Visto!, Redazionale

Autore: Redazionale

Periodico di informazione della sezione di Siena Numero 4 – ottobre 2014
Direttrice responsabile: Susanna Guarino
Registrazione Tribunale di Siena n. 3 del 5/8/2014

UICI SIENA – V.le Cavour, 134
Telefono 0577 46181
e-mail: uicsi@uiciechi.it
Sito internet: www.uicisiena.org
2019 SIENA EU
Capitale Europea della Cultura Città candidata

Con il contributo di: ESTRA
GAS / LUCE – www.estraspa.it
IL SINDACO VALENTINI VEDE ROSA
di Massimo Vita, Elena Ferroni e Maria Grazia Marchi

Sindaco, ci racconta cosa vede davvero nel futuro di Siena?
Io vedo rosa, perché intanto dopo il grande spavento, della crisi totale del sistema Siena, della necessita di fare a meno di un modello di sviluppo che ci aveva garantito una situazione di benessere elevata ma basata su risorse esterne che sembravano interminabili, stiamo vedendo invece che la città ha trovato un nuovo equilibrio: il Comune ha un bilancio che non è a rischio di dissesto; l’Università è considerata, da statistiche indipendenti, la migliore o una delle migliori Università italiane; la Fondazione non è scomparsa, e se pure con un patrimonio ridotto, può ancora continuare a svolgere un ruolo; la Banca è riuscita a farsi prestare dal resto del mondo 5 miliardi di Euro per ricostituire il capitale evaporato o comunque ridotto negli ultimi anni. Ci sono investimenti internazionali importanti come è successo nel caso di Glaxo che ha valutato la divisione dei vaccini Novartis 7 milioni di dollari. Il turismo va a gonfie vele.
Siamo molto vicini al verdetto finale sulla Capitale Europea della cultura, che potrebbe incoronare un grande sogno (che in parte però si è già avverato perché la Regione Toscana ha deciso comunque di sostenere il progetto di Siena). L’attenzione che noi ci siamo riconquistati da parte della Regione, sulla base di progetti credibili, è dimostrata anche dall’investimento in sanità pubblica. Circa 100 milioni di euro verranno investiti nei prossimi anni sull’ospedale universitario senese.
Inoltre abbiamo recuperato una situazione molto difficile, che rischiava di compromettere l’efficienza del Comune, che è il rapporto con i dipendenti e i sindacati, sanando una ferita che aveva incrinato i rapporti interni.
Prova ne è che già nel bilancio 2014 abbiamo una forte riduzione dei costi del personale, dovuta al taglio di dirigenti e anche una riorganizzazione degli uffici che riusciamo a gestire con la collaborazione e con il consenso dei collaboratori interni.
Quindi per questo vedo rosa, sulla base di dati concreti visto che lo stato di salute dell’economia della società senese è migliore di molte altre città d’Italia.

Le prospettive della sua maggioranza sono tali da assicurare che il programma della sua sindacatura si realizzi?
La maggioranza che mi sostiene ha un difetto di origine: il contrasto interno che si è concretizzato al momento delle primarie cosa che non ci ha impedito, al momento delle elezioni, di presentarci uniti e di vincere per un soffio, sconfiggendo molte previsioni sia locali che nazionali che vedevano come probabile un cambio di maggioranza politica alla guida del comune di Siena. Questi residui, diciamo, di tensioni interne ci sono, però nei momenti critici il PD e la maggioranza hanno saputo trovarsi uniti come in diverse occasioni.
Ma la domanda in realtà non è tanto se la legislatura va avanti ma quanto sia coesa al programma. Ecco, sulle cose da fare non ho trovato quasi mai lacerazioni o distanze perché ci possono essere differenze nelle sensibilità nel nostro passato, ma non nelle cose da fare. E’ evidente che, anche le discussioni in seno al PD nazionale si ripercuotano anche su di noi. Ma fra di noi quando ci guardiamo negli occhi e ci confrontiamo sulle cose, non ho mai trovato problemi a trovare un intesa sul programma e sugli obiettivi.
Infatti devo dire che anche il Consiglio comunale in più di un occasione ha trovato l’unanimità su scelte anche importanti, soprattutto sulle scelte culturali.

