Verbale della riunione della Commissione Nazionale Nuove Attività Lavorative tenutasi a Matera il 10 ottobre 2017

Il giorno 10 ottobre 2017, in presenza presso la sala Mandela del Comune di Matera, in Via Aldo Moro 6, alle ore 11, si è riunita la Commissione Nazionale Nuove Attività Lavorative dell’UICI per trattare il seguente ordine del giorno:

1) saluti istituzionali;
2) riferimenti del coordinatore di Commissione;
3) stato dell’arte delle progettualità NAL, tra realizzazioni, criticità e aspettative di prossima conclusione, valutazione dei primi 18 mesi di lavoro della Commissione; risultati e analisi dei progetti;
4) valutazione del modus operandi della Commissione: riflessioni, impegni dei singoli componenti e strategie della Commissione per una più incisiva informazione all’esterno, analisi delle criticità insorte nello sviluppo dei progetti, criticità interne ed esterne, comunicazione e risposte dai soci, collaborazioni;
5) ipotesi di progettualità future;
6) varie ed eventuali.

Presenti:
Dott. Valter Calò, coordinatore della Commissione Nuove Attività Lavorative
Dott. Emanuele Ceccarelli, segretario Commissione NAL
Avv. Stefano Borella
Avv. Gianluca Fava
Maurizio Albanese
Dott.sa Paola Labarile
Dott. Marco Pronello
Dott.sa Tamara Lo Vasco
Enzo Iafrancesco

Assenti:
Dott.sa Alina Pulcini
Dott.sa Eleonora Ballocchi
Dott. Domenico Ietto
Carmelo Di Martino
La riunione si è svolta a porte chiuse.

1) saluti istituzionali.
Giuseppe Lanzillo, Commissario straordinario della sezione UICI di Matera e Presidente regionale UICI della Basilicata, porta i saluti e gli auguri di buon lavoro della sezione UICI di Matera e della Basilicata e la dottoressa Iaculli porta i saluti e il benvenuto dell’Amministrazione e del Sindaco di Matera, con la disponibilità piena alla collaborazione.
Successivamente, il coordinatore Valter Calò chiede a Marco Pronello di verbalizzare nei dettagli la seduta, ritenendo la riunione importantissima e dalla quale deve uscire un documento programmatico.

2) riferimenti del coordinatore di Commissione (relatore Valter Calò).
Il primo lavoro della Commissione NAL è stato quello di fare chiarezza sulla professione del perito fonico e trascrittore in ambito forense, professione che anche a distanza di un anno da quando è iniziato il lavoro della Commissione non a tutti era chiara. È emerso che dal 2009, anno in cui è partito il primo corso per periti fonici e trascrittori, solo Marco Pronello esercita con una certa continuità la professione.
C’era stata l’idea di creare una cooperativa sociale di periti fonici e trascrittori forensi, si erano tenute delle riunioni, ma dei sette periti che si erano detti interessati, solo Marco Pronello era fortemente interessato, gli altri in definitiva non potevano o non volevano impegnarsi. Allora si è deciso di fermare il tutto e di cercare altre persone motivate, mediante un nuovo corso per periti fonici e trascrittori.
Massimo Vita a nome dell’I.Ri.Fo.R. si è impegnato a realizzarlo, ha incontrato il prof. Romito dell’università della Calabria, che aveva tenuto il primo corso, e con lui si è pensato di tenere questo eventuale corso a Napoli a partire auspicabilmente dalla primavera 2018. In questa sede, Valter Calò si è impegnato ad acquisire novità sul progetto e ad accertarsi che la cosa proceda. Da qui, la Commissione sarà consulente, ma i lavori sono stati assunti dall’I.Ri.Fo.R.
Sempre su questa ondata è la figura del tecnico trascrittore all’interno delle forze dell’ordine, che non è il perito fonico trascrittore, anche se gli è affine. Calò e Pronello hanno redatto un progetto da presentare al Sottosegretario di Grazia e Giustizia, d’accordo con Stefano Tortini, Vicepresidente UICI. Sono giunti importanti suggerimenti anche da altri membri della Commissione e con una bozza così composta, Stefano Tortini è potuto andare a presentare il progetto al Sottosegretario.
