Lunedì 6 ottobre
Manifestazione davanti al Comune: l’Unione Ciechi accanto a molte altre realtà
Lunedì 6 ottobre la sezione torinese UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) scende in piazza per difendere il diritto alla mobilità accessibile, gravemente minacciato dai tagli dell’amministrazione comunale. Torino, che per decenni ha consentito alle persone cieche di spostarsi in autonomia e sicurezza (diventando un modello a livello nazionale) negli ultimi tempi ha fatto un brusco salto all’indietro. Nel 2012 infatti è stata approvata una delibera che ha drasticamente cambiato il servizio di buoni taxi per ciechi, riducendo il numero di buoni erogati e vincolandone la concessione alle fasce di reddito ISE. I criteri di applicazione non sono equi e a farne le spese sono soprattutto i ciechi lavoratori, costretti a spendere gran parte del loro stipendio (fino a 600 Euro mensili) per raggiungere il posto di lavoro. Una situazione paradossale, che disincentiva l’inserimento occupazionale (già di per sé difficile) dei disabili visivi.
A distanza di un anno e mezzo dall’ultima manifestazione (era il 13 maggio 2013) purtroppo non è cambiato quasi nulla. L’iniziale disponibilità dell’amministrazione, con la mediazione del sindaco Fassino e l’istituzione di un tavolo di concertazione tra Comune e associazioni di disabili, aveva fatto ben sperare. Ma negli ultimi mesi c’è stato un nuovo irrigidimento, che ha finito per vanificare anche i piccoli risultati faticosamente ottenuti nell’autunno 2013.
Per questo il presidente UICI Torino Giuseppe Salatino ha deciso di chiamare tutti i soci a raccolta. L’appuntamento è per lunedì 6 ottobre (ore 15) davanti al Comune (piazza Palazzo di Città). Accanto all’UICI, ente capofila, sostengono la manifestazione numerose associazioni di disabili, anch’esse interessate dai problemi della mobilità: ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), ATE (Associazione Traumi Encefalici), CP (Coordinamento Paratetraplegici), UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Associazione “Claudia Bottigelli”, HP (Associazione Handicap e Sviluppo).
Come già affermato in molte altre occasioni, il presidente UICI Torino torna a ribadire che «la nostra non è una battaglia per il taxi. Conosciamo benissimo l’attuale situazione di crisi e siamo disponibili a fare sacrifici. Se il taxi è troppo costoso si possono trovare altre soluzioni, ad esempio i servizi di trasporto collettivo porta a porta, senza trascurare la possibilità di accedere ai mezzi pubblici con l’aiuto di accompagnatori. Non pretendiamo la gratuità, né ci aspettiamo dal Comune la stessa compartecipazione garantita in passato. Però non accettiamo una politica che condanna i ciechi a restare segregati in casa. Abbiamo il diritto di muoverci in autonomia e sicurezza, a costi accettabili e non esorbitanti».
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