Gli studenti lasciano il centro storico per il caro affitti e questo si svuota. Como pensa si possa evitare questo fenomeno?
Il livello di riposizionamento degli studenti fra centro e periferia credo che non sia un fatto degli ultimi mesi ma degli ultimi anni e credo che si sia stabilizzata questa tendenza perché la crisi ha ridotto anche il costo degli affitti. Credo che dal punto di vista della distribuzione territoriale degli studenti non ci siano delle grandi novità.
C’è probabilmente un doppio fenomeno, che è quello della riduzione degli studenti e della riduzione degli stranieri dovuti entrambi alla crisi economica. Quindi meno studenti all’Università e meno stranieri che vivono qua. Dunque adesso se c’è un problema sul centro, non è tanto legato alla diminuita domanda studentesca, ma quanto alla ristrutturazione e al riuso di molti immobili che risultano vuoti o parzialmente vuoti o ancora da ristrutturare. Quindi viene un po’ meno l’aspetto della rendita, che invece ha caratterizzato la storia recente di Siena e c’è il tema di come, consentire, facilitare, agevolare, la ristrutturazione dei palazzi del centro. La crisi economica e quella psicologica che deriva dall’incertezza verso il futuro, congela il motore dell’economia e dell’edilizia. Quindi l’edilizia noi dobbiamo rilanciarla attraverso un’opera di semplificazione, attraverso una variante urbanistica generale, che è già pronta; d’altro canto molto dipende da quello che succede in Italia, non solo a Siena. Quindi il discorso è sicuramente non del tutto prevedibile e controllabile.

Non pensa che a Siena manchi un luogo dove fare musica e grandi convegni? come pensa di promuovere questo settore, abbastanza fervido nella nostra città?
Una delle possibilità che noi abbiamo davanti è quella della ristrutturazione dello stadio, perché è veramente complicato pensare che si possa edificare, e in questo caso mantenere, uno stadio dove si fanno eventi per 20 pomeriggi all’anno.
Per quanto riguarda invece i luoghi chiusi, non scordiamoci che noi abbiamo anche a disposizione i palazzetti. Così come, fra un po’, con il completamento della ristrutturazione di alcuni spazi del Santa Maria della Scala, avremo qualche luogo in più dove fare spettacoli e eventi. Abbiamo anche 2 teatri da 600 e 500 posti, come sono rispettivamente i Rinnovati e i Rozzi.
Non credo che manchino i luoghi, manca la sostenibilità economica di questi eventi.
Prendete la danza, in Città ci sono quasi una decina di scuole di danza, quindi un movimento fortissimo fatto di tanti ragazzi, ragazze che esprime anche profili di altissima professionalità, che magari hanno successo anche fuori. Poi si fa uno spettacolo e partecipano 100-150 persone.
Facciamo la stagione teatrale e si riempie però un po’ a fatica.
Il quesito vero da porsi è: c’è una domanda effettiva di una città di 54.000 abitanti per sostenere un auditorium? Noi stiamo tentando di dare il vestito di auditorium estivo alla Fortezza.
Manca un investimento, che stiamo per fare, che sono le balaustre sui bastioni, che metterebbe in sicurezza l’utilizzo della Fortezza.
Magari, il discorso di Siena Capitale della cultura potrebbe aiutarci a rendere appetibile la nostra città ad un eventuale investitore che si proponesse per realizzare una struttura ricettiva con una grande sala congressi.