All’esposizione del progetto, che enfatizzava le grandi capacità dei non vedenti di ascoltare e di comprendere le situazioni, oltre che dal parlato, anche dai segmenti paraverbali, come il tono della voce o le pause, e dai rumori di fondo, erano presenti, oltre che il Sottosegretario, anche un magistrato e qualche avvocato. È stato preso un impegno di aprire quantomeno i lavori entro la fine della legislatura. Non sanno se riusciranno ad ultimare il progetto, ma è stato aperto un gruppo di lavoro.
Ceccarelli, presente con Tortini alla riunione con il Sottosegretario di Grazie e Giustizia, spiega che la figura dovrebbe essere incardinata nelle figure professionali. I sindacati vogliono rimettere mano all’organigramma del Ministero di Grazia e Giustizia, quindi si aprirebbe un contratto collettivo e la prospettiva indicata dal Sottosegretario sarebbe di aprire uno spiraglio per questa nuova professione.
Calò precisa che più che di un inquadramento come dipendenti, potrebbe trattarsi di società esterne, vincolate in qualche modo alle procure o alla Polizia Giudiziaria, comunque l’idea è piaciuta molto ed è un risultato importante anche perché potrebbe rientrare all’interno della legge 68/99.
A margine, parlando con Tortini, Calò ha proposto di non limitarsi nel progetto a citare il tecnico trascrittore, ma anche di inserire ruoli amministrativi, su proposta di Eleonora Ballocchi e Stefano Borella che prendeva spunto dai ruoli della Polizia di Stato.
Anche le cooperative sociali sono un passo molto importante, ci sono anche dei soldi dell’Unione per partire, tuttavia le persone interessate sono per lo più anziane e non ci sono giovani. Calò ha spronato i presidenti di sezione, all’Assemblea dei Quadri Dirigenti UICI tenutasi a Tirrenia, ed esorta in questa sede tutti i presenti, a stimolare i giovani che abbiano idee e coraggio ad intraprendere questa strada. L’Unione, con la nostra Commissione, rivestirà un importante ruolo di consulenza e sviluppo delle Cooperative, senza entrarne a far parte, la responsabilità d’impresa è dei partecipanti alle cooperative e non dell’Unione. Devono essere progetti che si sostengano da soli, perché questa è inclusione. È inutile che parliamo di inclusione e poi siamo sempre lì con la mano a chiedere contributi e assistenza economica. Inclusione vuol dire essere alla pari degli altri in diritti e doveri. Dobbiamo dare occupazione ai giovani e cambiare la mentalità del tutto dovuto. La situazione occupazionale è difficile in generale, ma per noi è ancora più difficile e l’inclusione bisogna guadagnarsela.
Un’altra attività già iniziata dalla Commissione è quella delle interviste a persone, non per forza note a tutti, che svolgono con successo attività lavorative non tradizionali. Calò sprona i componenti a proseguire su questa linea, cercando persone da intervistare, affinché emerga e sia chiaro ai giovani che sfondare è difficile e bisogna darsi da fare. Lo scopo di queste interviste è spronare i giovani ad intraprendere nuove attività.
Albanese auspica che su tutto quanto detto finora ci sia sempre un intervento da parte dell’UICI sia nazionale che delle sue sezioni territoriali, non tanto da un punto di vista economico, ma di immagine e di sprone.

3) stato dell’arte delle progettualità NAL, tra realizzazioni, criticità e aspettative di prossima conclusione, valutazione dei primi 18 mesi di lavoro della Commissione; risultati e analisi dei progetti.
Un primo punto è il tentativo di progetto sul mediatore online, seguito da Valter Calò e da Stefano Borella. Su questo non c’è mercato di lavoro, quindi l’idea è stata per il momento accantonata.
Un secondo punto è quello dei questionari, con i quali, secondo l’auspicio di Calò, si dovrà creare un libretto entro la fine del 2018, che sia un vademecum approfondito per i giovani, ma anche per i centri per l’impiego, in modo da evitare che i ciechi continuino ad essere avviati solo ed esclusivamente ai lavori di centralinista e masso fisioterapista. I nostri ruoli sono maggiori, dobbiamo fare formazione ai centri per l’impiego e anche alle famiglie che hanno ragazzi non vedenti, dicendo loro che un cieco può fare anche molto altro. Quindi questo libretto non dev’essere solo un insieme di dati, ma un testo coordinato, in modo che possa anche essere inserito nella banca dati della sede centrale.
