Teatro No Limits – Audiodescrizione spettacoli, novembre 2020

Di seguito il programma di audiodescrizioni di spettacoli teatrali che verranno realizzate dal Centro Diego Fabbri di Forlì nel mese di novembre all’interno della stagione 2020-2021 a cui seguirà un aggiornamento per i mesi a seguire.

DOMENICA 1/11/2020 ORE 16 Teatro Storchi (Modena)
La mia infinita fine del mondo 
(Durata: 1 ora e 45 minuti)
drammaturgia Gabriel Calderón
regia Lino Guanciale
con Michele Lisi, Paolo Minnielli, Maria Vittoria Scarlattei, Giulia Trivero, Cristiana Tramparulo, Jacopo Trebbi

La drammaturgia di Gabriel Calderòn e lo sguardo di Lino Guanciale, attraverso un catalogo di alcune delle transitorie apocalissi attraversate dal pianeta e dall’umanità fin dall’epoca preistorica, fra eruzioni vulcaniche ed ere glaciali, diluvi universali e crisi economiche d’epoca preindustriale, intrecciate al vissuto di precarietà personale di un piccolo manipolo di giovani protagonisti, intendono restituire un tableau di possibilità di relazione con la nevrosi della fine, ponendo l’accento non più soltanto sulla disperazione che il crollo di un mondo porta inevitabilmente con sé, ma sulle possibilità che si aprono ogni volta che la Storia torna ad insegnarci che nulla dura per sempre.
L’esperienza della fine, o la proiezione di essa in veste aspirazionale, consolatoria o orrorifica, è uno dei temi più profondi dell’inconscio individuale e collettivo.
La crisi pandemica globale ha introdotto nuovi elementi di riflessione, fornendo l’occasione per la costruzione di una consapevolezza diffusa riguardo l’imprevedibilità del rapporto fra uomo e Natura e le relative conseguenze tanto sulla storia delle istituzioni che su quella personale.
Un filo rosso lega intimamente la paura della catastrofe naturale definitiva e quella del collasso della nostra forma di vita, la certezza di aver raggiunto un livello eternamente stabile di benessere e realizzazione appare oggi in tutta la sua inconsistenza.
Quali scenari ci si presentano ora, nell’era di profonda incertezza che abbiamo davanti?

VENERDI’ 06/11/2020 ORE 21 Teatro Fabbri (Vignola)
La mia infinita fine del mondo 
(Durata: 1 ora e 45 minuti)
drammaturgia Gabriel Calderón
regia Lino Guanciale
con Michele Lisi, Paolo Minnielli, Maria Vittoria Scarlattei, Giulia Trivero, Cristiana Tramparulo, Jacopo Trebbi

La drammaturgia di Gabriel Calderòn e lo sguardo di Lino Guanciale, attraverso un catalogo di alcune delle transitorie apocalissi attraversate dal pianeta e dall’umanità fin dall’epoca preistorica, fra eruzioni vulcaniche ed ere glaciali, diluvi universali e crisi economiche d’epoca preindustriale, intrecciate al vissuto di precarietà personale di un piccolo manipolo di giovani protagonisti, intendono restituire un tableau di possibilità di relazione con la nevrosi della fine, ponendo l’accento non più soltanto sulla disperazione che il crollo di un mondo porta inevitabilmente con sé, ma sulle possibilità che si aprono ogni volta che la Storia torna ad insegnarci che nulla dura per sempre.
L’esperienza della fine, o la proiezione di essa in veste aspirazionale, consolatoria o orrorifica, è uno dei temi più profondi dell’inconscio individuale e collettivo.
La crisi pandemica globale ha introdotto nuovi elementi di riflessione, fornendo l’occasione per la costruzione di una consapevolezza diffusa riguardo l’imprevedibilità del rapporto fra uomo e Natura e le relative conseguenze tanto sulla storia delle istituzioni che su quella personale.
Un filo rosso lega intimamente la paura della catastrofe naturale definitiva e quella del collasso della nostra forma di vita, la certezza di aver raggiunto un livello eternamente stabile di benessere e realizzazione appare oggi in tutta la sua inconsistenza.
Quali scenari ci si presentano ora, nell’era di profonda incertezza che abbiamo davanti?

SABATO 07/11/2020 ORE 21
Cattolica
Un bes – Antonio Ligabue
(Durata: 80 minuti – atto unico)
autore, regia e protagonista Mario Perrotta

Un bès ruota intorno alla figura di Antonio Ligabue e al suo rapporto con i luoghi che lo segnarono nella vita e nella creazione artistica: la Svizzera, dove nacque, Gualtieri, sulle rive del Po dove produsse gran parte della sua opera. Nel racconto del conflitto tra lo “svizzero” Ligabue, il suo paesaggio interiore e il paese di Gualtieri, lo spettacolo indaga la solitudine, lo stare al margine: là dove un bacio, un bès, è solo un sogno.


