La riforma del terzo settore, prevede tra i suoi strumenti, una Cabina di regia che, finalmente si è riunita ieri, di Massimo Vita

All’ordine del giorno il decreto sui limiti e criteri per lo svolgimento, da parte del Terzo settore di attività diverse da quelle di interesse generale e il decreto di approvazione delle linee guida per il bilancio sociale.

L’art. 97 del Codice del Terzo settore prevede l’Istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di una Cabina di regia con il compito di “coordinare, in raccordo con i ministeri competenti, le politiche di governo e le azioni di promozione e di indirizzo delle attività degli enti iscritti nel registro nazionale del Terzo settore. I compiti di questo organismo, apparentemente un doppione del consiglio nazionale del terzo settore, sono:
1. Coordinare l’attuazione del Codice del Terzo settore, esprimendo un parere sugli atti attuativi;
2. Favorire la definizione di accordi, protocolli di intesa o convenzioni, con enti privati e pubbliche amministrazioni, finalizzati a valorizzare l’attività degli enti del Terzo settore e a sviluppare azioni di sistema;
3. monitora lo stato di attuazione del codice anche al fine di segnalare eventuali soluzioni correttive e di miglioramento.
I compiti sopra indicati, sono apparentemente quelli del consiglio nazionale previsto all’artt. 58-60 dello stesso d.lgs. 117/2017, dal momento che entrambi gli organismi esaminano i provvedimenti normativi in tema di Terzo settore ed esprimono pareri in merito, ma gli ambiti sono molto diversi, il Consiglio rappresenta il luogo di confronto tra le diverse istituzioni, rappresentanze del Terzo settore e studiosi finalizzata ad approfondire le ipotesi di atti normativi in tema di Terzo settore; la Cabina di regia è una sede di confronto prevalentemente istituzionale – anche se aperta al Terzo settore – per assicurare la necessaria sinergia tra il mondo degli enti del terzo settore e i vari ministeri coinvolti.
La Cabina di regia è presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, e, sulla base del DPCM 30/01/2018, è composta dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, dal Ministro dell’economia, dal Presidente della Conferenza delle Regioni, dal Presidente dell’Unione Province Italiane, dal Presidente dell’Associazione Nazionale comuni Italia, dal Presidente della Fondazione Italia Sociale e il portavoce del forum del terzo settore.
Ieri hanno deciso due provvedimenti attuativi del Codice, già elaborati in bozza nei mesi passati e anche già oggetto di consultazione presso il Consiglio Nazionale del Terzo Settore:
– il Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali relativo ai criteri e limiti svolgimento, da parte di Enti di Terzo settore, di attività diverse da quelle di interesse generale; il provvedimento deve precisare in altre parole quando un’attività può essere ritenuta 1) strumentale e 2) secondaria rispetto a quelle di interesse generale che caratterizzano le organizzazioni di terzo settore: ad esempio un esercizio commerciale che serva a creare risorse per finanziare un’attività associativa in tema di ambiente o di cultura;
– il Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali contenente le linee guida per la redazione del Bilancio sociale. Si tratta di una materia di rilievo, in quanto disciplina le modalità con cui deve essere assolto un obbligo che riguarda tutte le imprese sociali, nonché tutti gli Enti del Terzo settore con fatturato superiore ad un milione di Euro.
Dopo questo passaggio è prevedibile che i due provvedimenti giungano ad approvazione.
Questa riunione, attesa da tempo, farebbe pensare che si voglia accelerare sui provvedimenti che devono fornire gambe e testa a questo codice.
Anche al nostro interno dovremo prepararci a questi eventi se non vogliamo rischiare di arrivare impreparati.