"La cultura è un mezzo straordinario per far crescere solidarietà e consapevolezza sociale, ecco perché accogliamo con entusiasmo questa iniziativa "Gliamgeli della voce" queste le prime parole del presidente UICI Campania, prof. Pietro Piscitelli, dopo aver visionato il progetto presentato l'altro giorno a Salerno un una conferenza stampa. Un progetto a quattro mani concepito dalle professoresse in pensione Marisa Funicello e Silvana Serritiello accolto con entusiasmo e sensibilità dal direttore dell'Icat di Eboli, Rita Romano.
"Abituare i detenuti alla lettura appare come ottimo rimedio per esorcizzare solitudine, angoscia e disperazione – hanno spiegato le ideatrici del progetto, Funicello e Serritiello -. Dopo un'accurata preparazione, i detenuti, a luglio, registreranno con l'aiuto di software e personale specializzato, un audio-libro, in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato" e la collaborazione della sezione provinciale di Salerno, presente alla conferenza stampa con il vice presidente provinciale Raffele Lo Iacono, conclusa la registrazione l'opera sarà regalata all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Primo testo scelto, "Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio" di Amara Lakhous che incarna un variegato luogo di stratificazione etnica e culturale, segnato da profonde differenze di provenienza e di modi di intendere la vita, in cui aleggia il forte senso di solitudine che caratterizza i personaggi
Un'idea vincente, quella delle docenti che hanno coinvolto nel progetto ben dodici detenuti e diverse stagiste dell'Icatt.
Un vulcano di idee, il direttore dell'istituto, Rita Romano che, aperta ad ogni forma di iniziativa costruttiva, ha accolto immediatamente l'idea delle docenti che così commenta:
"Il nostro istituto ospita cinquanta detenuti con problemi di dipendenza, in media trentenni, impegnati quotidianamente in corsi di falegnameria, decoupage, cucito, attività sportive – racconta Romano – Sei giovani, inoltre, escono per andare a lavoro ogni giorno e molti sono impegnati in attività socialmente utili come la pulizia della pineta". Un bel connubio, dunque, per un'idea che potrebbe rilevarsi davvero un grande veicolo per promuovere cultura, solidarietà e conoscenza specie in un momento di grande crisi e difficoltà".