non dire? io che non sono delegata, che per parecchi anni mi sono comportata solo da socia informata dell’Uici, che mi sono riavvicinata solo dopo le conclusioni del xii congresso da cui è nato il movimento uicirinnovamento, che, dunque, non ho partecipato a ipotetiche trattative, così come tanti altri che pure avranno seguito il vostro dire e non dire, cosa abbiamo dovuto arguire dalle sofferenze partecipateci dal candidato stilla, l’imbarazzo del presidente Barbuto, i sorrisi del candidato Simone? Ho capito che l’ipotesi avanzata dal presidente Barbuto di costruire una sintesi tra voi 3 per guidare l’associazione dal congresso ormai alle porte, fino alla completa definizione dello statuto sociale che sarà approvato in questa tornata congressuale, quindi per un tempo determinato tra i 20 e 24 mesi, non trova la disponibilità di Nicola Stilla che, come comunicato, farà conoscere il proprio programma di conduzione dell’Uici, dopo il 3 di ottobre, ma, per contro, non ho capito come, perché e da cosa si dissocia dall’attuale presidente per essere motivato a decidere di candidarsi in alternativa, così come non l’ho capito per Peppino Simone.
Io, come penso altri, avrei voluto sapere, visto anche che si discute di democrazia rappresentativa, o di presidenzialismo, se una tale discussione sia riferibile ad un concetto di apparato, ad un metodo di governo, all’introduzione di sostanziali azioni di trasformazione dell’associazione da struttura rigida e piramidale in una Uici che si apre a tutte le istanze associative del pianeta disabili, ma anche a tutte le organizzazioni sociali, sindacali, datoriali; avrei gradito capire in quale misura verranno valorizzati tutti i consigli dal nazionale ai sezionali cui, invece del potere propositivo e deliberativo, viene, tranne poche eccezioni, assegnato un ruolo ratificatorio; mi sarebbe piaciuto sapere cosa si pensa di fare per tutelare tanti di noi di fronte alla continua violazione delle leggi in materia di autonomia, mobilità, lavoro, ecc.
Personalmente mi sono impegnata nuovamente nell’Uici e, nella fattispecie, nel consiglio provinciale della sezione di Napoli dove vivo ed ho aderito alla proposta di candidarmi in aprile perché mi riconoscevo nel programma della lista guidata da Mario Mirabile che oggi è il presidente e con il quale posso lavorare senza nascondere convergenze e divergenze; attualmente mi sono resa disponibile per la candidatura al consiglio nazionale, perché mi riconosco nel modo di lavorare dell’attuale presidente Barbuto del quale auspico la riconferma; tuttavia, indipendentemente dai risultati delle elezioni del consiglio, sarò presente per qualsiasi contributo che mi verrà richiesto ma a patto che chi dirigerà la nave, lo farà da timoniere e non da padrone.
Silvana Piscopo