Questa notte Paolo Graziani ci ha lasciati, dopo aver lottato per mesi contro la malattia. L’ultima volta che ho sentito la sua voce al telefono aveva il fiato corto, ma le parole uscivano con la chiarezza e la nitidezza di chi è ricco dentro. Paolo mi diceva che i medici ritenevano che i valori dei globuli bianchi e delle piastrine sarebbero tornati nei limiti accettabili, “e io provo a crederci”.
I più anziani fra noi conoscono Paolo, e certamente lo porteranno ad esempio di attaccamento alla nostra associazione, di coraggio e di franchezza.
Paolo, scomparso all’età di 77 anni, ha perso la vista quando non ne aveva ancora 30, a causa della retinite pigmentosa. Era già ricercatore presso il CNR, istituto per la ricerca delle onde elettromagnetiche (IROE). Come Aurelio Nicolodi e tanti altri, Paolo ha saputo trasformare questa sua tragedia umana in una sorta di grimaldello, una leva che, appoggiandosi sull’unico punto fisso che è l’impegno civile, ha aperto le porte dell’informatica a tutti i ciechi d’Italia.
Paolo infatti nei primi anni 80 ha ideato e realizzato la prima sintesi vocale che ha fatto parlare i computer, offrendo ai ciechi la chiave per entrare nel mondo dell’informatica.
E, sempre grazie ad un uso sapiente dell’informatica, Paolo ha ideato e realizzato il programma ITALBRA, che consente di produrre testi letterari, anche in greco antico, testi scientifici e spartiti musicali, utilizzando tutte le risorse del metodo Braille, quindi ha codificato la maestria dell’artigiano della trascrizione, riducendo tempi e costi, con i vantaggi facilmente immaginabili per gli studenti ed i professionisti ciechi.
Anche i primi rivelatori di ostacoli per non vedenti sono frutto della sua invenzione, e io ricordo ancora quella scatoletta con un vibratore, che segnalava la presenza di un ostacolo anche a 5 metri di distanza, consentendo di esplorarne la sagoma.
Paolo non si è mai stancato di promuovere l’accessibilità dell’informazione digitale, partecipando a diverse commissioni e gruppi di studio a livello nazionale ed internazionale, per essere lui stesso testimonial della battaglia prima di tutto culturale verso una società inclusiva.
Ma ora le parole mi fanno difetto, e lascio a tutti voi che lo avete conosciuto lo spazio per la meditazione e per la preghiera.
Antonio Quatraro
Paolo è esposto presso la sua abitazione, in via Becciolini, 7, 50141 Firenze. Il funerale è fissato per lunedì 21 dicembre, ore 10, presso la chiesa di S. Stefano in Pane, via delle Panche 32, Firenze