Mai la nostra Unione ha ricevuto tanto in così poco tempo!
Parafrasando Winston Churchill, questa frase sintetica e un po’ scherzosa, riassume i diciotto mesi della mia presidenza.
Un Premio Braille affollato e divertente, nel teatro più antico e famoso di Roma.
Un’udienza con Papa Francesco, alla presenza dell’intero Consiglio Nazionale.
Una udienza privata con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Una Legge di Stabilità che ci assegna quasi otto milioni annui per i prossimi tre anni.
Una lotteria nazionale concessa finalmente, per la prima volta, che ha venduto un milione di biglietti in tutta Italia.
Un Centro di alta specializzazione dedicato alle disabilità plurime, al quale abbiamo finalmente dato la sede dopo dieci anni di attesa, salvando il contributo straordinario di cinque milioni dal rischio di restituzione forzata allo Stato.
Una presidenza nazionale del Forum Italiano della Disabilità recuperata e conservata alla nostra Unione quando già era stata assegnata ad altri.
Questi i dati salienti e più rilevanti della mia presidenza, ancorché troppo breve, sebbene tanto intensa.
Sul piano associativo e organizzativo:
Abbiamo distribuito solo quest’anno oltre un milione e mezzo di Euro alle nostre strutture regionali e sezionali sul territorio.
Abbiamo finanziato corsi di formazione e campi estivi per più di un milione di Euro.
Abbiamo consegnato cento computer alle sedi regionali Irifor per potenziare le attività corsuali.
Abbiamo dato il via a un master universitario di Alta Formazione rivolto alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, per farne dei manager di strutture del terzo settore, con la speranza e la volontà di impiegarne le capacità all’interno della nostra organizzazione.
Abbiamo aggiornato lo statuto dell’Irifor e stiamo eseguendo il più profondo lavoro di riordino dello statuto della nostra Unione che sia mai stato compiuto.
Abbiamo istituito un ufficio nazionale per il fund-raising e la progettazione europea e un Servizio di Orientamento al Lavoro.
Abbiamo costituito un Ufficio Nazionale per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e un Istituto Nazionale di Promozione e Valutazione degli Ausili e delle Tecnologie, che desideriamo consegnare all’attenzione del congresso e offrire alla prossima dirigenza associativa quale opera da edificare e consolidare.
Abbiamo sempre agìto e operato nel rispetto assoluto del principio di collegialità in seno agli organi associativi, con maggioranze amplissime sia in Direzione, sia nel Consiglio Nazionale, nella ferma convinzione che oggi non è più tempo per un “uomo solo al comando”.
Il “tanto” che rimane ancora da fare, potrà dunque innestarsi efficacemente su quel che già è stato fatto, per dare alla nostra Unione la necessaria continuità di programma e di obiettivi, senza pause e interruzioni che avrebbero soltanto effetti negativi di rallentamento dell’azione della Presidenza, della Direzione e del Consiglio Nazionale.
Piuttosto che perdermi in vaghe e troppo facili promesse;
piuttosto che sfogliare la margherita dei desideri, ben sapendo che l’erba voglio e l’erba vorrei, non crescono nemmeno nei giardini del re;
preferisco offrire al nostro corpo associativo e al nostro Congresso una prospettiva di lavoro e di impegno a partire dai dati di fatto e dai risultati ottenuti.
La via dei prossimi anni è tracciata!
Basta continuare a seguirla con la tenacia, il coraggio e la prudenza di oggi e di sempre.
Dobbiamo saper riportare nella grande famiglia dell’Unione quei cinquantamila soci che abbiamo perduto nei primi dieci anni del ventunesimo secolo.
Dobbiamo tutelare e difendere tutte le nostre sezioni sul territorio e rafforzare i nostri consigli regionali.
Dobbiamo liberare i nostri dirigenti dall’oppressione di una burocrazia di procedure spesso inutili e comunque pesantissime.
Dobbiamo rinnovare la nostra classe dirigente e offrire spazi di lavoro a un numero sempre maggiore di nostri soci che desiderano dare il proprio contributo.
Dobbiamo continuare a valorizzare l’esperienza e la competenza dei tanti che, in esclusivo spirito di servizio, hanno aiutato fin qui a “tirare la carretta”.
Dobbiamo dare alla nostra struttura nazionale un ruolo di supporto e di servizio a disposizione dei dirigenti del territorio e di tutti i ciechi e ipovedenti italiani.
Dobbiamo dare valore alla Direzione e al Consiglio Nazionale, rendendoli sempre più partecipi e protagonisti delle più importanti scelte associative.
Dobbiamo assegnare alle Commissioni nazionali quel ruolo propositivo che troppe volte, fin qui, è rimasto soltanto sulla carta.
Dobbiamo rispetto e considerazione per tutti quei presidenti sezionali e regionali che si spendono e spendono ogni giorno il tempo prezioso della loro vita per dare gambe, braccia e voce all’Unione in ogni angolo d’Italia.
E infine, in pochissime parole, i temi e le priorità dell’agenda associativa dei prossimi anni:
tutela dei Diritti, persone con disabilità plurime, scuola, lavoro, formazione, mobilità, ipovedenti, persone anziane, giovani, pari opportunità, cultura, tempo libero, sport, turismo accessibile, unità tra le associazioni, azione comune delle federazioni, costruzione del fronte della solidarietà sociale.
In conclusione, ogni persona di buon senso che sia ancora incerta sull’orientamento da prendere, si chieda semplicemente per quale mai ragione un presidente in carica soltanto da diciotto mesi debba già essere cacciato e sostituito.
Forse in questi pochi mesi di presidenza egli ha commesso tali e tanti tragici errori da giustificarne la necessità di allontanarlo e rimpiazzarlo?
Se la risposta è sì, allora si cerchino altrove e in altra persona le competenze, le capacità e la fortuna che questo presidente ha dimostrato di non possedere.
Se invece la risposta è no, allora basta compiere scelte che assicurino continuità e certezze alla nostra Unione, in un momento nel quale, cambiare la guida nazionale a ogni piè sospinto, non appare nemmeno un lusso, ma solo un ingiustificato capriccio.
Mario Barbuto
Presidente Nazionale