Con piacere vi invitiamo a venire a teatro per lo spettacolo di Riccardo De Torrebruna da un racconto di Carver, un testo in cui si affronta in modo semplice e diretto il significato della parola “vedere” in tutte le sue accezioni
Benedetta Boggio
16 17 18 gennaio 2015_h 21,00
carrozzerie | n.o.t.
via P. Castaldi 28/a 00153 Roma
Nella Cattedrale
due atti di
Riccardo de Torrebruna
un omaggio a Raymond Carver e Tess Gallagher
da “Cattedrale” di Raymond Carver
interpretato e diretto da Riccardo de Torrebruna
assistente alla regia Chiara Frigo con Emilio Dino Conti, Valentina Chico, Riccardo de Torrebruna
elaborazione musiche Flavio Vezzosi
Riccardo de Torrebruna presenta dal 16 al 18 gennaio 2015 a carrozzerie | n.o.t, Roma “Nella Cattedrale” spettacolo tratto da uno dei più bei racconti di Raymond Carver. Secondo Riccardo, che ha curato l’adattamento teatrale e la regia, “Cattedrale” appartiene a quella categoria di racconti che hanno il prodigio della sintesi e la dimensione interiore di un libro sacro. In poche pagine si affronta in modo semplice e diretto il significato della parola “vedere”, con tutte le implicazioni filosofiche e spirituali che l’hanno accompagnata nella storia della cultura e si offre un approccio immediato alla questione della “diversità”, in questo caso di un cieco e alle convenzionali inquietudini che l’accompagnano. Tutto si svolge in una serata in cui Robert, ospite atteso e indigesto allo stesso tempo, sconvolge la routine di una coppia in crisi.
Robert è l’amico cieco con cui Fran, la moglie di Wes, ha da anni un rapporto epistolare di registrazioni a nastro. Un’affinità elettiva che infastidisce Wes e lo riduce ad essere caustico, inospitale, spigoloso, mettendo a nudo la sua aridità. Eppure, la relazione che nasce con il cieco alla fine della serata porta Wes a confrontarsi con i propri limiti e a ritrovare un nesso comune con “l’altro”, ponte inatteso per recuperare se stesso. La regia essenziale crea un contesto intimo e privato, in un equilibrio sottile, sempre sul punto di rompersi, tra i tre protagonisti. La tensione cresce e ci mette di fronte alla diversità, senza preconfezionare risposte, senza risolversi in una visione consolatoria, trasformandola in un’ opportunità per capire a fondo chi siamo.
Il progetto di adattare il racconto a testo teatrale è maturato alcuni anni fa, durante un seminario per attori condotto da Riccardo de Torrebruna a Pavia. La moglie di Carver, la scrittrice Tess Gallagher, ha dimostrato un grande interesse per questa prima versione teatrale italiana del suo lavoro. Finora solo Altman, nel film “America Oggi” si era avvalso della qualità di alcuni dei suoi racconti. In questo percorso il regista romano ha incontrato l’interessamento e l’aiuto di Riccardo Duranti, traduttore e amico di Carver.
Da lui riceve in lettura un racconto della Gallagher, ancora non tradotto né pubblicato in Italia, in cui la situazione viene vista con gli occhi del personaggio femminile. In tal modo, le discordanze con la versione di Carver diventano elementi decisivi per comprendere più a fondo il legame tra la donna e il personaggio del cieco. La natura di questo rapporto ha illuminato di una luce davvero singolare l’impianto narrativo, permettendo a de Torrebruna di scrivere nuovi dialoghi e di creare situazioni che scaturivano in modo del tutto naturale dallo stimolo di questo nuovo elemento.
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