Qualche considerazione su “Labuonascuola” che, in vero, tanto buona non mi pare.
Dopo la fase delle presentazioni molto ad effetto, le consultazioni diffuse in rete, i documenti redatti da studenti, insegnanti, direzioni scolastiche regionali, le grandi speranze alimentate per i numeri rilevanti di assunzioni ed altro ancora, il d.d.l targato Renzi-Giannini, è approdato in Parlamento ed è nel pieno della discussione che, ci auguriamo, ne migliori i punti di criticità.
Ho dato una lettura un po’ veloce all’intero disegno di legge e sono alquanto preoccupata per come viene affrontato il capitolo “inclusione degli allievi con disabilità”
Quali, in sintesi, le ragioni di tali preoccupazioni?-si parla di educazione inclusiva e, certamente, tale principio dovrebbe esaltarmi, non solo perché includere significa creare tutte le condizioni favorevoli per la crescita armonica ed omnilaterale delle persone con disabilità visive e in generale, valorizzarne le capacità cognitive, espressive, creative, relazionali, operative, ma anche perché una scuola inclusiva, allineandosi agli orientamenti educativi e formativi di altri paesi della U.E., dovrebbe aprire anche ai nostri ragazzi ciechi ed ipovedenti prospettive di vita e di lavoro più ampie e proporzionate alle capacità e desideri di indipendenza personali;
e, allora, cosa c’è che non va?
non va il fatto che una così importante scommessa è affidata, ancora una volta, alle prestazioni dei docenti di sostegno senza alcuna puntualizzazione sui contesti classe, consigli di classe, coordinazioni laboratoriali e quant’altro costituisce il corpo teorico e pratico dell’inclusione. Nulla di concreto ho trovato, nel corso della lettura, sul cosa e come innovare per rendere pienamente accessibili laboratori, biblioteche, aule multimediali e tutto quanto costituisce base concreta alla crescita formativa, culturale e relazionale dei nostri studenti, ma in generale di tutti i ragazzi in età scolare dall’infanzia all’adolescenza;
attraversando articoli, commi e richiami a precedenti leggi, nonostante le varie indicazioni di finanziamenti per l’edilizia, nulla viene esplicitato per il superamento delle barriere architettoniche; l’elenco di quello che non ho trovato e che avrei voluto o meglio, dovuto, stante la sostituzione del termine integrazione scolastica con quello di inclusione, è ancora lungo e non riportabile in uno spazio, coerentemente limitato di un contributo al giornale: mi resta, dunque, solo un accorato appello a tutta la forza dell’Uici perché assuma una iniziativa politica significativa con un confronto con il governo, la commissione cultura della camera, affinché questo disegno di legge, nel corso del dibattito parlamentare, venga emendato, magari anche attraverso il recepimento di parti significative della proposta di legge Fand e Fish già da tempo giacente in parlamento. :
Contributo dei lettori, di Silvana Piscopo
Autore: Silvana Piscopo