Si aspetta con fiducia il risultato della candidatura a Siena capitale della cultura europea? si sta facendo qualche cosa per accogliere meglio i turisti? centri informativi, tour guidati e perché no, delle panchine in città?
Io sono ottimista sulla gara perché, guardando i progetti delle altre città, mi rendo sempre più conto che il nostro è il progetto migliore.
I turisti arrivano in quantità a Siena. Questo è importante perché nella crisi generale della domanda turistica che c’è in Italia, che come avete visto è scivolata al quinto posto nel mondo, Siena ha dei risultati positivi.
Guardavo ora i dati dei musei: in meno di 2 anni, le visite del museo Civico sono aumentate del 50%. Il dato delle presenze in città nei primi 5 mesi dell’anno è aumentato del 7-8% rispetto al pregresso. Cosa abbiamo fatto per accoglierli?
Noi siamo fra le poche città di queste dimensioni che ha 2 uffici turistici: uno alla stazione e uno al Santa Maria della Scala.
Stiamo facendo un attività molto intensa che ha prodotto molti eventi che hanno avuto come effetto presumibile quello di aumentare la durata media dei pernottamenti, la quale è aumentata dal 2,4 al 2.8 che è un dato altissimo.
Stiamo mettendo a punto dei modelli nuovi di promozione della città sul web a livello internazionale grazie al fatto che per la prima volta si investono, (noi siamo fra i pochi comuni d’Italia) delle risorse che derivano dalla tassa di soggiorno in promozione turistica, concordata con gli albergatori.
Tour guidati se ne fanno tantissimi.
Le associazioni di guide senesi insieme a noi inventano quotidianamente percorsi diversi l’uno dall’altro, per territorio, per esperienze sensoriali, per tema. Mentre per quanto riguarda le panchine, questa città nel suo complesso e gli organi di vigilanza sulla città, sono molto restii a consentire alterazioni. Nel centro storico, in questo momento non c’è una grande, disponibilità da parte della Soprintendenza a mettere panchine nuove. Penso che le panchine in Piazza del Campo non si possano mettere per: armonia architettonica della Piazza che la Soprintendenza non vuole alterare. La Soprintendenza è molto attenta persino agli eventi che si organizzano e che magari durano solo un’ora in Piazza; e credo che la sensibilità popolare non lo accetterebbe.
Siena è una città che è tradizionalista fin quasi ad essere conservatrice. Quindi se potremo mettere delle panchine sarà sicuramente in posizione laterale rispetto al cuore del centro storico

La fondazione potrà riprendere a sostenere il terzo settore o la prospettiva e ancora lontana?
Purtroppo la prospettiva è ancora lontana perché la Fondazione ha conseguito un utile con il bilancio 2013 che deriva da operazioni patrimoniali straordinarie, perché la gestione non è ancora in attivo e non essendolo nemmeno quella della Banca, la Banca non da i dividendi alla Fondazione.
Questo raccontando le cose come stanno, perché anche negli anni passati la Banca non produceva utili ma aveva alterato in modo consapevole i propri bilanci, girando alla Fondazione dividendi che non aveva mai realizzato.
Penso che dobbiamo aspettare un po’ di tempo, purtroppo qualche anno, fino al momento in cui la Fondazione si libererà dei propri problemi e potrà cominciare a riscuotere dividendi di una Banca finalmente tornata all’utile. Si prospetta ancora un anno terribile (il 2014) per la Banca che ha un bilancio messo a dura prova dagli accantonamenti sui crediti che ha concesso e che in buona parte, rischia di non vedere rimborsati.