Il gruppo di lavoro sui questionari composto da Pronello, Albanese, Iafrancesco, Lo Vasco e Labarile, oltre che dalla referente Alina Pulcini assente, fa notare che ci sono state delle difficoltà e i numeri sono esigui, perché pochissimi di quelli contattati hanno risposto e le sedi territoriali spesso non hanno collaborato a divulgare i questionari. Il gruppo propone che la sede centrale metta a disposizione della Commissione i dati di cui dovrebbe essere in possesso, in modo da contattare le persone interessate in modo mirato.
Ceccarelli risponde che la banca dati è datata al 2006/2007 e la maggior parte di quelli che avevano risposto ai questionari facevano i centralinisti o i fisioterapisti, quindi non si riuscirebbe a trovare niente di utile.
Calò esorta a trovare una strada alternativa e se questo non è possibile si chiude il progetto.
Albanese chiede se si può coinvolgere la sede centrale per dare una mano a riprendere il progetto. Calò è scettico su questa ipotesi, ma proverà ad informarsi.
Altro punto è il progetto con FCA della macchina che si guida da sola. È ancora in itinere e per il momento non ci sono risposte.
È in itinere anche il progetto con la Rai per un corso di impostazione per speaker radiofonico. L’idea era nata da un progetto personale di Paola Labarile che voleva fare un tirocinio a Rai Radio 3. Il corsista non dovrà per forza lavorare in Rai, ma la Rai sarebbe il marchio garante della qualità professionale. Per ora si incontrano alcune difficoltà ad interagire con chi di competenza in Rai.
Albanese parla del progetto che sta seguendo sull’accordatore di pianoforti. Ha ricevuto nel tempo varie obiezioni secondo cui si tratta di una professione vecchia, ma lui replica che di pianoforti ce ne sono ovunque, da teatri, a scuole, a sale da concerto. Ora c’è un contatto tra la sede di Palermo e il Conservatorio, che ha un contatto con un accordatore francese per iniziare questa attività.
In questi 18 mesi di lavoro della Commissione sono state svolte anche tante altre attività che non hanno una diretta attinenza con l’oggetto della Commissione, ma che sono importanti, come la lettera di Stefano Borella alla parlamentare europea Isabella De Monte sulla progressione lavorativa, o i trattati giuridici di Marco Pronello sui trasporti e sul lavoro, sui quali sono state coinvolte altre Commissioni e per i quali la Commissione ha il pieno appoggio del Vicepresidente Tortini, come anche per il progetto del tecnico trascrittore. C’è anche il progetto di agricoltura sociale a Siracusa che per il momento è fermo.

4) valutazione del modus operandi della Commissione: riflessioni, impegni dei singoli componenti e strategie della Commissione per una più incisiva informazione all’esterno, analisi delle criticità insorte nello sviluppo dei progetti, criticità interne ed esterne, comunicazione e risposte dai soci, collaborazioni.
Interviene Stefano Borella sul tema della progressione lavorativa, che sembra non riguardare questa Commissione, ma invece la riguarda eccome, perché è un problema culturale. Si discute sempre e soltanto di accesso al lavoro delle persone con disabilità, ma mai di progressione lavorativa, cioè di fare carriera da parte dei disabili.
Facendo per esempio un’analisi su quante persone con disabilità hanno una posizione dirigenziale in Friuli Venezia Giulia, il dato è tendente a zero. Ce ne sono due o tre che però sono diventati disabili dopo essere diventati dirigenti, per incidenti o cause simili. Questo significa che la discriminazione passa anche dai dati statistici: se il numero è zero, è evidente che esiste un problema di discriminazione al quale bisogna porre rimedio. Se ragionassimo in termini di inclusione non solo di principio, ma anche reale, si aprirebbero delle vie di progressione lavorativa diverse: da quadro, a dirigente, ecc., che fanno sì che si liberino anche posti in posizioni inferiori, che possono essere occupati da altri. Quindi bisogna poter crescere, assumendosi anche tutte le responsabilità e i rischi del caso.
Il fatto che l’Istat, piuttosto che le Pubbliche Amministrazioni, non sappiano quanti sono i disabili in posizioni direttive è preoccupante e su questo bisogna impegnarsi tutti, da Barbuto a questa Commissione. L’Unione deve dare servizi in questo senso e deve prendere posizioni nette anche per quanto riguarda l’accessibilità, visto che si vedono ancora molti documenti sui siti della Pubblica Amministrazione in formato immagine non accessibile, nonostante la legge Stanca e altre norme attuative. Su questo l’Unione non può non schierarsi, chiedendo che al dirigente che ha pubblicato un documento in formato non accessibile sia comminata la sanzione prevista per legge.
