Un’apposita legge consente che in Italia ogni anno si celebri la giornata dedicata a Louis Braille e alla sua invenzione. Quest’anno la manifestazione è l’ottava, ha avuto luogo a Trieste presso l’Auditorium Museo Rivoltella. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ne è l’ispiratrice. L’organizzazione è stata affidata all’Istituto dei Ciechi Rittmeyer di Trieste e al Club del Braille, il cui Presidente Nicola Stilla ha avuto il compito di gestirla. Debbo subito scrivere che è stato un gran Croupier e che su quel tappeto verde di tutto rispetto ha saputo far… rastrellare a ogni …giocatore il significato e lo spessore della propria posta.
Presenti e rappresentate autorità comunali, provinciali e regionali, oltre alle istituzioni che si muovono intorno ai non vedenti: Federazione delle Istituzioni pro ciechi, Biblioteca Italiana Regina Margherita e altre istituzioni specifiche che con l’intervento dei propri dirigenti hanno sottolineato l’importanza e il significato della manifestazione.
Nicola Stilla con un competente e appassionato intervento ha raccontato il ruolo e l’importanza del Club del Braille che oltre a un ruolo propedeutico e di diffusione si impegna a finanziare il Museo di Louis Braille a Coupvray, Francia ove è nato.
Il Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto è intervenuto in due momenti, il primo istituzionale, il secondo dialogando simpaticamente con Clara, una studentessa impegnata a divenire interprete con la quale, un poco … gigionando con le parole ha parlato di Braille, della sua importanza e di tutte le implicazioni informatiche, Clara ha dimostrato, giocando anche sulle parole di saperla lunga, con lei neppure le lingue morte sarebbero cadute inanimate.
Importante l’intervento del Prof. Guido Dell’Acqua che per il Ministero della Pubblica Istruzione ha promesso molta disponibilità intesa a risolvere le problematiche relative ai non vedenti.
Molto apprezzato pure l’intervento di Daniela Floriduz insegnante non vedente: si è espressa con competenza,e proprietà di linguaggio e intensità di sentimenti.
Attesa era la lezione di Pedro Zurita per molti anni segretario generale dell’Organizzazione mondiale dei ciechi, ha offerto uno spaccato di vita associativa internazionale, competenza e passione nei confronti di un alfabeto che egli ha seguito in tutto il mondo.
Il 21 febbraio 2015 a Trieste l’alfabeto Braille ha ottenuto ulteriori riconoscimenti: senza quella invenzione i ciechi di tutto il mondo non avrebbero avuto i ruoli e i riconoscimenti di oggi.
Non sono mancati, prima che la manifestazione si concludesse gli apporti di insegnanti, di alcuni genitori e di allievi.
Man mano che la sala auditorium andava sfollandosi rumorosamente mi sono tornati alla mente due episodi dei quali in un certo senso sono stato protagonista e che potrebbero far pensare che il braille in un certo tempo non lontanissimo suscitasse qualche pudore.
Sono stato trascinato a occuparmi dell’Unione Italiana dei Ciechi soprattutto da Dario Formigoni un antico dirigente dell’Associazione: mi portava sempre con sé per farmi respirare e assimilare l’aria associativa. Eravamo in treno, ci si recava a Roma ove io avrei dovuto essere catechizzato da due importanti dirigenti nazionali di allora: Giuseppe Fucà e Mario Merendino; il viaggio era lungo, i treni non erano veloci né colorati, per passare il tempo ho preso un Corriere braille e mi sono messo a leggerlo. Quando il mio amico se n’è accorto, lo scompartimento era affollato, mi ha detto, dandomi una piccola sberla sulle mani che erano impegnate a leggere: “metti via quella roba lì…”.
In un’altra circostanza mi trovavo su un treno che viaggiava verso Milano; ero salito a Brescia per incontrarmi con il mitico Prof. Tioli, che, salito a Padova veniva a Milano.
Enzo Tioli, preside, è stato uno storico vice Presidente nazionale della nostra Associazione, erano tempi nei quali era costretto a condividere la vice presidenza nazionale al di fuori di norme statutarie, ma questo è un altro discorso, mi rendo conto di essere abbastanza fuori luogo ma certe soperchierie non possono e non debbono essere sempre sottaciute. Molti ricorderanno ancora Enzo Tioli, anche per il fatto che è stato responsabile di alcuni settori dell’EBU.
Percorrevo su quel treno i lunghi corridoi, gli scompartimenti allora erano ermeticamente chiusi da porte scorrevoli, non sapevo come avrei potuto trovare Enzo… a un certo punto ho udito un ritmico picchiettio tipico del punteruolo braille, mi è sembrato di udire un picchio che … mordesse la corteccia. Sono entrato, era lui, l’ho salutato … il paragone con l’uccello non gli è stato gradito.
Ha aperto e chiuso la manifestazione Hubert Perfler Presidente dell’Istituto Rittmeyer di Trieste oltre che della locale Unione Italiana dei Ciechi; egli ha avuto un notevole ruolo in tutta l’organizzazione, ancora una volta la sua personalità ha avuto … gran peso.
La manifestazione di Trieste si è conclusa, ora la sala è silenziosa, mi pare di udire rallentato dal tempo l’antico picchiettare del punteruolo che si interrompe brevemente quando si deve spostare il regolo verso il basso del riquadro della tavoletta braille che compone ancora la storia non del tutto antica del nostro passato. La vita di Louis Braille e di tutti i ciechi del mondo sono dipesi da un … punteruolo, da uno strumento che per conseguenza di un gioco improvvido ha procurato la cecità a Louis Braille, erano i primi decenni del 1800, ha dato poi la possibilità che l’alfabeto che Braille ha ideato fosse trasferito in rilievo proprio tramite un punteruolo che su carta apposita rende percepibile ai polpastrelli dei ciechi un tramite meraviglioso con la vita e la cultura di tutti.
… E l’antica gironda del cieco continua a … montare la guardia diffondendo nel mondo gli antichi sentimenti e i saperi affinché non vadano smarriti e perché tutti sempre sappiano e abbiano la consapevolezza che i ciechi possono e debbono essere come tutti.
Il punteruolo, di Mario Censabella
Autore: Mario Censabella