Il presidente Cionna: “Opera pericolosa senza percorsi tattili”
“Ancora oggi, a 30 anni dall’approvazione delle leggi sull’abbattimento delle barriere architettoniche, siamo costretti ad alzare la voce perché vengano applicate, perché i diritti delle persone con disabilità e la loro mobilità in autonomia siano semplicemente rispettati”.
Il presidente della sezione territoriale di Ancona dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, Andrea Cionna, interviene sui lavori per il rifacimento di piazza Pergolesi a Jesi e sulla mancata realizzazione di percorsi tattili che consentirebbero anche alle persone non vedenti di muoversi in libertà senza rischiare incidenti.
Il ‘caso Jesi’ era stato sollevato da Ivo Mercuri, geometra comunale oggi in pensione, che con una lettera indirizzata agli amministratori comunali aveva evidenziato la mancata applicazione dei piani Peba: i piani di eliminazione delle barriere architettoniche la cui adozione era stata annunciata proprio dal comune di Jesi nel maggio del 2018.
“Ci si impegna nella stesura dei Peba – sottolinea Cionna – ma poi, sul pratico, quando bisogna intervenire per rendere più semplice la vita dei cittadini con disabilità, le aspettative vengono disattese. Come nel caso della piazza: le nuove panchine sono un pericolo per i non vedenti, se non c’è la possibilità di segnalarle attraverso percorsi tattili. Perché non si è proceduto in questa direzione?”.
“Stesso problema – prosegue il presidente – riguarda la sistemazione dei semafori sonori. Ma quello che indigna di più è il rifacimento della piazza anche perché in corso d’opera gli interventi hanno un costo minore e non capiamo il motivo di tale immobilità. Questa sezione territoriale invita gli amministratori comunali a spiegare i motivi che hanno condotto alla scelta attuale e a rivedere il progetto in modo da inserire gli indispensabili strumenti per garantire l’adeguata fruibilità della piazza a tutti i cittadini. Comprese le persone con disabilità visiva”.
I piani di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba) sono gli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi per il raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini. Introdotti nel 1986 e integrati con la legge 104 del 1992, che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani, sono lo strumento individuato dalla nostra normativa per monitorare e superare le barriere architettoniche presenti sul territorio. Il Piano, di cui ogni comune dovrebbe già essersi dotato da tempo, può riguardare edifici pubblici o porzioni di spazi pubblici urbani come strade, piazze, parchi, giardini ed elementi di arredo urbano.