Se dovesse dare un voto alla sua amministrazione e in particolare alla giunta, che voto darebbe?
Darei 7. Perché in 15 mesi abbiamo preso in mano una gestione che dopo 15 giorni la Corte dei Conti ci ha avvertiti essere sull’orlo del dissesto e del disastro.
Come vedremo fra una settimana con il Bilancio di riequilibrio stiamo rispettando le indicazioni della Corte dei Conti, facendo una cosa che normalmente un debitore non fa, e cioè pagare i propri debiti, addirittura rimborsarli anticipatamente.
In pratica, la rinegoziazione del debito dei Boc che aveva fatto il Commissario, che aveva allungato la scadenza di questo debito, è stata contestata dalla Corte dei Conti.
Allora noi stiamo operando come se quel risparmio non ce lo avessimo, incrementando le vendite e riducendo la spesa corrente o aumentando le entrate, senza fare leva sulla pressione fiscale.
Noi ad esempio abbiamo trasformato i bollini per l’ingresso nella zona Z.T.L., riducendoli di costo rispetto alla concessione governativa di cui godeva solo lo Stato. L’ingresso in Città l’abbiamo poco meno che dimezzato, però quel entrata ora è del Comune.
Quindi attraverso un mix di controllo della spesa, vendita degli immobili, riduzione dei costi e aumento delle entrate, contiamo su di un risanamento del bilancio a tappe forzate che dovrebbe condurci nel 2015 a portare il debito che avevamo ereditato quando eravamo arrivati da 100 a 70 milioni. Una riduzione del 30% mentre il debito dello Stato negli ultimi anni, invece che diminuire è aumentato del 15-20%.
Perciò noi siamo un ente pubblico virtuoso, a differenza dello Stato, che però il prezzo maggiore di questa crisi lo fa pagare ai comuni.

Se dovesse dare un voto al terzo settore di questa Città?
Darei un voto tra 8 e 9: il Terzo Settore è una risorsa incredibile, noi se non avessimo voi, avremmo una Città più povera e più triste. E meno efficiente… Quindi voi incidete su 3 campi: l’entusiasmo, l’ottimismo e la collaborazione sull’efficienza del sistema.
Tre campi decisivi. Questo non è un complimento facile per voi, è il contrario. Cioè quando vi dico questo io in realtà vi sfido e vi incalzo a integrare e sostituire le attività che il comune non può mandare avanti. Io sono per cedere pezzi di sovranità ai cittadini che sanno organizzarsi.

Sindaco, che conoscenze ha della disabilità visiva? Cosa ne pensa del lavoro dell’Unione Italiana Ciechi sul territorio?
Con un dirigente come Massimo Vita sarebbe impossibile non avere conoscenza di ciò che fa l’associazione perché ha una capacità di presenza, di contatto, di interlocuzione, talmente continua che bisognerebbe essere ciechi noi per non accorgersi della vitalità, dell’entusiasmo, della determinazione e della lucidità con cui svolge questo lavoro.
Ogni volta che noi tocchiamo un tema di amministrazione ordinaria, ci domandiamo sempre se questo potrà consentire pari opportunità per tutti.
Per esempio la TM Mobilità sta per comprare 45 autobus che avranno le migliori dotazioni in termini di accessibilità per disabili. Non proprio il massimo, perché la conformazione altimetrica della città impedisce di avere il pulmino con lo scalino basso a terra; si tratta comunque di 45 pullman che hanno l’altoparlante che annuncia la fermata, che sono dotati dei più moderni dispositivi per consentire l’accesso alle carrozzine… 45 pullman vuole dire 8 milioni di investimento che verranno fatti nell’arco dei prossimi 15-18 mesi. Per una città che vuole essere in grado di accogliere tutti, questo è un buon biglietto da visita, anche se non è facile abbattere effettivamente le barriere architettoniche a Siena proprio per la sua conformazione.
E’ difficile persino per le persone che sono semplicemente un po’ in sovrappeso o anziane muoversi per la città. E’ un obiettivo che noi abbiamo presente, ma voi continuate a provocarci perché le sollecitazioni sono talmente tante, che proprio la vostra costanza e puntigliosità ci aiuterà a tenere presente questo aspetto della organizzazione della vita amministrativa di Siena.

La Sezione U.I.C.I. sta preparando un calendario per gli anni 2015/2016 chi lo volesse ordinare può chiamare il numero 0577/46181.

In Sezione sono disponibili i gadget con il logo dell’U.I.C.I. Sezione di Siena:
penna a 3 €,
borsa per la spesa a 5 €,
tazza a 8 €,
ombrello a 10 €.

