Pioviggina e fa freddo, quando insieme a Simona, munite di un’artistica tombola e dei conseguenti premi per le scommesse, lascio casa mia per raggiungere la sede provinciale, dove spero d’incontrare i soci per scambiarci gli auguri di un Santo Natale. tremando per qualche brivido, non lo dico, ma penso che pochi si muoveranno di casa con questo tempo così umido.
Quando qualcuno ci apre, invece, ci raggiungono voci allegre che ci accolgono festanti, contenti di essersi mossi per giocare insieme.
Dopo qualche chiacchiera di benvenuto e l’aggiunta di un tavolo e qualche sedia per far posto a tutti, , la seconda edizione di (Natale insieme giocando) inizia con la chiamata dei numeri e la voglia di star bene insieme in un posto che, per qualche ora, ognuno riesce a sentire suo.
E’ bello constatare tanta partecipazione ad un antico gioco, attraverso il quale il mio pensiero vola lontano e la mente si estranea in una preghiera di suffragio verso l’anima di un amico che non c’è più. Di certo Bartolo sarebbe stato contento di vedere la sua creatura nelle mani di persone che la utilizzano, come quando l’ho presentata in una mostra valorizzandone al massimo, come merita, la creativa fattura.
Ogni cartella, compreso il tombolone, è realizzato con delle caselline in pelle e plexiglas, di cui il colore diverso ne contrassegna la serie che va dall’azzurro al verde, dal bianco al rosso, dove ciascun numero, oltre che in nero, è contrassegnato in braille, così come i numeri del cartellone che per chi non vede presentano un incavo superiore, onde non sbagliarsi a leggerne il valore.
Cervello che si collega a mani che creano, perché chiunque ne goda, la tombola nel suo insieme è l’opera di un artista non vedente che gli sopravvive nella utilità, al di là del tempo e dello spazio.
Quando ci scambiamo gli auguri, tutti mi sembrano contenti ed anch’io lo sono, nella dolcezza di un ricordo che mi è caro.
Mena Mascia