I miei conoscenti mi chiamano affettuosamente Cavaliere, non perché io possa fregiarmi di un titolo nobiliare, ma perché riconoscono in me una persona di animo buono e perché nel 2006 la Presidenza della Repubblica italiana mi ha insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, per l’impegno sociale e per i progetti attuati in favore dell’inclusione socio-lavorativa e dell’autonomia delle persone con disabilità visiva.
Questo titolo mi rende orgoglioso, come lo sono delle mie origini umili e della terra da cui provengo. Amo le Marche e tutti i suoi prodotti eno-gastronomici, mi piace contornarmi di amici e condividere con loro momenti di convivialità.
Sono cresciuto in una famiglia di origine contadina, pragmatica, con valori semplici. All’età di 17 anni, ho iniziato a lavorare come operaio in un’impresa che si occupava di impianti elettrici. Questa prima esperienza professionale mi ha permesso di uscire dal contesto ristretto della campagna, di spostarmi nell’intero territorio nazionale, mettendomi alla prova, ampliando la mente, cogliendo l’opportunità di crescere e nutrire la curiosità e confrontarmi con le altre realtà. Ho compreso così l’importanza di riconoscere i limiti e le potenzialità della mia disabilità e di esercitare i miei diritti: mi sono iscritto a un corso per centralinisti che mi ha consentito di trovare un’occupazione gratificante. Ho prestato la mia opera lavorativa per 35 anni presso la Banca Nazionale del Lavoro di Ascoli Piceno.
Avevo poco più di vent’anni quando ho conosciuto Antonio Patalocchi, Presidente della sezione UICI di Ascoli Piceno. Antonio mi ha avvicinato all’associazione, che sin da quei primi momenti mi ha conquistato, e, con umiltà e dedizione insieme agli altri amici dirigenti, ho lavorato per il bene delle persone con disabilità visiva.
Nel 2001 sono diventato Presidente della sezione di Ascoli Piceno: convinto che da soli non si arriva da nessuna parte, mi sono impegnato per costruire una squadra, con l’obbiettivo di offrire alle persone cieche, ipovedenti e con disabilità aggiuntive percorsi formativi, abilitativi e riabilitativi di qualità. Infatti, negli anni, attraverso la creazione di un Gruppo multidisciplinare per la presa in carico del bambino e dell’adulto, ci siamo occupati di lavorare per il miglioramento della qualità della vita delle persone cieche, ipovedenti e pluriminorate, con un’attenzione particolare e speciale verso i bambini e gli anziani.
Dal 2014 sono entrato a far parte della Direzione Nazionale, ruolo di grande responsabilità e prestigio, che mi ha permesso di apprezzare sia l’impegno del Presidente Mario Barbuto nel rapportarsi con il mondo della politica a beneficio delle persone con disabilità visiva, sia il confronto leale e sincero con il Direttore Generale.
In questi anni, come referente territoriale di Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria, ho favorito la costruzione di una rete di solidarietà e interazione tra i dirigenti delle strutture territoriali, con l’obiettivo di accrescere la vicinanza ai soci, la solidità economica e la qualità dei servizi.
Vorrei che l’Unione continuasse su questo solco, già tracciato, di impegno sociale assieme a tutti voi, lo sento come un dovere: da circa quarant’anni, mi dedico in prima persona ad aiutare ciechi, ipovedenti e pluriminorati.
Vorrei che si potessero creare altre strutture specializzate come l’Officina dei Sensi di Ascoli Piceno, con personale e operatori qualificati, che offrano percorsi abilitativi e riabilitativi per tutte le fasce di età e opportunità di formazione e aggiornamento costante anche per le figure professionali impiegate in queste strutture.
Vorrei che si promuovessero attività di ricerca e sperimentazione in favore delle persone ipovedenti, cieche e con pluridisabilità, attivando progetti e gruppi di lavoro in ambito nazionale ed europeo.
Vorrei che si proseguisse nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla disabilità visiva.
Vorrei continuare a lavorare affinché venga attribuita un’indennità economica anche agli ipovedenti gravi. Gli ipovedenti hanno sempre sostenuto i ciechi nelle loro istanze e credo che sia importante che, in questo cammino, si prosegua insieme per il riconoscimento dei diritti degli ipovedenti.
Qualora decidiate di rinnovarmi la vostra fiducia, posso assicurarvi che sarò sempre mosso da sentimenti di uguaglianza, fratellanza e solidarietà sociale.