La maggior parte delle persone, si chiede cosa intendiamo esprimere quando pronunciamo il termine non vedente.
Molto spesso trovandoci di fronte ad un individuo con disabilità visiva, ci troviamo a disagio poichè ci viene a mancare quel contatto principale che serve come intesa fra gli individui, cioè lo sguardo.
Bisogna innanzitutto pensare, che quando s'incontra un non vedente per strada, s'incontra una persona come tutte le altre, con qualche difficoltà in più dovuta al fatto che non può esplorare ciò che lo circonda con la stessa facilità di un vedente.
Tra i ciechi, come tra tutte le persone del mondo, ci sono quelli più socievoli e quelli più solitari.Fra i soggetti con disabilità visiva, vi sono anche gli ipovedenti.
La parola ipovedente, indica un soggetto che ha grossi problemi di vista e che non rientra nel concetto di ciecità assoluta.
In Italia si calcola che gli ipovedenti siano circa un milione. Per la maggior parte si tratta di anziani che hanno subito una diminuzione della loro capacità visiva in età adulta.
La vita di un non vedente e di un ipovedente sicuramente non è facile, ma tuttavia oggi il destino di un disabile visivo, non è segnato come sarebbe potuto esserlo cento anni fa.
Oggi un disabile visivo può studiare, può lavorare, può accedere alle informazioni più varie.
Non è facile accorgersi dei problemi visivi dei neonati. Se la ciecità è assoluta lo si può capire fin dai primi mesi di vita. Il consiglio è quello di
rivolgersi ad un oculista specializzato nella diagnosi precoce delle minorazioni visive. La vostra ASL vi saprà indicare il centro specializzato più vicino.
Fino al 1976 i ciechi e gli ipovedenti dovevano frequentare le scuole elementari e talvolta anche le medie all'interno di istituti speciali. Questi istituti fornivano personale specializzato, sussidi didattici adeguati e la possibilità di confrontarsi continuamente con altri ragazzi affetti dalla stessa minorazione, ma comportavano lo sradicamento del bambino cieco o ipovedente dall'ambiente familiare e sociale in cui era nato e la pressoché totale assenza di confronto con i coetanei vedenti, se si eccettua il fatto che gli studenti più meritevoli erano ammessi a frequentare gli istituti superiori presenti nella città, sede dell'istituto speciale.
La tecnologia mette a disposizione degli studenti molti strumenti che possono facilitare notevolmente le attività didattiche, dai tradizionali registratori a cassette ai computer.
Per la scrittura in Braille, oltre alle tradizionali tavolette, che possono essere usate nella prima fase di apprendimento di questa scrittura che si basa
su una serie di combinazioni di puntini incisi sulla carta, è bene introdurre fin dall'inizio l'uso della macchina dattilobraille.
Inoltre, la scrittura braille, anche se purtroppo oggi con l'arrivo del computer se ne fa sempre un uso minore, è molto importante per un non vedente, in quanto rappresenta il vero contatto con le lettere che è pari al contatto di un vedente con la scrittura in nero.
Per gli ipovedenti è indispensabile anzitutto individuare all'interno della classe una posizione che faciliti la lettura della lavagna e che fornisca al banco la luce sufficiente per poter leggere e scrivere. Poiché l'ipovedente è costretto a tenere la testa molto vicina al foglio che sta leggendo, è opportuno prevedere l'uso di sedie e banchi ergonomici.
Per quanto riguarda il mondo lavorativo, tradizionalmente i non vedenti sono stati avviati ad alcune professioni: centralinista, massaggiatore e fisioterapista, insegnante, musicista. Nel corso degli anni il Parlamento ha emanato leggi speciali che facilitano l'inserimento dei ciechi in questi ambiti.
Molto spesso ci si chiede cosa può fare veramente un cieco da solo: Il cieco può svolgere autonomamente molte mansioni, purché apprenda le tecniche che gli consentono di svolgere i propri compiti senza l'uso della vista.
In Italia esistono molte persone che hanno frequentato corsi di formazione professionale al fine di conseguire le competenze che consentono di insegnare
ad un cieco ad arrangiarsi nelle varie situazioni, sia dentro che fuori casa.
Il disabile visivo, può accedere autonomamente anche alla lettura di libri e giornali, o con l'aiuto di una persona che li legge ad alta voce, o prelevandoli da appositi siti internet.
In Italia esistono vari centri che trascrivono libri in braille o li registrano su cassette. Si possono trovare molti testi classici della letteratura italiana e di altre letterature, molti manuali, romanzi, saggi, ecc. Alcuni centri effettuano anche la stampa o la registrazione di libri particolari su richiesta.
Per quel che riguarda la tecnologia, negli ultimi decenni sono stati inventati diversi strumenti che consentono ai ciechi ed agli ipovedenti di compiere attività che prima non erano alla loro portata o, se lo erano, richiedevano uno sforzo e delle capacità particolari. Tra tutte le innovazioni tecnologiche, la più significativa è sicuramente il computer.
Il computer consente ai ciechi ed agli ipovedenti di leggere, scrivere, giocare, reperire informazioni, intrattenere rapporti sociali tramite Internet e la posta elettronica.
Tramite l'ausilio di un programma di sintesi vocale, il non vedente è anche in grado di poter gestire autonomamente il cellulare.
Nel campo della telefonia mobile sono disponibili alcuni programmi per la lettura del display mediante sintesi vocale per i telefoni Nokia.
I non vedenti e gli ipovedenti possono praticare anche diverse attività sportive, sia a livello amatoriale che agonistico: ginnastica, nuoto, sci, ciclismo (tandem), judo, atletica leggera… e l'elenco potrebbe continuare. Esistono anche due sport specifici per non vedenti chiamati torball e goalball, che consiste nel giocare con una palla che rotolando emette dei suoni.
In molte province, Tra cui Latina nella quale esiste l'associazione dilettantistica polisportiva U.I.C. Nuova Latina Onlus, ci sono gruppi sportivi che si occupano di queste attività.
Per l'esercizio sportivo, va aperta una particolare parentesi, poichè questo oltre a mantenerci in forma, favorisce la socializzazione ed in modo particolare l'orientamento, in quanto rende al minorato della vista la possibilità di muoversi all'interno di ambienti aperti o chiusi.
Tutto questo è di fondamentale importanza per il disabile visivo, poichè lo stimola, lo rende più sicuro, e lo rende in grado di svolgere quotidianamente la maggior parte delle attività giornaliere.
Il tutto inoltre, permette ai non vedenti e agli ipovedenti, di essere inseriti meglio nel contesto sociale, mettendo così in risalto le loro capacità fisiche e mentali.
In fine: i non vedenti e gli ipovedenti, sono persone comuni che se messe in grado, per la maggior parte svolgono attività al pari di quelle di tutti; ma bisogna dire che molti di essi, sono persone sensibili, generose e con tanta volontà di fare, e soprattutto di dare agli altri e di farsi conoscere.
Concludiamo dicendo che rispetto alle persone normodotate, le persone non vedenti ed ipovedenti, hanno un altro modo di vedere il mondo; ma anche se in maniera diversa, cioè con gli occhi della mente e dell'anima, percepiscono ciò che li circonda proprio nello stesso modo nel quale possono vederlo gli altri.
Patrizia Onori