8 marzo 2018 – La vie che portano le donne al vertice

In occasione delle Giornata Internazionale della Donna appare importante mettere in evidenza figure femminili che non solo si impegnano quotidianamente per i diritti delle donne e di tutte le persone con disabilità, ma offrono anche il loro fattivo contributo alla comunità in cui vivono e alla società civile per il bene di tutti. Per questo motivo riteniamo importante far conoscere il video che l’Unione Europea dei Ciechi ha realizzato con il cofinanziamento dell’Unione Europea e che ha proprio l’obiettivo di promuovere la conoscenza delle possibilità e potenzialità delle donne con disabilità visiva. Il video in lingua inglese si intitola “The roads that lead to the top” (Le strade che portano al vertice) e raccoglie le testimonianze di 10 donne cieche e ipovedenti di diversi paesi europei che raccontano in breve quali sono state le difficoltà che hanno incontrato e le strategie che hanno adottato per raggiungere le posizioni di responsabilità che occupano oggi.
Queste donne sono Metka Pavši?, 48 anni, della Slovenia, che lavora come assistente sociale; Ellen Koudigs, 46 anni, olandese, Responsabile delle strategie politiche presso l’Istituto Nazionale della Sanità e dell’Ambiente; Unn Ljoner Hagen, 56 anni, norvegese, Presidente dell’Associazione Norvegese dei Ciechi; Tytti Matsinen, 30 anni, dalla Finlandia, una laurea in ingegneria civile e un lavoro come consulente sui diritti umani per una delle principali agenzie di cooperazione allo sviluppo della Finlandia; la montenegrina Zana ?a?i?, 48 anni, Presidente dell’Unione dei Ciechi del Montenegro e un lavoro come fisioterapista; due le spagnole, Bárbara Martín Munoz, 42 anni, Responsabile dell’Ufficio Tecnico per gli Affari Europei presso l’Organizzazione Spagnola dei Ciechi ONCE che dall’ottobre 2015 ricopre anche la carica di secondo Vicepresidente dell’Unione Europea dei Ciechi e Virginia Carcedo, Amministratore delegato di INSERTA Employment, un ente specializzato nella formazione delle persone con disabilità senza impiego. Non mancano certamente le donne italiane, ben tre, che hanno raccontato la loro storia di superamento delle barriere, queste sono (in rigoroso ordine alfabetico): Stefania Leone, 49 anni, ingegnere informatico presso un’azienda italiana leader nel settore delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione; Luciana Loprete, 51 anni, impiegata presso il Consiglio Regionale della Calabria e Presidente per lungo tempo della Sezione Territoriale UICI di Catanzaro e Paula Morandi, vissuta per un lungo tempo negli Stati Uniti, insegnante di inglese, traduttrice e scrittrice.
A conclusione delle loro testimonianze, è stato chiesto a queste donne di affidare alla telecamera che le riprendeva i loro suggerimenti. Il risultato è stato un insieme di consigli provenienti dalle esperienze personali delle intervistate che sono una risorsa per le donne più giovani, ancora alla ricerca di una loro affermazione e forse piene di dubbi sul proprio valore e sulle proprie capacità.
Ellen Koudigs: “Il mio messaggio per le donne cieche e ipovedenti è di andare avanti e di pensare positivo. Bisogna essere flessibili, positive e far sì che la nostra disabilità ci aiuti a raggiungere i nostri obiettivi”.
Tytti Matsinen: “Bisogna credere in noi stesse. Bisogna continuare a provare e bisogna sfidare gli altri. Devi dimostrare agli altri che sei abile, capace e che la disabilità non è quello che conta”.
Zana ?a?i?: “Le donne che vogliono impegnarsi devono avere una forte volontà, essere impavide, avere una visione, una missione, una strategia. Questo ti permetterà di essere efficace nel tuo lavoro e il tuo operato sarà apprezzato e utile.
Metka Pavši?: “Ho imparato ad accettare la vita così com’ è, con tutte le sue difficoltà, ma allo stesso tempo valorizzando i momenti di bellezza e di gioia. Quando mi trovo in difficoltà, ricordo le parole del nostro poeta Tone Pav?ek: “Se provando a fare quello che ti piace fallisci la prima e la seconda volta, riprova, e poi ancora una volta e nuovamente”.
Unn Ljoner Hagen: “Il mio consiglio è di accettare le sfide, c’è un proverbio che dice che se vuoi competere con gli uomini devi assicurarti di essere sempre la migliore. Devi essere sempre un po’ meglio di loro, essere un pochino più informata dei tuoi colleghi uomini”.
Barbara Martín Munoz: “Dimostra al mondo che le donne sono capaci, che le donne con disabilità possono andare ovunque vogliano e possono lavorare dovunque vogliano. Ci sono molte donne che in questo hanno dimostrato grande coraggio, dando la loro vita per dimostrare che un mondo migliore è possibile”.
Virginia Carcedo: “Siate autentiche, sia che si tratti dei vostri pensieri o delle vostre conoscenze e capacità. Trovate gli strumenti più adatti a voi, abbiate fiducia in voi stesse e aiutate le vostre sorelle non vedenti. Impegnatevi a far sì che il mondo sia un posto migliore e più sicuro e non dimenticate quello che Gandhi ha detto: “La forza non scaturisce dalla capacità fisica, ma da una indomabile volontà “.
Stefania Leone: “Per essere considerata come una donna “normale”, anche se cieca, è importante lavorare duramente e studiare molto, così da essere preparata meglio degli altri, restando allo stesso tempo una persona semplice, onesta e forte”.
Luciana Loprete: “Le donne dovrebbero sostenere i valori morali e lottare per quello che vogliono ottenere, anche se a volte i nostri compiti possono sembrarci più grandi di noi, ma alla fine li riusciamo a gestire, essendo quello per cui siamo state create: dare la vita e dare conforto a tutti coloro che lo meritano”.
Paula Morandi: “Quando perdi la vista, la vita, semplicemente, non si ferma. Prosegue, c’è tanto che possiamo fare”.
Il video in lingua inglese è disponibile al link: http://www.euroblind.org/publications-and-resources/guidelines#_Women e su youtube al link: https://www.youtube.com/watch?v=chngGtHBisA