“Lo sguardo ferito di Eros” è il titolo della mostra fotografica di Evgen Bavçar, artista cieco di fama internazionale; la mostra, allestita presso il museo archeologico di Napoli, si compone di 20 fotografie di cui alcune dedicate ad opere presenti nella sala dell’esposizione, altre ci narrano luoghi, squarci della città di Napoli, così come prendono forma nell’immaginario di Bavçar. Domenica 23 novembre, con i volontari dell’U.N.i.VO.c., abbiamo fatto conoscenza con una nuova frontiera della comunicazione artistica: la comunicazione fotografica veicolata attraverso le emozioni, i desideri, le passioni di Evgen Bavçar, l’artista- fotografo, nato in Slovenia, che, persa la vista all’età di 12 anni, non si è arreso al buio delle disperazioni, dei pregiudizi, degli stigma. Ci ha raccontato, attraverso un difficile, ma stimolante collegamento telefonico effettuato nel corso della nostra visita, che le foto rappresentano il suo modo di estrinsecare ciò che sente, ama, di cui soffre o gioisce. Quando, invece, fotografa sculture, come nel caso di quelle presenti nella sala 95 del museo archeologico napoletano, egli introduce nelle foto dei suoi segni, opera delle sovrapposizioni, che personalizzano le discontinuità. Avremmo tutti voluto continuare a ragionare con lui, fargli domande, ascoltarlo, ma per questa volta abbiamo dovuto accontentarci dei soli spunti che la connessione telefonica ci ha consentito, augurandoci che il nostro artista accolga presto l’invito del presidente dell’associazione, Salvatore Petrucci, il quale, interloquendo con lui, lo ha calorosamente invitato a tornare a Napoli il prima possibile.
Terminata la visita al Museo, un gruppo di partecipanti ha proseguito per un’altra visita guidata presso il Complesso Monumentale dei Girolamini a Via Duomo. Edificato tra la fine del ‘500 e la metà del ‘600, il complesso deve il suo nome ai religiosi seguaci di san Filippo Neri, chiamati Girolamini perché il loro primo luogo di riunione fu la chiesa di San Girolamo della Carità a Roma. Il complesso comprende, oltre la Chiesa omonima, denominata “domus aurea” napoletana perché impreziosita d’oro e di opere d’arte inestimabili, anche l’Oratorio dell’Assunta, due chiostri, la Quadreria, vera e propria galleria di quadri dei più famosi artisti del ‘500 e ‘600, non solo napoletani, e la famosa biblioteca dedicata a Giambattista Vico (che nell’Oratorio lavorò a lungo per ordinare e ampliare gli oltre 60.000 libri) il cui corpo fu seppellito proprio nella chiesa. La vista si è svolta con una descrizione dettagliata degli spazi che costituiscono il complesso, delle opere d’arte conservate in esso e delle curiosità storico-artistiche che lo riguardano, il tutto con l’ausilio dell’esplorazione tattile e di mappe tattili che, costruite per l’occasione, hanno permesso ai non vedenti di comprendere la struttura architettonica della chiesa e dei chiostri. Nella quadreria inoltre, abbiamo assistito ad un cortometraggio, inserito proprio nel percorso di visita, dal titolo “co’scienza e meraviglia” di Matteo Pedicini e Ivan Ferone. Il corto, che per la nostra visita si è “prestato” all’audiodescrizione, racconta, attraverso la meraviglia di un bambino e la coscienza di un professore d’arte, la bellezza delle chiese presenti nel quartiere San Lorenzo. La meraviglia, che trae origine dalla bellezza, ci rende coscienti del tesoro che la nostra città possiede; coscienza è anche rendere accessibili i contenitori di queste meraviglie e l’ U.N.i.VO.c da sempre si propone questo obiettivo organizzando visite guidate a scadenza mensile aperte a tutti. “Vedi Napoli e poi… ritorna” questo è il nostro motto, perché l’arte è di tutti e tutti devono goderne.
Silvana Piscopo e Anna Grossi
“Lo sguardo ferito di Eros”, di Silvana Piscopo e Anna Grossi
Autore: Silvana Piscopo e Anna Grossi