Il punto sul lavoro dei disabili visivi, una doverosa risposta, di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

 Carissimo Angelo,
innanzitutto permettimi di ringraziarti per l’attenzione e l’acume con cui segui e tratti delle problematiche dei non vedenti.
Ti ringrazio per aver ricordato il nostro impegno nell’organizzazione di incontri, dibattiti e concorsi di idee per le nuove occupazioni, l’attività intensa svolta in questi anni, la dichiarazione dello stato di emergenza del lavoro dei non vedenti, l’istituzione di un tavolo tecnico, l’individuazione delle nuove figure del perito fonico e del mediatore civile.
Consentimi di evidenziare anche la politica dei protocolli di intesa che stiamo perseguendo con molta tenacia con i sindacati  le organizzazioni dei datori di lavoro, le iniziative di aggiornamento normativo della L.113/85, l’ideazione di uno strumento di politica attiva come servizio di intermediazione al lavoro. Qui brevemente mi preme sottolineare che non è affatto diminuita l’attenzione per la ricerca di nuove occupazioni per i non vedenti, basti solo pensare alle già citate figure del perito fonico e del mediatore civile, che è stata recentemente reintrodotta dal legislatore, ma anche a quella dell’operatore del benessere per cui stiamo tentando di ottenere il riconoscimento normativo e, credimi, individuare tre nuove occupazioni in un paio di anni non è cosa di poco conto.
 Fra l’altro l’IRIFOR ha ancora in atto un concorso di idee per le nuove occupazioni ed ancora mi sembra estremamente importante non trascurare le opportunità fornite dalle occupazioni tradizionali per i non vedenti: il centralinismo con l’evoluzione delle figure equipollenti(ex Decreto Salvi); la fisioterapia; l’insegnamento; le libere professioni e le attività di artigianato ed impresa se rivisitate e qualificate con specifici percorsi di formazione e aggiornamento e con apposite discipline di tutela possono ancora dare grandi soddisfazioni alle persone non vedenti.
Infine, a mio avviso, ciò che davvero conta è porre il non vedente nelle stesse condizioni di tutte le persone, la vera sfida da vincere è quella delle pari opportunità anche in materia di lavoro a prescindere dal fatto che le occupazioni siano tradizionali o nuove come d’altronde accade a volte altrove.
 Grazie
Caserta, 25/10/13                                                    Avv. Paolo Colombo