Lo Statuto…. questo disatteso, sconosciuto, a volte ambiguo strumento. Consapevole del suo importante motivo di essere rimango perplessa dalla concertazione in fase di riforma e adattamento, con grande affanno pre e intra congressuale.
Passata l’approvazione per la maggior parte del tempo rimane chiuso nel suo cassetto o file; a parte qualche dirigente scrupoloso o cultore non viene molto considerato, se non nei suoi punti necessari per la quotidianità operativa.
Finché va tutto bene!!! Al momento in cui si verifica una diatriba, un intoppo o una situazione non favorevole ad una certa corrente, ecco che ci si ricorda che c’è.
Esiste lo Statuto!!! Lui dirimerà la querelle!! Invece no… si peggiora!!! Perché, forse non lo sapete, ma lui è…. elastico, adattabile, ha la forma dell’acqua. Il significato di un articolo può variare in base alle opportunità e se una persona evidenzia un problema, il problema diventa quella persona e non si risolve il nodo iniziale; ci si perde nei meandri interpretativi, influenzati da emotività, rivalse e ripicche, uno contro l’altro armati. Sterili perdite di tempo e di sostanza. Le norme dovrebbero essere chiare, nette, precise.
Che il nuovo Statuto abbia sì la forma dell’acqua, ma intesa nella sua accezione di adattabilità ad ogni circostanza, una versione da bere senza possibilità di inquinamenti personalistici, in modo da soddisfare all’uopo sete di chiarezza, merito e sostanza e, poi, mettiamolo nello shaker ed uniamo uno spruzzo di volontà, di spirito associativo, due gocce di buon senso, un pizzico di passione, aggiustiamo con una dose di onestà e correttezza, scecheriamo, gustiamolo insieme, da qui al prossimo Congresso ed oltre…. possibilmente!
Statutando, di Luciana Pericci
Autore: Luciana Pericci