Una proposta per migliorare, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Non sono né un candidato, né un delegato al Congresso, ma un semplice socio impegnato da anni nel servizio all’Associazione a livello nazionale, e per questo mi permetto di condividere con tutti voi alcune mie riflessioni e proposte tecniche per il rinnovamento organizzativo della nostra Unione in vista del prossimo congresso.

ALCUNE CONSIDERAZIONI DI FONDO

In questi ultimi 10 anni si erano venuti affievolendo lo spirito associativo e la voglia di cambiamento: nonostante l’apertura agli ipovedenti , abbiamo assistito ad una costante “emorragia” di soci e ad un progressivo “appiattirsi” dell’azione rivendicativa dell’unione, fino al venir meno di una vera nostra politica di welfare.
Unica a rafforzarsi è stata la nostra credibilità internazionale, ma all’interno l’azione della sede centrale era diventata sempre più autoreferenziale e sempre meno autorevole: anche nei confronti del Governo italiano e dei governi regionali, pur rimanendo l’autorevolezza del presidente , la “voce” dell’associazione nel suo complesso, si era via , via affievolita e, troppo spesso, appiattita su posizioni rinunciatarie fino a venire sovrastata dalle iniziative più incisive di altre organizzazioni. Poco o nulla veniva fatto per favorire l’inclusione socio-lavorativa degli ipovedenti, del centro polifunzionale per pluriminorati si continuava solo a parlare, si assisteva quasi senza reagire al venir meno dell’obbligo di assunzione dei centralinisti da parte delle banche, era assente un reale dibattito sulle carenze socio-assistenziali nei confronti degli anziani e di quelli disabili visivi in particolare, solo per citare alcuni esempi.
Nei confronti di queste carenze si potrebbe dire che la maggior responsabilità sta nella aumentata insensibilità delle autorità e nella “crisi” che dal 2008 ha colpito il nostro paese e non solo , è stata però tutta interna la responsabilità del mancato rinnovamento del modello organizzativo della nostra associazione , davanti alle trasformazioni in atto nella società ed ai mutamenti dell’organizzazione statale, infatti mentre l’azione politico-sociale della sede centrale riduceva la sua incisività, parallelamente diminuiva la fiducia e aumentava la distanza della periferia dal centro.
Al decentramento dello stato con la delega alle regioni di materie come scuola, sanità ed assistenza, (che sono quelle che a noi interessano particolarmente e che ci devono vedere maggiormente impegnati in periferia) , non abbiamo saputo rispondere con una riorganizzazione della sede centrale capace di garantire un idoneo supporto al nuovo lavoro al quale venivano chiamate le sezioni provinciali ed i consigli regionali. Questo ritardo nell’adeguarsi al cambiamento è , a mio avviso, una delle cause dell’aumentata distanza tra il centro e la periferia che si vedeva arrivare solo “circolari” che dicevano loro cosa fare, senza però che ci fosse una struttura centrale in grado di sostenerne e guidarne l’azione sul “come” fare. Tutto questo ha impedito alle nostre sedi locali di interpretare i nuovi bisogni dei soci ed essere così in grado di dar loro risposte valide contribuendo al loro allontanamento.
Al rinnovamento politico avviatosi in questo ultimo periodo ed al quale auspico il Congresso voglia dare ulteriore forza, per un rilancio dell’azione associativa occorre affiancare un profondo rinnovamento nell’organizzazione.

ALCUNE PROPOSTE PER UN RINNOVAMENTO DELL’AZIONE
Quale premessa vi è la necessità di un rilancio del dibattito sullo stato sociale, sul modello di inclusione scolastica e socio lavorativa attenta alle specificità della disabilità visiva, tutto ciò non nell’isolamento di categoria, ma cercando e favorendo, come sottolineato dal presidente Mario Barbuto nel Convegno sul lavoro di Napoli, una unità di azione di tutte le associazioni dei disabili ingenerale e con quelle dei disabili visivi in particolare: l’unità dei più deboli paga sempre.

ORGANIZZAZIONE
Come detto io sono un semplice “socio impegnato” impegnato a livello tecnico e quindi lascio ai politici le proposte politiche , io mi permetto solo alcuni suggerimenti di tipo tecnico organizzativo per un rinnovamento dell’organizzazione della sede centrale, utili, a mio avviso, a migliorare l’efficacia dell’azione associativa.

LE PROPOSTE
Rendere efficace la sede centrale significa riorganizzarla, sul piano operativo in modo che possa funzionare come un “Centro studi” che, a livello politico , definisce le linee di sviluppo e di azione dell’associazione e le propone e “difende” nei confronti delle istituzioni e dei politici, mentre al suo interno, a livello tecnico, si struttura in modo da poter tradurre l’azione politica in progetti, servizi e azioni concrete da disseminare in periferia facendo così sentire la sua presenza supportando e guidando le sezioni ed i consigli regionali nell’azione sul territorio.

Concretamente ciò richiede:
Una riorganizzazione della direzione che garantisca una maggiore collegialità nella gestione con una più ampia corresponsabilità ed autonomia dei singoli direttori nella gestione dei settori a ciascuno affidati (, quale quella degli assessori rispetto al sindaco);
La creazione di un livello tecnico costituito dai responsabili operativi dei gruppi di lavoro ,(in sostituzione delle attuali commissioni di lavoro ) composti sulla base delle competenze dei singoli;
la realizzazione, entro i primi mesi del prossimo anno, di “week end” di formazione/aggiornamento , per approfondire con i componenti dei singoli gruppi il quadro giuridico e la normativa di riferimento e individuare i principali strumenti operativi dei gruppi di lavoro, così che possano essere reali punti di riferimento per la direzione e un supporto per le sedi territoriali;
La trasformazione degli attuali uffici istruzione, lavoro, servizio civile ecc. da strutture burocratiche e deresponsabilizzate, in servizi di “supporto” operativo ai direttori, ai responsabili operativi dei gruppi di lavoro e alle sezioni sia con l’emanazione di “linee guida”, sia con l’affiancamento e l’accompagnamento (anche on line e audioconferenze) delle sedi locali nella predisposizione di progetti e la realizzazione di iniziative.

Una organizzazione di questo tipo è assolutamente necessaria per i tre settori chiave: istruzione, lavoro e welfare: essi hanno visto recentemente un profondo cambiamento normativo dalla cui approfondita, conoscenza i responsabili operativi, i gruppi di lavoro, ed i relativi servizi non potranno esimersi , pena l’inefficacia della nostra azione.
Luciano Paschetta