DOMENICA 8/11/2020 ORE 16 Teatro Arena del Sole (Bologna)
Sala Leo De Berardinis
WET MARKETLa fiera della (nostra) sopravvivenza
drammaturgia Paolo Di Paolo
con gli attori della Compagnia permanente di ERT

Il testo è ambientato in un luogo di incontro e il processo che darà luce allo spettacolo sarà una regia collettiva incentrata sullo scambio, in cui le competenze di ognuno saranno messe in gioco e come in uno specchio del testo creeranno una pièce dinamica ed eterogenea per riflettere sulla conoscenza.
Un mercato coperto nel cuore di una grande città. Ogni padiglione è anche una diversa epoca. Gli uomini e le donne di scienza – i medici, i pionieri, i “cacciatori di microbi” incrociano i loro passi, in questo ideale campo comune, dando vita al grande affresco della ricerca al vaccino più sicuro, agli antibiotici più efficaci. WET MARKET mette in scena queste storie esaltanti e angoscianti che ci danno la misura delle speranze e delle paure con cui quotidianamente, e a maggior ragione oggi, siamo tenuti a fare i conti.


LUNEDI’ 16/11/2020 ORE 21 Cattolica
Shadows
con Fabrizio Bosso, tromba
Julian Oliver Mazzariello, pianoforte
Massimo Popolizio, voce recitante

Le memorie perdute è il titolo del diario di una vita scritto da Chet Baker che Fabrizio Bosso, Julian Oliver Mazzariello e Massimo Popolizio interpretano e rileggono. Le note di Baker saranno restituite dalla tromba di Fabrizio Bosso e le sue memorie dalla voce di Massimo Popolizio. Un incontro che avrà il potere di evocare il passaggio unico su questa terra di un romantico jazzista alato. Il 13 maggio 1988 Chet Baker morì cadendo da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam. Quello che viene prima è una folle corsa tra musica, eroina, cool jazz, dagli anni Cinquanta agli Ottanta, dentro e fuori dal carcere, di amore in amore, da una parte all’altra dell’Atlantico, fino in Italia. Per la prima volta Chet Baker ci fa ascoltare la sua vera voce, lasciandoci entrare nel suo mondo scompigliato e affascinante. In questo prezioso memoriale, scoperto a dieci anni dalla sua morte misteriosa, si susseguono ricordi d’infanzia, vividi e complicati rapporti d’amore, l’esperienza del carcere e delle droghe e infine – naturalmente – la musica. Durante tutto l’arco della sua vita Chet Baker torna sempre, infatti, a rifugiarsi sotto le ali accoglienti delle note della sua tromba e della sua voce inconfondibile. A corollario del testo pubblicato da Minimum Fax Massimo Popolizio racconta e commenta, con la sua voce straordinaria, il personaggio di Chet Baker anche attraverso altri scritti, in prosa e poesia da lui scelti, interagendo con Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello e conducendo il pubblico in un mondo, ora oscuro ora lieve, così come fu la vita del grande trombettista di Yale.

SABATO 21/11/2020 ORE 21 Teatro Comunale “Laura Betti” (Casalecchio di Reno)
Nel tempo che ci resta
testo e regia César Brie
con Marco Colombo Bolla, Cèsar Brie, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubilei

Un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte.  In questo cantiere un uomo  fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono 4 figure che il profumo delle arance ha tolto  dalle ombre. Si chiedono dove sono, qual é la terra in cui si trovano. Si riconoscono. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. É Tommaso Buscetta, il pentito di mafia.  Le anime delle due coppie e del  pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato. Ricordano, denunciano, si interrogano, in un amaro e lucido viaggio attraverso quello che é loro successo e quello che é successo dopo la loro morte. La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i  pensieri, le vicende personali  e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che é accaduto e di ciò che continuerà ad accadere.


VENERDI’ 27/11/2020 ORE 21 Teatro Comunale di Russi
Vorrei essere figlio di un uomo felice
(Durata: 1 ora e 40 minuti – atto unico)
autore, regia e protagonista Giole Dix

Gioele Dix rievoca i primi quattro canti dell’Odissea, i meno conosciuti e raccontati, un viaggio iniziatico dove il figlio di Ulisse prova a uscire dall’ombra e cerca di diventare uomo. Il poliedrico attore racconta e approfondisce alla sua maniera una vicenda letteraria e umana fitta di simboli, leggendo, parafrasando, commentando. Un recital vivace e documentato, fra suggestioni colte, rimandi alla contemporaneità e tratti di feroce ironia.

IMPORTANTE:
Per predisporre il servizio di audiodescrizione è necessario sapere in anticipo il numero dei partecipanti all’iniziativa.
Per questo motivo vi invitiamo a prenotare al più presto il vostro posto con audiodescrizione, almeno 48 ore prima della data di spettacolo.
Questo ci darà modo di poter organizzare il tutto nel migliore dei modi.
Grazie!

NEL CASO NON VI FOSSERO PRENOTAZIONI IL SERVIZIO DI AUDIODESCRIZIONE NON VERRA’ REALIZZATO.


PER INFO E PRENOTAZIONI
Centro Diego Fabbri
TEL. 0543/30244
E-MAIL: info@centrodiegofabbri.it
SITO: www.centrodiegofabbri.it