Di anno in anno

Autore: Antonio Russo

Anche quest'anno  presso l'Istituto comprensivo Edoardo  De Filippo di Brusciano, Napoli, si è svolta con grande partecipazione di ragazzi e docenti la settimana solidale: un appuntamento tradizionale che stimola la riflessione di tutti sui grandi temi della disabilità legati alla particolare condizione umana e sociale di noi sordociechi.

Il progetto da questa edizione aprile 2012 si rivolge in particolare ai ragazzi delle prime classi della scuola media che fino alla terza classe saranno coinvolti con varie attività in un processo formativo ed educativo che vuole non solo avvicinarli alle tematiche della disabilità, ma nei limiti del possibile, favorire tra tutti una sana e durevole integrazione sociale oltre l'ambito scolastico come fattore importante di vita.

La sensibilità vista e sentita quale patrimonio culturale ed umano che serve ad abbattere pregiudizio ed ignoranza che ancora oggi, nonostante i progressi in ogni campo, vedono molti disabili posti ai margini della società del cosiddetto benessere. Dalla prima elementare alla terza media i ragazzi seguono un programma comune formativo ed educativo che in questa struttura scolastica all'avanguardia li pone a stretto contatto con diverse forme di disabilita anche gravi.

Ci siamo parlati a lungo usando il nostro sistema Malossi che ho brevemente illustrato per comunicare, grazie alla guida interprete Massimo, e posso assicurarvi che il dialogo è stato davvero stupendo, mi hanno chiesto di tutto, dal come si possa trascorrere il tempo anche libero, alle varie difficoltà del vivere di noi sordociechi legate alla quotidianità del nostro andare avanti…. è stato proposto un tema nel quale i ragazzi potessero esporre il loro pensiero su come i disabili siano considerati oggi per affrontare un futuro per tutti migliore: ne sono stati scelti quattro tutti degni di nota, stampati in Braille, hanno fatto da ottimo supporto per spiegare come i non vedenti usino questo sistema per leggere e scrivere in modo efficace per dare e ricevere cultura.

Dovendo scegliere uno degli scritti, la mia attenzione si è soffermata sul lavoro di Maria che vi propongo in lettura, quanta matura consapevolezza civile la nostra Maria vuole comunicarci, grazie a tutti, alla associazione solidale che col suo laboratorio umano ha voluto questo incontro, da Massimo Imparato a Claudio e i loro collaboratori, grazie alla scuola di tutti e per tutti, grazie a Giuseppe Fornaro che con la rappresentanza Uic di Sant'Anastasia, Napoli, ci ha dato una mano concreta per parlare e scrivere di noi, e che ha sottolineato "Ci rendiamo conto che stiamo attraversando un periodo difficile, ma è proprio in momenti come questi che le associazioni devono combattere per farsi conoscere e sviluppare un concetto di integrazione.

L'integrazione è un processo a doppio senso e richiede perciò la collaborazione degli enti pubblici, grazie al comune di Brusciano fattivamente coinvolto nel realizzare questa bella iniziativa, grazie a tutti".

Ecco il tema di Maria, buona lettura.

Ricci Maria 1^ B

L'uomo non è solo ciò che appare ma è un universo interiore meraviglioso. Anche se ci sono difficoltà a rapportarsi con il mondo esterno, grandi sono le potenzialità di ognuno . In base alla vostra esperienza esponete il vostro pensiero in proposito.

All'inizio del mese di aprile a scuola hanno proiettato un film intitolato Quasi Amici film che mette a confronto due persone contrapposte, da un lato un ricco borghese tetraplegico e dall'altra un uomo nero alla ricerca di soldi. Il film racconta come sia possibile far coesistere mondi completamente differenti abbattendo barriere e preconcetti.

Ancora oggi purtroppo il disabile non si sente coinvolto nella società . Le leggi esistono e aiutano i disabili nella vita quotidiana, ma non possono risolvere il problema culturale, e quello dell'integrazione nella vita sociale. Negli ambiti lavorativi e scolastici la disabilità è considerata spesso come intralcio nonostante la presenza di leggi a tutela.

Le barriere poi che esistono non sono poi tanto architettoniche ma mentali. Le famiglie spesso tendono loro stessi ad isolare il disabile per evitare le umiliazioni degli altri, le persone devono abituarsi secondo me a dividere i propri spazi con gli altri sia con chi è abile sia con chi non lo è, senza aver paura di sedere magari solo al proprio fianco, o non parlando per evitare chissà cosa bisogna capire che le idee e le emozioni non dipendono dalle limitazioni fisiche.

Io penso che con i disabili non dobbiamo assumere un atteggiamento pietistico, o un atteggiamento di compassione, ,ma dare un aiuto discreto senza fare gesti che possono dare fastidio ,umiliando magari involontariamente. Aiutare una persona in difficoltà non deve essere un obbligo ma un gesto naturale.