Passando al tema della comunicazione interna, Borella prosegue scusandosi per essere stato poco in contatto con la Commissione per questioni lavorative nei mesi passati. Ritiene importante che ci si divida in gruppi che si concentrino ognuno su un progetto, composti da tre persone ciascuno indicativamente. Ogni gruppo avrà un portavoce che riferirà sul progetto al coordinatore, mettendo tutti per conoscenza nella mail. Questo per dare ordine alle comunicazioni.
Calò approva, ma il numero di tre componenti per ogni gruppo non deve essere tassativo. L’importante è che un gruppo non sia composto da sette o otto persone. Soprattutto è una bella idea il fatto che il referente venga eletto dal gruppo e non scelto dal coordinatore, come invece è stato finora.
Gianluca Fava sposa in pieno le proposte di Borella, anche se in parte sono state già attuate, come per esempio quanto ai gruppi di lavoro. Tuttavia col tempo ci sono stati problemi all’interno dei gruppi, perché questi si ampliavano troppo, a volte il referente non sapeva più quello che il gruppo stava facendo e perdeva il controllo della situazione. Si finiva così per rifare più volte ciò che era già stato fatto. Ora bisogna capire innanzi tutto da quanti membri è composta effettivamente la Commissione, per poter costituire con certezza i gruppi.
Per quanto riguarda la comunicazione, Gianluca Fava propone di sfruttare tutti i canali, compreso un canale Twitter, che si interfaccia agevolmente con Facebook.
Calò replica che ci sono stati dei problemi di comunicazione, tutti se ne sono accorti, ma siamo qui per risolverli. Il numero dei componenti la Commissione è ben definito e il referente di un progetto ha le stesse funzioni del coordinatore, cioè quelle di spronare i componenti del gruppo, perché non è tanto importante chi lavora di più o di meno, ma è importante che il gruppo persegua il suo obiettivo.
Fava ribatte che lui, in quanto referente del gruppo sul perito fonico, ha più volte spronato il gruppo, ma ci sono stati dei problemi per cui quando c’è stata la riunione a Bologna per la cooperativa dei periti fonici, lui stesso e altri membri del gruppo non ne sapevano niente.
Calò fa notare che il progetto di analisi era finito e doveva essere formata una cooperativa, quindi l’oggetto era diverso e non era più competente quel gruppo.
Fava fa notare che sarebbe stato corretto quantomeno informare il gruppo.
Calò ribadisce la sua posizione, chiarendo tuttavia che lui per primo ha qualcosa da migliorare nella comunicazione.
Tornando al numero dei componenti la Commissione, Fava rileva che tre membri, Pronello, Lo Vasco e Iafrancesco, si sono aggiunti dopo la scadenza del termine per presentare i curricula, quando i gruppi di lavoro erano già formati.
Calò dice che questo non va ad influenzare l’operato dei gruppi di lavoro e che i nuovi membri sono entrati in qualche gruppo già formato perché i referenti avevano bisogno di persone in più. Se dovesse entrare ancora qualcuno nella Commissione e i gruppi fossero al completo, chi entra rimane fuori da tutti i gruppi, a meno che un referente non necessiti di rinforzi.
Quanto ai canali di comunicazione, sebbene non tutti i membri posseggano tutti i canali, cioè Whatsapp, o Twitter, ecc., Calò è d’accordo a comunicare il più possibile con tutti i canali esistenti.
Calò e Fava concordano che abbandonare il gruppo di Messenger, come ha fatto Domenico Ietto, probabilmente per presa di posizione su un messaggio un po’ forte di Paola Labarile riguardante la sezione di Matera, e non venire alla riunione senza dare una motivazione, non sia un atteggiamento corretto ed equivale un po’ a dare le dimissioni. È molto più costruttivo prendere posizione se non si è d’accordo, ma rimanendo a tutti gli effetti dentro la Commissione e comunicando.
Calò auspica un riavvicinamento di Ietto, che è una risorsa per la Commissione e che ha redatto un documento sul disability manager che sarà pubblicato appena possibile.
Calò dice che nessuno è obbligato a rimanere, ma bisogna essere chiari sulla volontà o meno di restare nella Commissione. Chi lavora sarà premiato e vedrà il proprio nome scritto su ciò che produce e questo è lo sprone migliore per tutti.
Anche Iafrancesco concorda sul ruolo importante dei gruppi di lavoro e sul fatto che la comunicazione, anche quella esterna, deve migliorare. Ne è testimonianza la grande difficoltà di reperire informazioni per i questionari, di cui si è parlato in precedenza.