“MI AVETE GUARDATA DENTRO”
di: Martina Medori e Rossella Miccichè

Giusto pochi mesi fa si è conclusa al Palazzo Fava di Bologna la mostra dedicata a Jan Vermeer e alla pittura fiamminga, che ha fatto accorrere migliaia e migliaia di visitatori, dall’Italia e non solo. Il fiore all’occhiello dell’evento, che ha portato a un tale afflusso di gente, è stato il quadro de “La ragazza con l’orecchino di perla” (o “Ragazza col turbante”), l’opera ormai di gran lunga più famosa del pittore olandese. Chi ha avuto la possibilità di recarvisi e contemplarla dal vivo si è reso presto conto che valeva davvero la pena di aspettare in fila per tre ore o più sotto il sole e compiere il più o meno lungo viaggio. Un’intera, enorme sala del palazzo era riservata unicamente a questo dipinto di così modeste dimensioni (appena 44,5×39 cm), ma di così enorme valore. L’emozione che si prova osservandolo è indescrivibile: qualcosa, in quello sguardo ammaliante e al contempo ingenuo, sembra puntare dritto al cuore di chi la osserva trafiggendolo e lasciando un segno indelebile.
E’ necessario ricordare comunque che a dare la possibilità al grande pubblico di conoscere questa opera tanto meravigliosa è stato sopratutto un romanzo (“La ragazza con l’orecchino di perla”, appunto), pubblicato nel 1999 dalla scrittrice Tracy Chevalier, nel quale ella immagina un racconto inventato (ma contestualmente possibile) dietro quella fanciulla dagli occhi così grandi. La stessa identica storia è stata poi ripresa pedissequamente dal film omonimo del regista Peter Webber, uscito pochi anni dopo (2003) con protagonista Scarlett Johansson, allora giovanissima, e Colin Firth nei panni di un oscuro e affascinante Vermeer.
“Mi avete guardata dentro” è una delle frasi più celebri della pellicola, che rende bene il significato profondo della storia.
Si immagina infatti che la protagonista del quadro sia Griet, una giovane appartenente a una famiglia protestante di Delft molto povera, costretta da un infortunio del padre, pittore di piastrelle, a mantenere la famiglia recandosi a lavorare come serva nella lussuosa casa del pittore Vermeer. Bistrattata e odiata un po’ da quasi tutti i componenti della famiglia (la giovane moglie, la suocera, una delle pestifere figlie), trova invece nel pittore un uomo gentile e comprensivo nei suoi confronti, che sin dall’inizio si accorge della particolare sensibilità di lei nei confronti del suo lavoro e della pittura in generale. A Griet infatti, oltre alle altre faccende domestiche, è attribuito il compito specifico di pulire l’atelier del signor Vermeer e di riporre tutti gli oggetti nella medesima posizione in cui li trova. La sua precisione e l’attenzione ad ogni esigenza dell’artista – che la moglie non è mai stata in grado di comprendere adeguatamente – la porterà sempre più vicina al pittore, che la trasformerà di fatto in una sua “discepola” e assistente. Attraverso l’arte del creare i colori, l’osservazione della luce e la cura delle sfumature, i due si troveranno a condividere una profonda complicità spirituale, tanto forte da assumere quasi le sembianze di un amore platonico. In questo contesto il pittore si ritroverà a doverla dipingere per desiderio del proprio mecenate, ed ella diventerà per lui anche una sorta di Musa ispiratrice, capace di ridonargli l’estro artistico lì dove lo aveva perduto nell’obbligo delle committenze altrui. Questo idilliaco sentimento non sarà però destinato a durare a lungo: alla fine infatti saranno costretti a separarsi per riprendere ognuno la propria vita e il proprio ruolo. Due vite differenti dunque, costrette a rimanere distinte e separate dalla propria appartenenza a classi diverse, che si sono incontrate e incrociate per un istante donando qualcosa di prezioso l’una all’altra.
Come già accennato, la storia del film ricalca fedelmente quella del libro, ma l’aspetto che colpisce di più è la rappresentazione accurata fin nei minimi dettagli dell’ambiente dove viveva e lavorava Vermeer. Dalle piastrelle dei pavimenti alle finestre, dalle vedute di Delft fino alla luce che ammanta le scene rendendole identiche nell’atmosfera a quei dipinti tanto amati: nulla viene lasciato al caso. La cura e la dovizia dei particolari, al di là della storia, sono ciò che rende questo film un piccolo capolavoro nel suo genere, non a caso a suo tempo candidato a tre premi oscar per “migliore scenografia”, “migliore fotografia” e “migliori costumi”.

