Lettera al Presidente Nazionale UICI, di Tommaso Luna

Autore: Tommaso Luna

 

Oggetto: ausili tiflotecnici

 

Caro Presidente,

mi chiamo Tommaso LUNA , sono nato a Roma nel 1940 e risiedo a Latina dal 1974 dove svolgo l’attività di piccolo imprenditore metalmeccanico. Sono cieco assoluto e sono iscritto alla U.I.C.I. dal 1971, non conosco il braille e non ho frequentato ne scuole per ciechi ne corsi per computer o i-Phone ne corsi di altro genere per la categoria.

Per questo motivo non ho mai richiesto alla ASL di competenza alcun ausilio Tiflotecnico sino a quando sono venuto a conoscenza del sistema xxxxxx yyyyyy che ho richiesto alla ASL di Latina , previo preventivo e certificazione medica , nel dicembre 2014. Questo sistema attraverso un PC portatile consente al cieco come me, che non conosce il braille ne i computer normali , attraverso comandi vocali di inviare e ricevere posta elettronica, accedere ai programmi radio e televisivi, ascoltare libri parlati, leggere quotidiani, accedere a varie informazioni come elenco telefonico, orari ferroviari e fare molte altre cose.

Ho fatto questa richiesta ritenendolo uno strumento utile e sapendo che questo sistema, o similari, venivano concessi in tutta Italia dalle varie ASL di competenza.
Purtroppo il 26.06.2015 la ASL di Latina rifiuta la mia richiesta con la seguente motivazione: ” il Ministero della Salute ha comunicato Direttive recepite dalle Regioni in merito a dispositivi per i quali l’avanzamento della tecnologia ha reso tali dispositivi di serie e quindi di comune commercio e non più speciali per i disabili e di conseguenza non più concedibili”
Ritenendo completamente assurde tali motivazioni , ho inviato alla ASL di Latina , pur non essendo previsto nella comunicazione del 26. 06. 2015 , un ricorso formale richiedendo anche chiarimenti sulle normative vigenti e comunicazioni del Ministero della Salute e della Regione Lazio riguardanti l ‘argomento specifico, naturalmente senza ricevere risposta alcuna. Allora ho interessato della faccenda dapprima il Presidente UICI di Latina Carlo Carletti e successivamente il Presidente Regionale Claudio Cola e quindi la presidenza nazionale chiedendo collaborazione nello specifico o almeno conoscere le normative ostative visto che in Italia e nella regione Lazio queste apparecchiature o similari venivano comunemente assegnate.
Purtroppo non ho ricevuto, salvo parole di buona comprensione , nessuna collaborazione e nessuna indicazione specifica sulle normative vigenti salvo ripetere che le ASL nella loro autonomia potevano quello che volevano. Feci altri tentativi di vario genere ed anche un esposto- denuncia alla Procura della Repubblica per il quale non ho mai ottenuto riscontro alcuno. Passava il tempo sino a quando a fine dell’anno 2016 il mio amico cieco Leonardo Balzano di Sabaudia mi comunicò di aver presentato presso la ASL di Latina analoga richiesta per lo stesso sistema da me richiesto . In data 19.04.2017 la ASL di Latina comunicò al Balzano il rifiuto della sua istanza con le stesse motivazioni espresse nella mia.. Nel contempo io avevo cercato di ottenere qualche documentazione specifica ed in particolare ho ottenuto una dichiarazione della ditta costruttrice di tale apparecchiatura nella quale si attestava che il sistema in questione non era assolutamente in commercio ed era stato realizzato in collaborazione con l UICI specificatamente per i ciechi e distribuito attraverso il Centro di Promozione Tiflotecnica . Ho ottenuto altresì una dichiarazione a firma del dirigente di tale centro nella quale si attesta che negli ultimi due anni nella sola regione Lazio sono stati assegnati tramite le ASL competenti oltre 150 di questi sistemi .
Con tali documentazioni ed altri argomenti io e l ‘amico Leonardo abbiamo inoltrato un nuovo ricorso al Direttore ASL di Latina ed un esposto – denuncia al Ministero della Salute e al Presidente Regione Lazio . Parallelamente anche il Balzano si è rivolto all’ U.I.C.I. di Latina che a sua volta si è rivolta al nazionale ma senza esito.
Finalmente nel mese di luglio le nostre istanze sono state entrambe accolte dalla ASL di Latina e mentre per Leonardo Balzano il tutto si è risolto immediatamente io ho dovuto richiedere un nuovo preventivo al Centro Promozione Tiflotecnico e ripresentare un nuovo certificato con la prescrizione del sistema .