Su questo tema, Labarile nota che c’è stato proprio un problema di strategia in quanto le e-mail per i questionari venivano mandate da e-mail personali e non da indirizzi dell’Unione, ingenerando così diffidenza nei destinatari.
Per quanto riguarda la comunicazione interna, ammette in effetti di aver preso in certi messaggi posizioni un po’ forti, ma non è una giustificazione per abbandonare il gruppo di Messenger di Domenico Ietto. Anche lei è d’accordo per l’uso di Twitter, e Messenger e Whatsapp devono coesistere e l’uno non deve sostituire l’altro.
Iafrancesco chiede se non sia meglio scegliere un canale solo da usare, ma dagli altri membri arriva il concetto che non tutti hanno dimestichezza con lo stesso canale, quindi è meglio usarli tutti, così si è sicuri che tutti leggono tutto.
Iafrancesco propone che ci si deve sentire di più all’interno dei gruppi: almeno una volta alla settimana bisognerebbe fare il punto della situazione.
Calò dice che il metodo e l’intensità di comunicazione all’interno di ogni gruppo sarà deciso dai componenti del gruppo stesso. Comunque tutti i canali vanno bene, usati anche in contemporanea, per comunicare in Commissione.
Lo Vasco predilige come mezzo di comunicazione interna l’e-mail, perché tutti la leggono ed è la più immediata. Quanto al discorso della comunicazione sulla riunione di Bologna per la cooperativa sociale, condivide quanto detto da Fava, cioè che quantomeno, anche se il suo progetto era finito, gli andava comunicata perché era il seguito del suo progetto.
Pronello auspica che un gruppo di lavoro si occupi del progetto sulla progressione lavorativa, perché è un tema che attiene proprio a questa Commissione. Auspica anche che ci sia più collaborazione tra le Commissioni, per esempio questo tema può essere trattato in sinergia con la Commissione Lavoro e con la Commissione Ausili e Tecnologie per tutto il discorso dell’accessibilità. Un altro auspicio è che si continui a lavorare sul progetto del design for all e dei certificatori, viste le importanti novità normative in ambito europeo che stanno per arrivare.
In tema di comunicazione esterna, si potrebbe creare un blog per comunicare all’esterno qual è l’attività della Commissione e quali sono i risultati.
Parlando di comunicazione interna, Pronello ritiene che tutti i canali debbano essere usati, ma il principale dovrebbe essere l’e-mail perché tutti la leggono. Concorda poi con Gianluca Fava sul fatto che c’è stato un difetto di comunicazione inerente alla riunione di Bologna, anche perché quel progetto potrebbe vedersi come strettamente collegato a quanto fatto dal gruppo di lavoro sui periti fonici. Per ovviare a questo problema, propone in futuro che tutta la Commissione debba essere informata su tutte le attività che si intende sviluppare e su tutte le iniziative prese, poi i dettagli andranno comunicati solo al gruppo o ai singoli interessati, ma iniziative e risultati dovranno essere comunicati a tutti.
Sul tema del gruppo per la progressione lavorativa, Borella ritiene la proposta molto interessante, ma bisogna essere consapevoli che è un tema di lungo periodo. Pronello ne è conscio, ma ribadisce che è un’occasione che la Commissione proprio non può perdere.
Calò è consapevole che è importante comunicare di più. Per la riunione di Bologna aveva chiesto ad Eugenio Saltarel se era possibile invitare altri componenti, ma la risposta era stata negativa e comunque per la cooperativa erano interessate solo persone che facevano il perito fonico, non altri. Tuttavia in effetti l’informazione poteva essere data a tutti, perciò si impegna per il futuro a migliorare la sua informazione, mandando due righe informative a tutti su ogni cosa che è in cantiere, ma chiede a tutta la Commissione delle risposte, perché è capitato che qualcuno anche a domande precise non ha risposto. La cosa dev’essere reciproca, altrimenti si abbasserà di nuovo da parte sua il livello quantitativo dell’informazione.
C’è sicuramente stata collaborazione con altre Commissioni, anche in occasione dei lavori scritti da Pronello sulle norme sul lavoro e sull’accessibilità dei trasporti, ma le reazioni, soprattutto da parte della Commissione Mobilità, non sono state del tutto soddisfacenti. Calò cerca di porre in atto collaborazioni con la Commissione OSI e Nuove Tecnologie, con cui c’è una discreta sinergia, anche se non sempre è facile e non sempre le risposte sono state pienamente soddisfacenti. Anche la Commissione Comunicazione ha chiesto articoli sulle riviste associative su quanto fatto da noi e comunque Eugenio Saltarel sprona spesso le Commissioni a collaborare.