SPORT PER TUTTI

INTERVISTA AL CAPITANO DELLA “ROBUR SIENA” LORENZO COLLACCHIONI.
di Antonio Garosi

Al termine della chiacchierata, quando saluto Lorenzo Collacchioni, mi viene da dire: “Proprio una bella intervista, capitano”. Se riesce a trasmettere a tutti la carica e la voglia di fare sempre meglio che lo anima, i sostenitori della Robur possono stare tranquilli.

Come o perché ha cominciato a giocare a calcio?
“Ho cominciato grazie ad un amico, prima facevo altri sport come il nuoto, insomma, tutt’altro. Poi il mio migliore amico mi invitò a provare il calcio, mi è piaciuto e da lì ho cominciato la mia carriera, in quello che è diventato il mio lavoro. Ho voglia di continuare, sento che posso dare ancora molto, spero di togliermi ancora altre soddisfazioni”.
?Può raccontarci in sintesi la sua carriera??”Ho cominciato facendo tutta la trafila delle giovanili a Firenze, nella Fiorentina, poi sono passato al Pisa; tra l’altro, nell’anno in cui il Siena ha vinto il campionato in C1, con il Pisa giungemmo secondi, poi uscimmo ai play-off.
Poi sono entrato in uno scambio con Marco Rossi e sono divenuto tutto di proprietà della Salernitana che mi ha spostato prima ad Avellino poi a Nocera per poi tornare a Pistoia.
In questa città c’è stata la parentesi più bella e lunga, cinque anni.
Successivamente Cisco Roma, Olbia, Prato. Sono risceso anche in Eccellenza un anno, dopo un infortunio alla caviglia, dopo il quale non sapevo neanche se avrei potuto continuare a giocare.
Per poi tornare a Pistoia, in serie D, dove sono rimasto due anni: nella passata stagione abbiamo vinto il campionato, infine sono arrivato qua a Siena,. Mi trovo molto bene in questa città, sia per l’ambiente, ma anche con le persone; c’è un forte senso di appartenenza che è molto utile anche alla squadra, ci serve da stimolo”.

Faccio notare il gran numero di abbonamenti sottoscritti in questa campagna.
“Sta a noi far aumentare i tifosi e far crescere anche il numero di abbonamenti, dando entusiasmo, per ricambiare quello che i nostri sostenitori ci trasmettono”.

Nella stagione 98/99 risulta essere stato in serie A con la Fiorentina; può raccontarci quell’esperienza?
“Ero molto giovane. Mi avevano aggregato alla squadra, sono stato in panchina. Era l’anno di Trapattoni, ma già dalla stagione precedente ero stato chiamato in prima squadra. Il Mister mi portò in panchina, non ho mai esordito, però ho assaporato il calcio che conta. È stata una bellissima emozione far parte di quel mondo, anche se ai margini. Io sono di Firenze e per me giocare nella Fiorentina era il massimo, avevo richieste anche dalle giovanili dell’Empoli ed altre società, ma scelsi di rimanere alla Fiorentina e fu sicuramente una bellissima esperienza”.