Quando mi sono recato dalla dottoressa per la nuova prescrizione , che era la stessa che aveva fatto la prima prescrizione mi è stato chiesto come fossi riuscito ad ottenere tale risultato e soprattutto perché nei due casi specifici non fosse intervenuta l ‘associazione di categoria, che, con il suo peso avrebbe potuto risolvere prima il problema. Caro Presidente , questa domanda la rivolgo a te e ai presidenti regionali di sezione .

 

Indipendentemente dalla vostra eventuale risposta io e l’amico Leonardo siamo contenti del risultato ottenuto, non tanto per noi, quanto perché nella ASL di Latina si è aperta una porta per tutti i ciechi eventualmente interessati a questo sistema o a sistemi similari. Siamo altrettanto contenti perché siamo riusciti ad eliminare due tipologie di discriminazioni per noi ciechi: la prima di natura territoriale in quanto finalmente la ASL di Latina , forse unica nella Regione Lazio , sta concedendo quello che non voleva concedere;
la seconda discriminazione tra noi ciechi in quanto ai ciechi che hanno conoscenza del braille ed hanno svolto corsi per computer o per i-Phone venivano concessi dalle ASL apparecchiature molto costose come stampanti braille o barre braille mentre a noi ciechi privi di tali conoscenze non veniva concesso nulla.

In conclusione caro Presidente ti invito a rivedere il tuo atteggiamento , dichiarato pubblicamente tendente a non intervenire presso le sezioni provinciali quando si creano problemi di una certa importanza.
Capisco perfettamente che un presidente nazionale non pio interessarsi di tutte le beghe che sorgono nella sezioni provinciali , ma è mia convinzione personale che in alcuni casi un intervento diretto o tramite altri sia necessario per risolvere gravi storture o manchevolezze locali.

A questo proposito vorrei ricordarti il caso di una socia di Latina che si è rivolta a te dopo essersi rivolta inutilmente al direttore IRIFOR di Roma prof. Paschetta ma senza ricevere alcun aiuto. La socia in questione si era iscritta ad un corso IRIFOR a pagamento ,fatto da un dirigente di sezione non della nostra regione, avente lo scopo di meglio formare ,soprattutto insegnanti , ed istruire sulle varie metodologie tiflologiche . A questo corso si erano iscritti circa trenta persone vedenti e due non vedenti compresa la nostra socia. Il programma on – line prevedeva, in circa 4 mesi, corsi su 5 argomenti principali con relative prove sempre on-. line oltre al colloquio finale presso l IRIFOR di Roma , la predetta socia aveva svolto con diligenza ed accuratezza tutto il corso e le relative prove con un certo successo compresa una prova adatta per i vedenti e non per i ciechi per la quale si era fatta vedere da persona vedente . Al colloquio finale presso IRIFOR di Roma ottenne i complimenti del dirigente che aveva istituito il corso soprattutto per le prove non adatte ai ciechi e congedandola le dissero che avrebbe trovato il voto finale il giorno dopo on- line. Infatti il giorno dopo sul computer trovò il suo voto non eccezionale ma abbastanza buono che le consentiva di avere l ‘attestato finale. Casualmente dopo tre giorni provò a ricontrollare con il computer la propria votazione e la trovò modificata a ribasso, fece altrettanto dopo alcuni giorni e la trovò ancora diminuito ma ancora sufficiente per ottenere l’attestato . Dopo alcuni altri giorni il suo voto era ulteriormente diminuito addirittura al di sotto del limite per ottenere la sufficienza. Sconcertata cercò di capire cosa fosse successo e riuscì a sapere dopo qualche tempo che il voto relativo alla prova non adatta ai ciechi le era stato tolto . Una vera assurdità soprattutto quando venne a sapere che l’altra concorrente cieca che neppure aveva svolto la prova aveva ottenuto su tale prova punteggio pieno . Visto il tuo mancato intervento per eliminare questa grave discriminazione e di tutti coloro ai quali la socia si era rivolta , il caso si è potuto risolvere positivamente solo tramite l ‘intervento di un “legale”

 

Cordiali saluti

Tommaso Luna

PS
In merito al premio braille è mia opinione personale che se potesse essere svolto in futuro di pomeriggio e non di sera si darebbe maggiore possibilità di partecipazione ai non residenti a Roma