Lettera aperta al Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, professor Tommaso Daniele, di Orlando Paladino

Autore: Orlando Paladino

Gentile e caro Presidente,
ho appena terminato di leggere, confesso con qualche apprensione, il  Suo messaggio di rinvio del rientro in sede, e già il monitor del computer mi annuncia un titolo del Giornale UICI  on-line: ” Dimissioni irrevocabili del Presidente Nazionale”.
Di fronte a questo Suo gesto, che conferma e sottolinea la Sua levatura morale, mi sono passati davanti alla mente i venti  anni di lavoro al suo fianco, e si è rinnovata la meraviglia dall’aver sempre constatato che ogni realizzazione, ogni conquista, anche la più ardua, lungi dal generare un momento di rilassatezza e di stasi, rappresentava per Lei un incentivo a sempre più e meglio operare.
Nella mia lunga attività di lavoro sono stato a fianco di molti presidenti, ma in nessuno  ho potuto constatare, almeno in così alto grado, le doti che ritengo La contraddistinguano: l’assoluta indifferenza al proprio se stesso, e l’essere per Lei ogni traguardo conseguito non  un motivo di appagamento, ma uno stimolo ad ulteriori mete, a superare ogni volta il confine raggiunto.

È stato per me un privilegio ed una esaltante avventura essere stato per così lungo tempo accanto al Suo straordinario operare.
Nel Suo saluto Ella, signor Presidente,  si richiama ad un concetto che Le è caro e che è stato  di guida  al suo operare: in ogni bandiera c’è un’anima.
Mi lasci dire che nella bandiera dell’Unione vi sono la Sua anima e l’amore che Lei  ha saputo donarle. Quest’anima vi resterà a lungo ed è con essa e per essa che i Suoi successori dovranno confrontarsi e saranno valutati.
Mi creda sempre Suo
Orlando Paladino