Il presidente UICI Torino: «Delibera discriminatoria, di cui nessuno ci aveva informati»
Alla fine le ragioni dei disabili sono state ascoltate. I protagonisti però rimangono increduli di fronte a una vicenda dai contorni non del tutto chiari. Lo scorso aprile, durante gli ultimi mesi di mandato della giunta guidata da Piero Fassino, il Comune di Torino aveva rivisto, in senso restrittivo, le regole relative ai parcheggi per le persone disabili. Il provvedimento nasceva dalla volontà di razionalizzare i permessi. «Un obiettivo condivisibile – commenta Franco Lepore, presidente UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino – Peccato che sia stato attuato con strumenti quanto meno discutibili».
La delibera “incriminata”, infatti, prevedeva che, per poter ottenere o mantenere il parcheggio sotto casa, il disabile e la persona che lo assiste dovessero necessariamente condividere la stessa residenza. «Una simile norma – osserva Lepore – è in contrasto con la Convenzione Onu sui Diritti dei Disabili e rischia di limitare pesantemente il diritto all’autonomia e all’indipendenza».
«Quel che è peggio – prosegue il presidente UICI Torino – è che nessuno ci aveva avvisati. Abbiamo appreso la notizia delle nuove regole solo pochi giorni fa, durante un incontro del Tavolo Tecnico sul Servizio di Trasporto Accessibile». In quell’occasione il mondo della disabilità era rappresentato dai delegati di diverse associazioni: «E tutti siamo insorti, criticando aspramente la delibera», spiega Lepore. Si è quindi subito innescato un confronto con la nuova giunta guidata da Chiara Appendino, in particolare con gli assessori Lapietra (Trasporti), Schellino (Politiche Sociali) e Giusta (Pari Opportunità).
«L’amministrazione ha ascoltato le nostre ragioni e ha deciso di annullare la delibera. Siamo felici di questo atto, anche perché nasce da un clima di scambio e condivisione, nel quale il parere delle associazioni ha avuto un peso rilevante. Tutto questo, purtroppo, è sempre mancato col precedente assessore ai trasporti Claudio Lubatti».