La cooperativa sociale veronese lo ha presentato al convegno nazionale di Prisma, dedicato alle nuove risorse per il recupero e il mantenimento di abilità e competenza nell’ipovisione
Perdere la vista non significa necessariamente perdere anche autonomia e qualità della vita. Le nuove possibilità di riabilitazione passano attraverso la tecnologia, sia con l’utilizzo diretto di strumenti (pc, tablet e smartphone), sia come veicolo di supporti di natura psicologica. È proprio il modello integrato di assistenza, informatica ed empatico-psicologica, quello proposto dalla cooperativa sociale Yeah nel corso del settimo congresso nazionale di Prisma, associazione no profit nata per favorire la ricerca scientifica nel campo della riabilitazione di persone ipovedenti, tenutosi a Firenze gli scorsi sabato e domenica, 17 e 18 marzo.
Tema del congresso, al quale hanno preso parte medici oftalmologi, ortottisti, ottici esperti in ipovisione provenienti da tutta Italia, era “Ipovisione 3.0 – risorse web, fissazione, corsi formativi e di aggiornamento”, proprio a sottolineare la terza frontiera della riabilitazione: dopo gli ausili ottici e quelli elettronici, le risorse web ed informatiche.
Yeah, cooperativa sociale veronese attiva da anni nel campo dell’accessibilità e fondata da Marco Andreoli e Fabio Lotti, è intervenuta nella sessione di domenica 17 mattina, dedicata a “Risorse web ed informatiche in ipovisione”, con una relazione dal titolo “Modello di supporto per l’apprendimento delle tecnologie via web”.
Il team di Yeah è composto da Marco Andreoli, esperto in disability studies, Fabio Lotti, educatore esperto in disabilità sensoriali, Arianna Elvironi, psicologa e psicoterapeuta, e Marta Andreoli, pedagogista ed assistente sociale. La cooperativa offre quindi consulenza, formazione ed assistenza a persone cieche, ipovedenti e ai loro familiari, sia nella sede di Verona, che a domicilio, che on line.
Cuore del modello riabilitativo che si avvale di Internet proposto da Yeah è la messa a disposizione non tanto di un “progetto”, quanto di una risorsa sempre disponibile, alla quale si può accedere dalla propria abitazione, con evidenti vantaggi per chi ha difficoltà negli spostamenti, fruendo sulla piattaforma web di un servizio fornito da personale qualificato, che ha oltretutto conoscenza diretta del mondo della cecità e dell’ipovisione.
Il metodo adottato da Yeah consiste nella presentazione di una panoramica degli ausilii esistenti e di quali obiettivi permettono di raggiungere, cui segue una fase di ascolto delle preoccupazioni, dei desideri e delle resistenze o difficoltà dei pazienti. Ad essi viene poi offerto un conforto ed un sostegno psicologico nelle loro motivazioni. Solo allora ha inizio il percorso vero e proprio, nel corso del quale i primi risultati raggiunti aumentano il desiderio di proseguire.
Scrivere sulla tastiera del pc con tecnica a dieci dita, organizzare file e cartelle, leggere documenti di word, gestire le e-mail, leggere quotidiani o ascoltare audiolibri, usare Skype. Queste sono alcune delle attività che imparano a svolgere i pazienti/utenti di Yeah. O ancora, gestire il proprio smartphone, scrivere e leggere messaggi, sfruttare i comandi vocali, conoscere la propria posizione, o usare applicazioni come scanner lettore di denaro, di etichette o codice a barre, chiamata di taxi, consultazione di orari di bus e treni.
I progressi conducono rapidamente ad una crescita dell’autostima e dell’autonomia personale, ad un migliore stato generale di salute e alla riattivazione di capacità personali, su tutte la costruzione di relazioni soddisfacenti sia personali che in ambito lavorativo.
La maggior parte dei servizi di Yeah sono stati offerti ad utenti della fascia “adulta”, tra i 36 e i 65 anni, seguiti dalle persone anziane (66-89 anni), ed in minore percentuale si sono rivolte a Yeah persone più giovani, tra i 10 e i 35 anni. Due le tipologie di utenti che si rivolgono alla cooperativa sociale veronese: chi ha perso o sta perdendo la vista e lentamente lo sta accettando, e chi ha perso invece la vista da tempo ma non ha trovato supporti adeguati in passato.
Il 23% dei supporti sono stati erogati in sede a Verona, il 38% a domicilio dell’utente ed il 39% online, dunque tramite Skype o telefono. I dati statistici rivelano inoltre come i due terzi di chi si rivolge a Yeah intraprenda un percorso che dura nel tempo, anziché fruire di consulenze singole in cui si esaurisce l’intervento.
L’assistenza che il team di Yeah offre è sia di natura tecnologico-informatica che empatica e psicologica. Questo perché l’uso delle tecnologie e la riabilitazione sono assai legate all’accettazione e alla presenza di un supporto che possa comprendere le difficoltà.
Ne sono nati percorsi di successo e storie positive: come quella di Bruno, giornalista cieco di 61 anni, che ora scrive articoli e realizza interviste con l’aiuto della sintesi vocale; o di Grazia, farmacista ipovedente di 51 anni, che ha ritrovato entusiasmo e fiducia per il proprio lavoro dopo aver imparato l’uso dello zoom e del contrasto elevato, e che ora riesce a consultare documenti e mail in ufficio. E molte altre ancora.
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