Albanese concorda pienamente con quanto detto da Fava e da Borella. Fa rilevare però che c’è stato un problema di comunicazione sull’ingresso di Enzo Iafrancesco in Commissione, perché siamo stati messi di fronte al fatto compiuto senza saperne niente prima.
Su questo, Iafrancesco chiede scusa a tutti e precisa di aver scritto due righe a Calò.
Calò spiega che questo è stato un errore della Direzione Nazionale, perché gli è pervenuta una lettera che gli comunicava l’ingresso di Iafrancesco come nuovo membro della sua Commissione, ma lui stesso non lo conosceva e non aveva visto il suo curriculum. Non si è capito da chi sia arrivata la proposta, quindi il Presidente Barbuto ha deliberato che per l’ingresso di nuovi membri nelle Commissioni ci voglia il consenso del Coordinatore.
Alle 13.21 si interrompe la riunione per la pausa pranzo. La sessione riprende alle 14.30 con la trattazione del prossimo punto all’ordine del giorno.

5) ipotesi di progettualità future.
Alla ripresa dei lavori, si decide in prima istanza di esporre i progetti che ognuno ha in mente, poi di approvarli ai voti e per quelli che vengono approvati di costituire subito i sottogruppi, all’interno dei quali poi in seguito saranno scelti i referenti.
Albanese propone l’attività di tecnico del suono per lavorare nelle case discografiche, in cabina di regia nella preparazione del master, lavorando sulle equalizzazioni. Ci sono alcuni non vedenti che la esercitano e che hanno degli studi di registrazione. Tra questi, uno di Genova che Albanese conosce, e poi c’era stato Giulio Nardone, presidente dell’Associazione Disabili Visivi, che già 25 anni fa aveva presentato questa attività con delle linee guida. Albanese si propone di contattarlo e di farsi mandare questo progetto per fare uno studio di fattibilità per instradare verso questa professione.
La proposta viene messa ai voti e viene approvata da tutti, eccetto Borella che si astiene.
Pronello e Iafrancesco vorrebbero prendere parte a questo progetto, Fava si dichiara interessato, ma prima vorrebbe sentire tutti i progetti, perché magari ce ne sono tanti interessanti e a cui vorrebbe prendere parte, ma non si può partecipare a tutto. Anche Paola Labarile si esprime in tal senso, quindi si decide in seconda istanza di fare una carrellata sui progetti e successivamente decidere chi vuole prenderne parte.
Lo Vasco espone alcuni progetti che aveva preparato con Eleonora Ballocchi. Il primo, della cui relazione mandata da Ballocchi dà lettura Ceccarelli, è quello dell’interpretariato, legato alla verifica sull’accessibilità di quanto serve per questa professione, cioè programmi di videoconferenza, dizionari online, anche di linguaggi tecnici, e quant’altro. Si penserebbe di contattare scuole di interpretariato e l’Associazione Internazionale degli Interpreti di Conferenza.
Calò dice che al Parlamento Europeo c’è un interprete di sala, cioè che fa la traduzione simultanea, non vedente, che però dev’essere affiancato da un vedente per poter svolgere validamente la professione. L’ideale sarebbe, se prendesse piede il progetto, di inserire i non vedenti nei corsi ordinari di interpretariato; se ci fossero problematiche specifiche di accessibilità o di softwares, come seconda opzione, si penserà a corsi specifici per gli interpreti di sala.
Parallelamente andrebbero incentivate le traduzioni, sia in cartaceo che online, e lezioni di lingua online, magari tramite Skype, ma a costi più contenuti rispetto a quelli di una lezione frontale. C’è già a Bologna una ragazza non vedente e ce ne sono altri in Italia che danno lezioni di inglese da casa con Skype. Da implementare è anche la creazione di software e dizionari accessibili multilingue a livello internazionale.
Detto questo, Calò richiede la presentazione di una visione d’insieme di questo progetto che è molto ampio. È importante fare anche un’analisi di mercato per non essere messi fuori gioco dalla concorrenza, che è molta, sulle tariffe da applicare nelle traduzioni scritte.
L’idea viene messa ai voti e viene accolta all’unanimità. Pronello e Iafrancesco sono interessati a prendere parte al gruppo.
