Nuova Carta del prof e “vecchi” problemi di accessibilità, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Nella serata del 12 novembre abbiamo avuto la notizia che la card del docente è ormai in dirittura d’arrivo.
Non si tratterà di una card fisica, come una carta di credito o un bancomat, ma di un “borsellino elettronico” e dunque virtuale. I particolari non sono ancora del tutto chiari, ma il meccanismo dovrebbe essere all’incirca questo: per poter acquistare un certo servizio o un oggetto il docente dovrà accedere al portale unico www.cartadeldocente.istruzione.it sul quale dovrebbero essere disponibili i vari tipi di servizi (per il momento il portale non è ancora attivo) Per poter accedere al portale è però necessario preliminarmente registrarsi allo SPID (Sistema Pubblico di Identità digitale).
E a questo punto nascono le prime difficoltà e i primi intoppi. Sullo SPID è possibile ottenere l’identità digitale utilizzando una delle 4 procedure disponibili: InfoCert, Poste Italiane, Sielte o TIM. Utilizzando InfoCert è necessario disporre di un PC con webcam (ma il servizio è a pagamento, 20 euro, anzi 19,90 per la precisione); si può anche andare di persona presso un Centro InfoCert ma in tal caso ci si dovrà spostare di cento chilometri o anche più dalla propria città (per esempio in Piemonte c’è un solo centro a Torino, in Sardegna l’unico centro si trova in provincia di Sassari)
In alternativa ci si può registrare tramite Sielte ID, del tutto gratuito (ma è necessario avere una casella di posta certificata che costa pochi euro all’anno se acquistata presso un provider privato e che è gratuita se richiesta ad un ufficio postale). Anche l’uso del portale di TIM prevede qualche sbarramento non da poco: per poter ottenere l’identità digitale è infatti necessario disporre di una CNS (carta nazionale dei servizi), oppure di una firma digitale, da acquistarsi presso un provider privato, oppure di una carta di identità digitale (non tutti i Comuni sono attrezzati per rilasciarla). E c’è un’altra piccola sorpresa: per chi usa TIM il servizio è gratuito se ci si registra entro il 31 dicembre prossimo; l’identità digitale è gratuita per due anni ma poi andrà pagata sottoscrivendo un abbonamento annuale. E veniamo alla registrazione attraverso Poste Italiane.
Per poter utilizzare questa modalità è necessario avere un conto corrente postale avere a disposizione il Bancoposta e il relativo lettore. Disponendo di tutto ciò ho provato a registrarmi (per la verità con la mia compagna vedente e non da solo) ed è andato tutto abbastanza bene, fino a che la piattaforma non le ha chiesto un indirizzo PEC. Bisognerà inoltre verificare se le altre 3 procedure, oltre alle criticità che vi ho sopra descritto, non presenteranno anche ulteriori problemi di accessibilità per noi disabili visivi. Insomma, vuoi vedere che, in qualità di direttore scientifico I.Ri.Fo.R., devo proporre un corso di formazione per docenti non vedenti per poter partecipare alle nuove attività di formazione promosse dal MIUR? Spero di sbagliarmi e di non essere costretto, invece, come invocato da Giovanni Taverna e da Silvana Piscopo, a chiedere agli amici del gruppo OSI una mano d’aiuto per sbrogliare questo nuovo “pasticcio” della scuola italiana.
In tal caso, saremmo di fronte ai “soliti” problemi di accessibilità delle varie piattaforme digitali del MIUR e di tutti gli altri principali Dicasteri, che forse a questo punto richiederebbero l’indifferibile apertura di un “tavolo” tecnico permanente con il Governo che, supportato a livello interministeriale da nostri esperti possa finalmente garantire davvero il diritto alle pari opportunità ed all’accessibilità di tutte le persone con disabilità visiva del nostro Paese.