Quale delle esperienze nelle squadre in cui ha militato giudica la più positiva e perché?
“Ho fatto (passatemi il termine) tutte le cavolate possibili e immaginabili da giovane, forse sono passati anche due, tre treni per fare il salto di qualità, che per responsabilità mie non ho saputo prendere. Ho capito che il calcio poteva essere il mio lavoro quando sono tornato a Pistoia, in serie D: diciamo che per un motivo o per l’altro non potevo stare lontano dalla mia regione. In quella città ho capito di poter fare bene, è stata una consacrazione, infatti vi sono rimasto cinque anni. Ho capito di potermela cavare egregiamente in quelle categorie”.

Lei è stato già allenato da mister Morgia che, come si legge, l’ha voluta al Siena; sono cambiati i metodi di preparazione? E si trova bene con questi metodi?
“Io con il mister mi trovo benissimo, è la prima volta che lo dico, se l’avessi incontrato prima, forse, sarei riuscito a fare qual cosina in più di quello che ho fatto. Mi sono trovato subito a mio agio con il suo modo di concepire il pallone e mi riesce molto facile comprenderlo. Se in futuro dovessi fare l’allenatore mi ispirerei ai metodi del mister, questo per far capire quanto mi trovo bene perché ci insegna oltre al calcio anche come comportarci nella vita, ecco, direi che è anche un maestro di vita. In campo ti da stimolo e speriamo di levarci delle soddisfazioni anche qui a Siena”.

Chiedo se farebbe volentieri l’allenatore in futuro.
“Mi piacerebbe provare, potrei insegnare ai giovani a non fare molti degli sbagli che ho commesso io, diciamo che proverei volentieri, ma per farlo, e farlo bene, ci vogliono fortuna e capacità. Al momento non ci penso, voglio giocare ancora alcuni anni, non credo di essere arrivato al termine della mia carriera”.

Quando ritiene che il Siena sarà al top della condizione, visto che ha cominciato la preparazione in ritardo rispetto alle altre partecipanti al campionato?
“Ci vorrà ancora del tempo, sia dal punto di vista fisico, ma anche da quello mentale e per la conoscenza tra di noi. Dovremo impegnarci, la squadra ha bisogno di lavorare insieme, per conoscersi e migliorare i propri difetti, eliminandoli il più possibile. Altrimenti tutti inizierebbero la preparazione il quindici agosto e le cose dovrebbero andare bene. Se escludiamo la sconfitta della quinta giornata, fino ad ora (anche se delle sconfitte ne farei volentieri a meno), le cose non sono andate poi così male. Delle difficoltà le abbiamo avute, le avremo, però abbiamo ottenuto anche dei risultati positivi, la strada è quella buona però quando saremo al top non saprei dirlo; speriamo il prima possibile”.

Vista la facilità con cui nelle prime giornate il Siena ha superato le avversarie ritiene che la vittoria del campionato di questa stagione sia assicurata?
“Assolutamente no! I campionati sono tutti difficili da vincere, noi non ci nascondiamo, ci vogliamo provare, è giusto che sia così, perché il Siena riparte da una categoria che non gli appartiene e bisogna unire gli sforzi di noi giocatori, della dirigenza e dello staff per far risalire la “Robur”. Questo però non è assolutamente scontato, bisogna lottare tutte le domeniche su tutti i campi per raggiungere questo obbiettivo. Chi affronta il Siena da sempre il massimo di conseguenza anche noi dobbiamo dare sempre tutto”.

Sentiamo dire di scherzi che vengono fatti durante i ritiri. Ci può dire chi è il più scherzoso nella Robur? E raccontare uno scherzo che le è stato fatto?
“Il più burlone della squadra è Titone. Quest’anno non c’è stato il tempo per scherzare in ritiro. Abbiamo dovuto fare tutto in maniera accelerata, quindi non c’è stato il tempo di trovarsi per una cena tutti insieme. Per quello che riguarda gli scherzi, il minimo è il classico gavettone quando si esce dal riposo pomeridiano per andare al campo di allenamento. Quando giocavo a Pisa i miei compagni, all’uscita dal ristorante, mi presero le chiavi della macchina e la spostarono, facendomi credere che mi fosse stata rubata.
Poi, utilizzando il telefono di un altro compagno, mi fecero credere che stessi parlando con la polizia che mi confermava il furto. Insomma, anche se ci cascai in pieno, fu un sollievo sapere che si era trattato solo di uno scherzo!”.