Il secondo progetto presentato da Lo Vasco e Ballocchi, letto da Ceccarelli, è legato alle professioni enogastronomiche, come quella di assaggiatore. Ci sono già non vedenti e ipovedenti che sono assaggiatori di oli e vini e operano nella ristorazione e Calò elenca alcune iniziative che ci sono state in varie regioni d’Italia. Calò fa notare tuttavia che, pur essendo una professione fattibile, c’è poco da guadagnare ed è più che altro passione. Sono pochi quelli che riescono a farlo come primo lavoro e a guadagnare abbastanza, la maggior parte lo fa per arrotondare o gratuitamente.
Albanese obietta che c’è bisogno di formare queste persone sulle qualità dell’olio o dei vini. Iafrancesco racconta che quando lui a Isernia ha fatto una cena al buio, aveva conosciuto un ingegnere che aveva inventato un dispositivo che aiutava i non vedenti che volevano fare i sommelier a distinguere il colore del vino, che per un sommelier è fondamentale.
Calò aggiunge che esiste un’app sviluppata in Piemonte e anche in cantine venete, trentine ed altoatesine, che, fotografando un particolare dell’etichetta della bottiglia, dice tutte le qualità del vino, oltre i dati societari utilizzando la stessa tecnologia dei biglietti da visita, che normalmente non possiamo leggere. Avviare questa tecnologia ha un costo elevato, ma visto che già esiste, implementarla per un uso nostro costa molto meno.
Borella si dichiara contrario a questo progetto, proprio perché non è un’attività professionalizzante, ma è più che altro un hobby.
Lo Vasco precisa che l’idea potrebbe anche essere di vedere se nelle grandi aziende di produzione alimentare si potesse inquadrare una figura del genere.
Calò dice che ormai in questo settore ci sono quasi esclusivamente consorzi e, almeno quanto ai vini, non si degusta più nella fase di produzione, perché vengono fatte analisi chimiche. È da tenere anche conto, come fa rilevare Iafrancesco, che quasi sempre i sommelier sono anche camerieri e, come dice Calò, che alcuni ristoranti hanno chi fa esclusivamente il sommelier, ma sono pochissimi, anche se ben pagati, e in più c’è una concorrenza spietata perché i corsi da sommelier durano sei anni e quindi sono preparatissimi. Lo spazio di azione è angusto, perciò Calò si raccomanda, qualora partisse questo progetto, di sentire le sezioni che hanno promosso corsi di questo genere, come in Puglia e in Sicilia, e accertarsi che non dicano che chi ha fatto questi corsi lavora tanto e guadagna tanti soldi, perché al massimo vengono chiamati ogni tanto da qualcuno nell’ambito delle loro conoscenze.
Fava è contrario per le stesse motivazioni espresse da Borella e così gli altri componenti, tranne Labarile e Pronello. Calò dice che non è di competenza di una Commissione Nazionale, ma va lasciata alle sezioni che vogliano organizzare corsi a fini di hobby.
Si decide di accantonare questa attività e riproporla tra un anno.
Altro punto proposto da Lo Vasco e Ballocchi è la gestione di siti o blog a fini per esempio di pubblicità di prodotti o marketing.
Pronello e Calò obiettano che si tratta di un’operazione che non è una vera e propria professione a sé stante, ma è di supporto a qualsiasi altra attività e non può stare in piedi se non ha un oggetto da promuovere. Tutti gli altri concordano su questa visione, quindi, messo ai voti, il progetto è bocciato all’unanimità. Calò dice che si può eventualmente proporre il prossimo anno abbinato ad uno dei nostri progetti in fase di sviluppo.
Altro progetto sempre presentato da Lo Vasco e Ballocchi, oltre che da Iafrancesco, è il lavoro del giornalista, già svolto da certi non vedenti. Si può proporre un sostegno alla partecipazione dei non vedenti a corsi di giornalismo.
Il progetto è approvato e Fava, Iafrancesco e Pronello sono interessati con riserva a partecipare.
Ultimo progetto di Lo Vasco e Ballocchi è l’impiego nelle forze dell’ordine con mansioni amministrative, partendo dalla legge 68/99, che non esclude l’impiego di disabili nelle forze dell’ordine, mentre queste di fatto lo escludono.
