L’Unione Ciechi incontra una delegazione dell’Università di Torino
Quello del fisioterapista è un lavoro in cui le persone cieche hanno dimostrato di poter eccellere, raggiungendo elevati livelli di preparazione. Peccato che, nella stragrande maggioranza delle università italiane, i test di ingresso alla facoltà di fisioterapia non siano accessibili ai disabili visivi, cosa che tarpa le ali in partenza a qualsiasi ambizione professionale. Da tempo l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) lavora per superare questo ostacolo. A Torino, forse, qualcosa si muove: l’ateneo del capoluogo piemontese pare intenzionato a raccogliere la sfida.
Nei giorni scorsi, una delegazione UICI Torino (composta dal presidente Franco Lepore, dal responsabile del settore istruzione Oscar Franco e dal responsabile del comitato fisioterapisti Giovanni Laiolo) ha incontrato una rappresentanza dell’Università di Torino. Per l’ateneo erano presenti, su mandato del Rettore, la prof. Marisa Pavone (delegata per la disabilità) e il prof. Giuseppe Massazza (presidente del Corso di Laurea in Fisioterapia). L’associazione ha chiesto di avviare i lavori per rendere accessibili non solo i test d’ingresso, ma anche i materiali didattici relativi ai corsi. Infatti, i giovani ciechi e ipovedenti possono seguire le lezioni usando tavole tattili, modellini tridimensionali, oltre alle tante soluzioni informatiche che oggi la tecnologia mette a disposizione.
Dall’Università è arrivata una disponibilità di massima. A partire dal prossimo anno accademico, i test d’ingresso saranno resi accessibili ai disabili visivi, eliminando tutte le domande basate esclusivamente su immagini. Inoltre si studieranno gli accorgimenti necessari per rendere accessibili i locali in cui si terranno lezioni e tirocini. Un po’ più complicata è la questione dei materiali da adottare durante i corsi: ovviamente bisognerà verificare che gli strumenti usati dai disabili visivi siano equipollenti a quelli tradizionali, nel rispetto della massima qualità didattica. Anche su questo punto, comunque, i referenti dell’ateneo torinese si sono detti disponibili a trovare soluzioni, sulla scorta dei progetti già avviati da altre città italiane (a Firenze, ad esempio, i corsi di fisioterapia sono da tempo aperti a ciechi e ipovedenti).
Rispetto a esperienze del passato, però, c’è una sostanziale differenza, che il presidente UICI Torino, Franco Lepore, tiene a sottolineare. «Il nostro obiettivo non è quello di ottenere una riserva di posti per i non vedenti. Chiediamo semplicemente che i ragazzi con disabilità visiva siano messi nelle condizioni di confrontarsi alla pari con tutti gli altri, secondo un criterio meritocratico. Oggi questa possibilità viene negata, benché il diritto allo studio sia garantito dalla Costituzione. Non sarà un percorso facile, ma lo porteremo avanti con convinzione – conclude il presidente UICI Torino – anche perché in gioco c’è il futuro di tanti ragazzi ciechi e ipovedenti».