NOTIZIE UTILI

PRIMO MEMORIAL MARIA RAMIRA SCARPELLINI
Il giorno sabato 25 ottobre dalle ore 15.30 si svolgerà presso il Palazzetto dello Sport “PalaGiannelli” in Viale Sclavo SIENA un quadrangolare di calcio a cinque
“I ciechi e la mobilità”. Le squadre:
Amministratori e impiegati del Comune di Siena, Fantini e Capitani delle Contrade,
Forze dell’Ordine,
Gruppo Stampa Autonomo di Siena
I biglietti sono reperibili presso la nostra associazione in Viale Cavour 134 a Siena e presso la biglietteria la sera stessa della manifestazione.

PENSI AL VOLONTARIATO?
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Siena, con lo spirito di incontrare persone che possano dedicare qualche ora del proprio tempo al volontariato per i disabili visivi, organizza tre momenti di informazione secondo il seguente calendario: martedì, 4, 11 e 18 novembre dalle ore 17,30 alle 19,30.
Gli incontri avranno luogo presso la nostra sede sita in Viale Cavour, 134 a Siena.
Per informazioni rivolgersi alla Dott.ssa Ferroni Elena: e-mail: elenafer82@gmail.com o al cell. 349 3022571. E’ un’occasione importante per conoscerci, vi aspettiamo!

Il giorno 16 ottobre si è celebrata anche a Siena la GIORNATA NAZIONALE DEL CANE GUIDA con una dimostrazione di come viene educato e svolge il suo lavoro un cane guida, in collaborazione con la Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Scandicci.

LA VIGNETTA di Emilio Giannelli

IN RICORDO DI MARIA RAMIRA SCARPELLINI

Carissima Maria, cari amici,?quando ho ricevuto la notizia della tua scomparsa, una tristezza profonda mi ha invaso e ho ripensato al nostro primo incontro a casa dell’amica comune: Maria Pia. Oggi non potevo mancare e, soprattutto, non volevo ti mancasse il saluto dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti; l’associazione che tanto hai amata.
La tua vita ha dato grande lustro alla nostra categoria, quando hai operato da docente in vari Istituti Superiori di Siena e Provincia. Maria, fino all’ultimo giorno della tua esistenza, hai avuto intorno a te i tuoi allievi che non perdono l’occasione per evidenziare quanto hai dato loro come docente ma ancora di più, come persona. Quando ti incontrai per la prima volta, otto anni fa, fui stupito dal tuo pensiero moderno, dai tuoi riferimenti culturali e spirituali che, in gran parte, erano e sono anche miei. Ricordo che parlammo di don Tonino Bello. Quell’incontro mi colpì, come mi ha colpito e spronato, la tua passione per la nostra associazione: per l’Unione. Maria, sei per noi un esempio che speriamo di onorare con la nostra vita e le nostre azioni. Ti indicheremo come luminoso esempio per la nostra categoria e non solo. La tua integrità dovrà essere per noi uno stimolo e la tua umanità ci dovrà guidare nel creare un sempre maggiore clima di solidarietà fra tutti noi.?Grazie, Maria, per quanto ci hai regalato con il tuo esempio con la tua grande umanità.
Ti ricorderemo sempre, come si ricordano i giganti della storia associativa. Ricorderemo che sei stata pioniera nel mondo della docenza dei disabili visivi; ti ricorderemo perché fino alla fine del tuo viaggio terreno ci hai incitati e sostenuti. Scusami se l’emozione non mi ha consentito di esprimere compiutamente ciò che il cuore e la mente mi suggerivano.?Ti saluto con la tristezza nel cuore e con me ti saluta tutta la sezione di Siena; ti saluta tutta l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Siena 30 Settembre 2014
Massimo Vita Presidente Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Sezione Provinciale di Siena