“E’ ormai parte della nostra cultura l’abitudine di camminare per strada e recarci nei nostri luoghi di studio/lavoro, concentrati esclusivamente sugli impegni da svolgere durante la giornata e non badando a ciò che accade intorno a noi.
In tal modo, se da un lato siamo sicuramente in grado di essere attori protagonisti di questa runing society, dall’altro perdiamo però la consapevolezza di essere parte di un qualcosa più grande che ci circonda; un qualcosa chiamato universo, un qualcosa costantemente minacciato dalla superbia che ci fa credere perno attorno al quale l’ecosistema deve girare con spirito di sottomissione e del quale ci si può servire, per prelevare risorse (come in un supermercato), sino ad esaurimento scorte”.
Corre felice il bambino nel prato; tutt’intorno sbocciano fiori, mentre dal torrente saltano pesci e sui nidi cantano gli uccelli.
Quanti colori, quanti profumi!
Le stelle danzano in cielo; il vento soffia leggero. viviamo in un mondo che è pura magia; possediamo ricchezze delle quali mai ci accorgiamo:
Dovrebbe bastare questo per capire che siamo speciali!
E tuttavia desiderare, desiderare sempre di più, anche a costo di sopprimere l’altro, ci insegna la moderna società consumista/arrivista. si fa largo dunque l’odio; prende piede la voglia di scontrarsi; tornano le manie di protagonismo e superiorità!
La guerra?
Il cupo rullare dei tamburi è ripreso ormai da giorni; le Potenze mondiali sono costantemente ad un passo dallo scontro; armamenti sempre più terribili lasciano una scia di morte e distruzione, che neppure i moderni scenari apocalittici avrebbero creduto realizzarsi.
Si dice che la storia insegna. Non sono passati poi così tanti anni dalle brutalità ereditate dalla seconda guerra mondiale.
Forse allora la questione è un’altra:
forse a costo di essere i vincitori, i primi, i padroni di tutto, siamo disposti anche ad anientare il Prossimo e sottrargli tutto ciò che gli appartiene?
Che all’apparenza l’umiltà sia segno di debolezza sarà pur vero…quanta gloria se ne ricava però imparando a cogliere le piccole gioie!
“Ma davvero? fammi un esempio!”, mi ha detto un amico qualche giorno fa.
“Stringi la mano della tua ragazza, o quella di uno dei tuoi amici, o dei tuoi familiari! Non è come possedere già tutto, quando hai il loro amore?
È vero…soldi e benessere contribuiscono alla serenità. Siamo sicuri però che così il mondo non si trasformi in un’entità astratta dove a regnare è solo l’apparenza?
Io parto sempre dalla mia storia. Certamente ci sono tanti ostacoli da superare; certamente vedere e girare da solo dappertutto, guidare una macchina, non dover chiedere niente a nessuno l’avrei preferito!
Ci sono comunque tantissime altre cose che nella vita sono belle…alcuni esempi li ho citati sopra.
Coglierle e apprezzarle non è facile, ma forse più per la nostra stupidità, che per una reale difficoltà.
Arrabbiamoci pure, se qualcosa non va! È normale…credo sia anche giusto!
Divenga però parte della nostra cultura la gratitudine per quello che viviamo ed abbiamo, perché è un dono gratuito, perché è di per se la vita un regalo da custodire e non da gettare nel primo bidone della spazzatura che si incontra lungo la strada”.
Gabriele Sacchi