Importanti tematiche hanno animato, presso la Biblioteca Nazionale di Cosenza, nella mattinata di martedì scorso, 21 febbraio, in occasione della X Giornata Nazionale del Braille, un simposio, durante il quale è stato anche presentato un volume, elaborato da Antonio Modaffari e dedicato alla figura di Giovani Paolo II, stampato con i caratteri dei “magici puntini”. In rappresentanza dell’UICI, presente il Consigliere Nazionale Annamaria Palummo, il Presidente regionale Pietro Testa e quello della Sezione cosentina Pino Bilotti.
“Un momento di sensibilizzazione, informazione, riflessione sulla tematica dell’integrazione, avente nell’accesso autonomo alla conoscenza, da parte di coloro i quali non hanno la possibilità di accarezzare la luce e i colori del mondo, il punto di svolta verso una vera presa di coscienza inerente all’esistenza, che si evolve nella rigogliosa realtà dell’immanenza”: con tali parole la dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ha compendiato le tematiche che hanno principalmente animato la tavola rotonda tenutasi, presso la Biblioteca Nazionale di Cosenza, nella mattinata di martedì scorso, 21 febbraio, in occasione della X Giornata Nazionale del Braille. Un incontro, promosso dalla summenzionata Biblioteca e dall’editore Demetrio Guzzardi, realizzato grazie anche “all’opera di tanti cari amici vicini all’Unione, come Salvatore Vainieri – spiega la dottoressa Palummo –, e che si inserisce nel quadro delle iniziative che ogni anno, in occasione del giorno dedicato al metodo di letto-scrittura per i non vedenti, punteggiano, è proprio il caso di dirlo, tutto il territorio nazionale. Un metodo plasmato dal genio di Louis Braille; un genio che aveva un sogno, quello di emancipare i non vedenti dalla condizione di minorità in cui la società li aveva relegati e aprire loro gli orizzonti dello scibile umano; un sogno di autonomia e umanità che è diventato realtà”. Una realtà andante oltre i magici puntini che, attraverso i polpastrelli, rendono possibile a chi non vede i miracolo della lettura e, per mezzo di appositi dispositivi, quali tavoletta e punteruolo, dattilo-braille, barra braille, stampante braille e altri, anche della scrittura. Un vero miracolo per una categoria di donne, uomini, ragazzi altrimenti esclusa da alcuni fondamentali ambiti in cui trova piena elevazione la dignità umana; un miracolo che si ripete ogni giorno sotto le mani di tante sorelle e fratelli; un miracolo che unisce, che rende tutti, anche noi vedenti, più liberi. Una bellissima mattinata, insomma, resa ancor più importante dalla presenza di una delegazione di studenti del Liceo Scientifico “E. Fermi”, che ha partecipato a un simposio rivelatosi copioso di contenuti, in cui s’è parlato non solo di diritti e integrazione, ma di Umanità, nel senso pieno della sua complessa accezione: Umanità quotidiana, vera, tangibile. Quell’Umanità, che ha rappresentato la passione, il mezzo e il fine della vicenda umana, spirituale e pastorale di San Giovanni Paolo II, sulla cui opera il giovane giornalista Antonio Modaffari ha scritto un interessante e articolato saggio, che, essendo stato stampato anche in braille dallo staff di Radio San Marco Scalo, guidato dal già citato Salvatore Vainieri, è stato presentato dall’autore e dall’editore Demetrio Guzzardi nel corso della manifestazione, che ha registrato, oltre a quella del Consigliere Nazionale dell’UICI Annamaria Palummo, la partecipazione di Rita Fiordalisi, Direttore della Biblioteca Nazionale di Cosenza, di Aquilina Miletti, presidente del Consiglio Comunale di San Marco Argentano, e di Pietro Testa, Presidente regionale dell’UICI Calabria. Relatori autorevoli, che hanno carpito l’interesse del pubblico in sala, ove era presente anche Pino Bilotti, Presedente provinciale dell’UICI di Cosenza. “Dopo anni di duro lavoro – ha affermato Annamaria Palummo – quest’anno constato un fatto positivo, ovvero una più marcata condivisione delle tematiche riguardanti l’integrazione dei disabili