Siamo un po’ più poveri da quando ci ha lasciato Eugenio Saltarel, qualche ora fa, nel primo pomeriggio di martedì 16 luglio.
Insieme abbiamo fatto un bel tratto di cammino associativo, con tanti valori comuni e una totale libertà di pensiero che, a volte, ci trovava a confrontarci con tesi diverse e a immaginare soluzioni non sempre in sintonia.
Dai tempi tanto lontani dell’occupazione del Chiossone a Genova, nel marzo del 1971, spalla a spalla sui gradini d’ingresso a fronteggiare le forze dell’ordine, per arrivare, in tempi meno antichi, ai Congressi del 2010 e del 2015, a lavorare insieme per l’affermazione delle nostre ragioni comuni.
Sei stato, Eugenio, l’ultimo componente dell’ufficio di Presidenza nazionale, poi cancellato dallo Statuto.
Sei stato, Eugenio, l’assiduo compagno, presente almeno tre giorni la settimana, a supportare, per cinque anni, il nostro lavoro in via Borgognona e a tamponare, non di rado, qualche mia assenza di troppo.
Sei stato, per tutti noi, “il signor Eugenio!”. Certo in segno di rispetto, ma anche e soprattutto quale manifestazione di affetto e simpatia verso di te.
Ed è con rispetto, affetto e simpatia;
è con il cuore pulsante dell’Unione che, a nome di tutti gli amici vecchi e nuovi della Direzione e del Consiglio nazionale;
a nome di tutti i presidenti, dirigenti, soci d’Italia che ti offro un abbraccio sincero e un saluto nel modo con cui solitamente ti salutavamo:
“ciao, signor Eugenio!”.