Riportiamo con piacere l’intervista al nostro socio Filippo Bompani pubblicata sul settimanale della Diocesi di Carpi “Notizie” lo scorso 20 luglio, a seguito della sua partecipazione alla maratona organizzata per celebrare il Giubileo degli sportivi.
“Il carpigiano Filippo Bompani, giovane paralimpico, al Giubileo degli sportivi con la staffetta degli atleti modenesi. Si rinnova il binomio sport e spiritualità, grazie al Giubileo degli sportivi, che ha visto una quarantina di atleti della provincia modenese misurarsi in una staffetta di oltre 400 chilometri che li ha portati, a metà giugno, dal Duomo di Modena fino a Roma. Quattro tappe da circa 100 chilometri l’una, con numerose associazioni e realtà rappresentate, grazie a partecipanti amatoriali e non. Nell’ultima, in particolare, si è segnalata la presenza del giovane Filippo Bompani, carpigiano, studente universitario, e atleta paralimpico non vedente dalla nascita. Filippo si è messo in gioco completando un percorso di 9 chilometri, che lo ha portato da Montefiascone a Viterbo, accompagnato dalla guida Leandro Manrique, in un percorso che lo ha messo alla prova ma che ha condotto brillantemente a termine.
Filippo, cosa ti ha spinto a partecipare alla staffetta?
Semplicemente me l’hanno proposto. Ho subito accettato data la mia passione per la corsa e perché si prospettava un’esperienza unica, con tantissime persone di tutte le età. Alla fine avevo ragione: è stato bellissimo.
Com’è nata la tua passione per la corsa?
Nasce dalla corsa campestre a cui ho partecipato nel 2018 con la scuola. Dopo questo evento mi sono fermato per un po’, ma quando ho saputo di questa maratona ho ripreso subito ad allenarmi e correre, preparandomi al meglio. Inizialmente con mio papà al campo d’atletica di Carpi, successivamente a Modena con i ragazzi dell’associazione Run Different. Lì è pieno di tante persone gentilissime che mi danno una mano a correre facendomi da guida, tuttora sono in contatto con loro grazie a dei gruppi Whatsapp dove ci sentiamo molto spesso e coltiviamo i rapporti che si sono creati correndo. Torneremo a correre insieme a settembre, quando riprenderanno le attività sportive.
Che cosa provi quando fai sport?
Sicuramente mi sento molto rilassato, correre mi fa scaricare e svagare, è un’ottima valvola di sfogo. Quando posso faccio anche nuoto, anche se non è sempre facile far coincidere gli impegni sportivi con quelli universitari. Un’altra delle cose più belle della corsa e che contribuisce alla mia rilassatezza è che sono legato alla mia guida con un elastico o un cordino, che mi permette di seguire e stare al passo con chi mi accompagna.
Che tipo di rapporto si instaura con la propria guida?
Non necessariamente è sempre la stessa, infatti ne gli allenamenti al campo di Modena la cambiavo spesso, dato che c’erano tante persone volenterose che si offrivano di accompagnarmi, facendo a turni. Il rapporto con Leandro, ovvero la guida che mi ha accompagnato nella maratona giubilare, è una bellissima amicizia che ci lega da anni, sin dal 2018. L’ho conosciuto da educatore del centro estivo che frequentavo, ed ora abbiamo uno splendido rapporto: usciamo spesso a cena insieme, siamo stati di recente in vacanza ed è stato mio accompagnatore in Erasmus.
Che cosa significa per te lo sport a fronte della tua disabilità?
Io sono uno che non si tira mai indietro. Quello che c’è da fare lo faccio senza pensarci su due volte, perché penso che provare ogni sfida nuova sia la cosa migliore. Questo non vale solo per la corsa, è un concetto che applico anche a nuoto ed equitazione, ovvero gli altri due sport che ho praticato. Ritengo che tenersi attivi, anche a livello sportivo, sia la cosa più giusta. Qualsiasi difficoltà si possa avere è da provare a gestire e da affrontare nel migliore possibile dei modi, senza piangersi addosso o abbattersi. Questo è il mio stile e questo è il significato dello sport per me, perché io sono fatto così.”
Di Pietro Paulo Spigato