visivi, a cui l’UICI dedica la sua attività, con realtà diverse, che, ognuna dalla propria prospettiva, vivono la complessità dei nostri tempi. Oggi noi siamo stati invitati a parlare della dimensione inerente al braille e alle opportunità che esso ha aperto a noi ciechi e ipovedenti: questo significa che la comunicazione interattiva instaurata con il mondo associativo e istituzionale, oltre che con la società nella sua interezza, funziona e inizia a dare risultati; una comunicazione interattiva su argomenti che ci accomunano, come la cultura, il sapere, la possibilità di entrare nel mondo del sapere anche attraverso le nostre modalità, quali appunto il braille. Quest’anno abbiamo incentrato la nostra discussione proprio su tali tematiche, ritenendole fondamentali ai fini di una piena comprensione della dimensione inerente all’approccio tra cecità e conoscenza. E’ importante parlare di tali questioni, in tali termini, anche perché la forma per noi non c’è: c’è la sostanza, fatta di relazioni amicali, di solidarietà, di passione, di quei grandi valori che l’UICI promuove, ponendo sempre al centro il diritto per la nostra svantaggiata categoria di avere una vita normale, fatta di opportunità, di possibilità che devono riguardare tutti noi ciechi e ipovedenti. Questo è il grande tema che impegna la nostra associazione: il tema della legittimazione della conoscenza del mondo attraverso i sensi, esclusa la vista; quella conoscenza che apre alla vita, che rende protagonisti di una vita normale, che rende pienamente cittadine e cittadini. Questioni di cui parlare, soprattutto ai giovani: mi ha, perciò, fatto estremamente piacere il fatto che oggi alcuni ragazzi abbiano partecipato alla nostra iniziativa; nella fattispecie, si tratta di alcuni studenti del “Fermi”, impegnati in un Progetto, promosso dalla sede UICI di Cosenza e dal Presidente Bilotti, di alternanza Scuola-Lavoro nell’ambito della nostra associazione. Grazie a tale progetto questi ragazzi capiranno cosa vuol dire vivere accanto a un cieco, apprenderanno che cosa serve a un cieco, impareranno come si sviluppa la fantastica esperienza della conoscenza attraverso il tatto, della lettura attraverso il Braille, ma non solo, essendoci dietro a questi processi tante altre categorie analitiche da sviluppare. Ripeto: è necessario fare uscire queste tematiche al di fuori dei nostri contesti abituali, e, in questo senso, quello di oggi è stato un bellissimo momento di cultura e di formazione, quanto meno per immaginare un futuro migliore Un futuro che dipende dall’impegno di tutti, di noi associati dell’UICI e di tutta la società, a partire, per l’appunto, dai giovani. In questa fase storica, del resto, occorre non solo salvaguardare i diritti formalmente già acquisiti, bensì impegnarsi affinché tali diritti assumano una dimensione effettiva, capace di volare oltre il mero schema analitico ruotante attorno a concetti quali esclusione, inclusione, assistenza e protezione: il disabile, nel nostro caso il disabile visivo, non deve sentirsi né escluso né protetto, ma deve considerarsi cittadino, lavoratore, studente, alla stregua di tutti gli altri membri del nostro consesso sociale. Questa è, questa deve essere – ha concluso il Consigliere nazionale – la nostra missione”. Parole che hanno emozionato la platea: emozione suscitata anche dalla lettura in braille di alcuni brani del libro di Modaffari eseguita dal Presidente Regionale Testa e seguita con attenzione dagli studenti presenti, i quali, al termine della manifestazione, hanno mostrato grande interesse anche verso la mostra bibliografica, spiegata loro dalla direttrice Fiordalisi, dedicata al patriota calabrese Vincenzo Federici e al Risorgimento calabrese. Una giornata intensa, insomma, resa unica dalla magia del Braille. La magia del Braille… oltre il buio della sofferenza, la Luce della conoscenza, che si trasfigura in coscienza: coscienza del proprio Essere, coscienza del Mondo in cui agire, in cui sorridere, in cui vivere.