Franco aveva deciso di non correre più. Aveva deciso di andare in pensione perché il lavoro in Agr era sfidante e talvolta troppo competitivo. Aveva deciso di abdicare al suo ruolo di ‘comunicatore’ con disabilità che lo portava in ogni angolo del Paese perché de faticante e inconcludente. Aveva deciso di non farsi tentare più dalla politica perché avara di restituzioni. Aveva deciso di non partecipare più alle gare per Superabile se il direttore veniva considerato alla stregua delle tecnologie del call center.
Aveva deciso che il mondo ‘vero’ l’aveva affrontato e che era giunto il momento di mettersi a disposizione del movimento delle persone con disabilità perché la strada dell’inclusione era ancora tutta da costruire. Si era reso disponibile a ricoprire cariche associative di rete di reti e di farlo nella sua nuova terra, la Lombardia, e di mettere a disposizione del movimento la sua capacità di giornalista. Una straordinaria parabola cominciata al Mattino di Padova e conclusa con l’impegno nella società civile organizzata nell’impegno per i diritti.
Ci mancherà uno straordinario compagno di strada, un esempio unico di vita e soprattutto un amico vero. Sono convinto che non gli dispiacerà essere ricordato assieme ad Andrea Pedrana, lui scomparso ieri, parte di quel gruppo di persone con disabilità che voleva sfidare il paternalismo e il pregiudizio ancora oggi dominante. Ciao Franco, ciao amico di decenni di battaglie, ci manchi già.
Pietro Vittorio Barbieri