“Era zetella, ma ……”, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

Ancora un grande successo per la filodrammatica UICI

24 Febbraio 2017, ore 19,45; nei camerini dell’auditorium del Museo Archehologico Virtuale di Ercolano, popoloso centro in provincia di Napoli, gli attori della Compagnia Teatrale UICI sono pronti per andare in scena. La tensione è alle stelle! Dopo 4 mesi di prove e dopo le ultime settimane trascorse a curare i dettagli, a verificare i costumi, a pubblicizzare l’evento, finalmente si andrà in scena per rappresentare “Era zetella, ma ….”, un’altra commedia della tradizione partenopea. Una commedia scritta da Vincenzo Scarpetta, figlio di Eduardo e fratellastro di Eduardo, Peppino e Titina De Filippo. Poco conosciuto l’autore, poco conosciuta la commedia, ma forse, come afferma il regista, è meglio così. Gli ultimi ritocchi al trucco e alle pettinature e poi tutti riuniti in cerchio per caricarsi a vicenda; una Ave Maria, qualche scongiuro ben augurante e poi tutti ai propri posti. Questa è la serata che il comune ha dedicato agli anziani del territorio, il pubblico non è formato da parenti e amici, ma da perfetti sconosciuti, da persone, cioè, che forse non sanno qual è la particolarità della compagnia. Ma i protagonisti sono ben rodati. Da ben 20 anni portano in scena commedie della tradizione partenopea sempre più complesse e difficili, facendo sempre una bella figura e lanciando sempre messaggi tesi all’integrazione e all’inclusione. Arriva un volontario: “la sala è piena” e il regista: ” tra 5 minuti si inizia”. E’ così è.
Dario nella presentazione richiama l’attenzione sulla particolarità della compagnia, sulla ventennale esperienza dei protagonisti e sulla decima Giornata Nazionale del braille celebrata il 21 febbraio. Ringrazia quindi le amministrazioni di Portici ed Ercolano che hanno patrocinato l’evento e gli sponsor storici che, con il loro contributo economico, consentono di portare avanti questo progetto teatrale. Prima di sparire dietro il sipario, richiama il motto della compagnia: “Il vostro sorriso …. è la nostra luce”. Poi, a luci spente, la voce del regista descrive come è composta la scena per eventuali persone non vedenti presenti in sala; un breve stacco musicale, canzone napoletana molto nota che fa cantare e riscaldare il pubblico e poi apertura del sipario. In una trattoria di un paese non molto distante da Napoli, iniziano i battibecchi tra il cameriere Cusemiello (Matteo Cefariello) sordo e al quanto sfaticato, la titolare donna Concetta (Anna Iacomino) e sua figlia Nannina, (Tonia Sannino), la ragazza che tornata dalla città ove ha vissuto al quanto allegramente, ha portato in paese novità e fatto molto chiacchierare di se. E’ a lei che si deve trovare un marito per mettere a tacere le troppe chiacchiere dei paesani. Ma come si può fare? Chi mai sposerà una ragazza così chiacchierata? Il futuro marito viene consigliato alla madre della ragazza dal brigadiere del paese (Gaetano Orefice), che, interessato a donna Concetta, le consiglia di far maritare la ragazza con un certo Martino Corniola, personaggio al quanto strano che a dire del brigadiere non si sarebbe mai accorto della bella vita fatta dalla ragazza fino a quel momento. Si alternano quindi sulla scena, con gang simpaticissime, lo stesso Martino Corniola(Bruno Mirabile), Tanella (Rosaria De Angelis), suo padre don Bastiano (Carmine Galano), Donna Vicenza (Antonella Improta) e don Felice (Donato Lupinetti). Tante persone in scena, tanti litigi, tanti equivoci e tanta simpatica confusione. Nannina, al fine di andare a prendersi un promesso regalo di nozze dalla baronessa presso cui era stata a servizio, deve recarsi a Napoli urgentemente e, non potendovisi recare con il promesso sposo Martino, convince insieme alla mamma, don Felice, suonatore squattrinato, ad accompagnarle in cambio di un regalo. Tra gli applausi e le risate termina il primo atto. Cambio di scena. Descrizione di essa con la sala completamente buia e riapertura del sipario con la scena ambientata nella casa della baronessa Gigante (Libera Cozzolino) e di suo fratello Sasà (Luigi Schettini). Dopo le chiacchiere tra la baronessa, avveduta e parsimoniosa e suo fratello, amante della bella vita, La cameriera (Valentina Galano) introduce in casa donna Concetta, sua figlia Nannina e il suo pseudo marito don Felice che si presenta alla baronessa come Martino Corniola, per ottenere da essa il famoso regalo di 2 milioni di lire. Gli equivoci sono tantissimi; i padroni di casa insistono per far rimanere gli ospiti prima a cena e poi a trascorrere la notte in casa loro per ripartire l’indomani. Viene preparata la stanza per gli sposi e donna Concetta, la quale mai si sarebbe aspettata questo risvolto, non sa più come uscire dal pasticcio da lei stessa creato. La stessa donna Concetta, che non riesce ad impedire a sua figlia di dormire con don Felice, rimane ancora più esterrefatta quando scopre che Nannina quando era a servizio dalla baronessa, se la intendeva anche con il fratello di questa. L’equivoco si chiarisce il mattino dopo, ovvero quando piomba in casa della baronessa l’ignaro promesso sposo, Martino Corniola, la cui venuta comunque convince la baronessa a consegnare il regalo alla giovane, grazie anche alle spiegazioni fornite da don Felice di cui la baronessa stessa nel frattempo si era invaghita. Con tante allusioni sul cognome di Martino “Corniola” si chiude la rappresentazione, tra i tanti applausi e i tanti commenti positivi del pubblico e dei rappresentanti del Comune di Ercolano presenti in sala. La commedia è stata replicata anche nei 2 giorni successivi con oltre 800 spettatori che vi hanno assistito. Un vero e proprio fiore all’occhiello dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli. I protagonisti, i volontari e tutti coloro che contribuiscono a portare avanti da tanti anni questo progetto sono meritevoli di apprezzamenti. In questo modo si sono espressi i rappresentanti dell’Unione che hanno assistito allo spettacolo tra i quali il Dirigente Nazionale Marco Condidorio, Il Consigliere Nazionale Nunziante Esposito e il Presidente Regionale Vincenzo Massa, nonché il Sindaco di Ercolano Ciro Buonaiuto, il Senatore Vincenzo Cuomo e il Deputato Paolo Russo. Proprio questi ultimi hanno evidenziato quanto sia importante l’attività portata avanti dalla compagnia, quanto sia fondamentale la solidarietà e quanto sia opportuno per i diversamente abili mostrare le proprie abilità e potenzialità in un contesto di reciproco scambio con i cosiddetti normodotati. Ai rappresentanti delle istituzioni e agli sponsor è stata consegnata una pergamena ricordo e una moneta di 2 euro con l’effige di Louis Braille; invece l’intera compagnia ha donato a Bruno Mirabile, il vero deus ex machina della filodrammatica, una targa in cui è sintetizzato tutto l’apprezzamento e la gratitudine per il lavoro svolto in questi anni. Questa compagnia dimostra ogni anno sempre di più che i diversamente abili, se messi nelle giuste condizioni, possono integrarsi a pieno nella società, con le loro difficoltà, le loro diversità e soprattutto le loro abilità.