Il 27 luglio 2025 non segna solo il traguardo di un’impresa sportiva, ma l’inizio di un nuovo modo di percepire il mondo “con altri occhi”.
Dal 24 al 27 luglio, tra il territorio mantovano e quello ferrarese, si è svolto “Il Po Invisibile”, un progetto sportivo, riabilitativo e formativo unico nel suo genere, che ha intrecciato cuore, passione, coraggio e condivisione, per raccontare il mondo della disabilità visiva attraverso lo sport. Questo viaggio lungo “il grande fiume”, da San Benedetto Po a Ferrara, ha rappresentato un’esperienza autentica e trasformativa, in cui lo sport si è fatto linguaggio universale di inclusione, resilienza e scoperta.
Cinque atleti ciechi e ipovedenti del ferrarese: Silvia Bonifacio, Giada Petroccia, Giovanni Tuè, Massimo Sicchiero e il promotore dell’impresa Alberto Burgio – guidati dagli istruttori federali di paracanoa Fabrizio ed Elena Celtini, hanno affrontato la discesa in canoa singola, sfidando le insidiose acque del Po. Lungo tutto il percorso, l’assistenza logistica di Elena Bacillieri a bordo del suo camper, ha garantito supporto e sicurezza.
“Siamo felicissimi di aver partecipato a questo progetto. Abbiamo migliorato la fiducia in noi stessi e dimostrato di poter realizzare qualcosa di grande pur avendo una disabilità visiva. La disabilità non deve fermarci ma spingerci a fare di più e fare meglio” hanno dichiarato gli atleti.
Il progetto ha superato i confini della semplice attività sportiva: è stato un cammino condiviso, un ascolto profondo della natura e dei luoghi, un dialogo tra sensi, persone e territori. Gli atleti che si sono allenati con impegno per mesi in acque più tranquille, non si sono limitati a compiere un’impresa fisica particolarmente coraggiosa, ma hanno voluto sfidare e percepire ogni “respiro del grande fiume”, il calore della terra e la voce dei luoghi esplorati, dimostrando che si può “vedere con tutti i sensi e anche con il cuore”.
“Ricordo che durante l’interminabile traversata in canoa, chiedevamo ripetutamente all’istruttore quanto mancasse… – dice Massimo Sicchiero – E Fabrizio, con la voce da GPS guasto ma sicuro di sé, ci ripeteva il suo mantra motivazionale: “Un paio di chilometri e ci siamo!”, anche se il traguardo era ancora un miraggio all’orizzonte, così si continuava a pagaiare”!
Le tappe previste sulle rive, hanno arricchito il valore e il significato profondo dell’iniziativa.
Il trascinatore del Gruppo, Alberto Burgio, non vedente, dichiara: “È stata un’esperienza impegnativa ma grandiosa in tutti i sensi, a partire dalla località di partenza nel mantovano, San Benedetto Po che, con le sue specialità gastronomiche, il Polirone e la basilica millenaria, ci ha donato uno spaccato storico-culturale, conviviale, spirituale e una splendida accoglienza grazie all’ospitalità offerta dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Mantova con la Presidente Mirella Gavioli, i consiglieri Laura Luglio e Roberto China, alla considerazione ricevuta dal sindaco Roberto Lasagna e dagli assessori allo sport Antonio Bernardelli e alla cultura e politiche giovanili Vanessa Morandi, per non parlare dell’entusiasmante supporto del gruppo scout locale che a sorpresa, ci ha garantito un imbarco sicuro e organizzato nonostante la pioggia. Tutti elementi che, insieme al clima amichevole di cui siamo stati “inondati”, hanno dato la spinta migliore per partire”.
Superata indenni, un po’ stanchi ma felici, la prima tappa, il gruppo è arrivato a Bergantino nel rodigino, e lì l’incontro con la comunità, tra cui il sindaco e i rappresentanti dell’associazione ambientalista Airone, e la visita al Museo delle Giostre che ha reso la sosta particolarmente gradevole. Anche a Ficarolo, l’abbraccio del paese e la presenza dell’associazione AVIS comunale, operante nell’attività di pet therapy con animali ESA (Emotional Support Animals), hanno coinvolto il gruppo che si è trovato piacevolmente “sospeso tra memoria e futuro”.
Infine, Ferrara da cui è partito il tutto, ha accolto il gruppo come un porto d’arte e cultura, suggellando l’impresa con la sua bellezza silenziosa. Qui, ogni traguardo ed ogni racconto è diventato poesia ed energia da condividere con amici, sostenitori, autorità e cittadinanza.
“Il Po Invisibile” non è stato solo un evento sportivo, ma un potente messaggio di apertura, consapevolezza e fiducia nelle potenzialità di ciascuno. Ogni incontro lungo il tragitto, ha generato dialogo e connessione, superando barriere e paure visibili e invisibili.
Questo viaggio non rappresenta un arrivo, ma un punto di partenza. Un invito ad abbattere muri, costruire relazioni e promuovere una società più inclusiva, in cui lo sport sia più praticato ed accessibile a tutti.
Perché l’invisibile, quando viene condiviso, si illumina. Perché lo sport, quando è inclusivo, diventa rivoluzione. Ogni pagaiata compiuta insieme, è stata una spinta concreta verso un orizzonte più consapevole ed umano.
“Un ringraziamento speciale va in primis ai ‘capitani coraggiosi’ Fabrizio ed Elena Celtini per l’impegno e la rassicurante motivazione che ci ha accompagnati pagaiata dopo pagaiata, – dicono gli atleti – e a tutte le persone, gli enti e le istituzioni che hanno creduto in noi, ci hanno sostenuto rendendo così possibile questa impresa che rappresenta oggi una soddisfazione collettiva. Ringraziamo le Presidenti dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Mantova Mirella Gavioli e di Ferrara Alessandra Mambelli per l’amicizia e il prezioso supporto, il Canoa Club Ferrara nella persona del suo presidente Paolo Paramucchi per l’apertura e la disponibilità, Elena Bacillieri indispensabile spalla logistica, il sostegno economico di I.RI.FOR consiglio regionale U.I.C.I. Emilia Romagna, il Rotary Club di Ferrara, gli sponsor Pastificio Bondi, ristorante pizzeria Nonno Papero, tutti i donatori che ci hanno sostenuto attraverso la raccolta fondi lanciata sulla piattaforma Gofundme. Un grazie sentito allo studio “Graficc di Cristian Carletti” di Francolino per la realizzazione grafica del progetto e dei gadget. Grazie di cuore a chi ha creduto in questo sogno, lo ha sostenuto con un gesto o facendo semplicemente il tifo, accompagnandoci e pagaiando materialmente o virtualmente insieme a noi per raggiungere traguardi prima inimmaginabili. “Il Po Invisibile” è oggi un simbolo di crescita personale e collettiva, di un’umanità inclusiva che auspichiamo sempre più contagiosa.”