Calò dice che questo era già previsto da inserire assieme all’occupazione come tecnico trascrittore. La strada dell’assunzione diretta sembra al momento improponibile, si vedrà se si riuscirà ad ottenere qualcosa mediante cooperative sociali. Si decide di prendere in considerazione il progetto il prossimo anno, vedendo nel frattempo come procede il progetto del tecnico trascrittore.
Pronello rilancia l’idea che un gruppo della Commissione si occupi della progressione lavorativa. Borella riafferma la centralità del tema, ma non è sicuro che questo possa essere in capo a questa Commissione. Calò dice che questo dovrà essere in capo alla Commissione Lavoro e propone di fare un documento da trasmettere al Vicepresidente UICI Tortini e fare pressione perché se ne occupi.
Lo Vasco propone di accorpare al documento sulla progressione lavorativa anche il tema del disability manager e del tutor aziendale. Tutti però concordano che si tratti di argomenti diversi, che tuttavia vanno trattati parallelamente.
Calò dice che ha ricevuto da parte di Ietto una relazione sul disability manager che sarà molto utile come spunto. C’è un disability manager al Comune di Bologna che è un non vedente, ma gli altri sono tutti vedenti. È un progetto molto lungo da sviluppare e comunque molti potranno prendere spunto dal nostro lavoro.
Un’altra idea di Pronello è quella di occuparsi dell’alternanza scuola lavoro, in modo da rendere possibile che ogni studente possa fare un tirocinio valido finalizzato alla scuola che sta frequentando e a quello cui aspira, con l’intervento di chi si occupa di accessibilità che interagisca con le scuole e le aziende. Tuttavia, non essendo questa una professione, ma una preparazione al lavoro, la Commissione decide che è di competenza della Commissione per l’istruzione.
Fava propone di lavorare su un progetto di legge sul voto in braille, da cui potrebbe nascere una nuova attività per i non vedenti, cioè quella di scrutatore ai seggi. Tutti, Fava compreso, concordano che non è una professione, perché lo scrutatore lavora una o due volte l’anno, quando ci sono le elezioni. Tuttavia Calò invita Fava a produrre un documento da presentare a Tortini.
Pronello dice che aveva già steso un documento analogo per il voto elettronico e lo aveva mandato a Calò e quindi si può partire da quel documento per collaborare.
Borella propone la creazione di una cooperativa che affianchi l’Unione centrale e le sezioni, come una sorta di consulente, con fondi europei, per progettazione europea, laddove la sede centrale non è articolata per farlo e le sezioni sono troppo piccole.
Calò al momento non la ritiene un’idea percorribile perché è quasi sicuro che i fondi europei arrivino esclusivamente tramite gli Stati e gli enti territoriali, a meno che non si tratti di progetti di interesse europeo, comunque si riserva di approfondire l’argomento insieme a Borella.
Ceccarelli dà lettura di un documento di Carmelo Di Martino sul progetto di agricoltura sociale a Siracusa, da cui emerge, in sintesi, che il progetto è fermo per l’impossibilità di reperire fondi, 350 mila euro. Di Martino chiede alla Commissione qualsiasi proposta per uscire da questo impasse e poter comunque andare avanti.
Calò dice che ha sospeso questo progetto, perché lo studio di fattibilità che lui aveva programmato di ricevere un anno fa non è mai stato fatto in quanto a Siracusa stanno aspettando questi 350 mila euro. Il fatto è che nessuno, né le banche o qualsiasi privato e neanche lo Stato, la Regione o l’UE, danno i fondi senza un business plan o Progetto di fattibilità. Calò si era proposto di farlo, ma è passato troppo tempo dall’inizio del Progetto e denuncia la scarsa comunicazione e partecipazione di intenti di Carmelo Dimartitno, tra l’altro il terreno presentato non è adatto a nessuna progettualità in quanto manca di strutture abitabili.
Un altro progetto proposto nel documento di Di Martino è quello del social media manager, cioè una figura che operi sui social per sviluppare piattaforme per far conoscere realtà aziendali o comunque che operano in certi settori.
La proposta viene giudicata da tutti un po’ confusionaria, si decide di sospenderla e di riproporla quando sarà presente Di Martino a spiegarla personalmente.

6) varie ed eventuali.
Non essendoci varie ed eventuali, Calò invita chiunque abbia idee da presentare d’ora in poi, a farlo in non più di cinque righe, poi verranno messe ai voti anche via e-mail, e se un’idea passa si inviterà il proponente a presentare un documento più articolato.
I lavori si chiudono alle ore 16.00.

Il componente la Commissione NAL verbalizzante
Dott. Marco Pronello