«Noi ciechi e ipovedenti italiani – dichiara Mario Barbuto, Presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – insieme a tutti gli altri lavoratori, desideriamo ricordare in questo giorno che il Lavoro è il mezzo più nobile ed efficace di inclusione e di uguaglianza dei cittadini e che l’esclusione e la discriminazione fondate sul pregiudizio, costituiscono ragione di conflitto sociale e offendono addirittura la dignità delle persone. Come diceva Paolo Bentivoglio, uno dei padri nobili dell’Unione, il lavoro è luce che ritorna: il lavoro è la via maestra da percorrere per una vera emancipazione civile e per una effettiva indipendenza delle persone con disabilità. Oltre il 75% di persone con disabilità visiva sono disoccupate o in cerca di occupazione, e questi dati evidenziano una situazione drammatica, ancora più grave per i nostri giovani.
Per questo, domenica 1° maggio, sarò in piazza a Bologna insieme ai sindacati confederali bolognesi che hanno scelto per celebrare la Festa dei lavoratori 2016 mettendo al centro i diritti delle persone disabili, a partire, appunto dal diritto al lavoro e all’inclusione sociale.
Vogliamo infatti richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle migliaia e migliaia di persone con disabilità che il lavoro non riescono a trovarlo perché devono sommare alle difficoltà di tutti, il pregiudizio ancora troppo diffuso verso la propria condizione fisica o sensoriale, anche quando questa non comprometterebbe lo svolgimento regolare di una attività lavorativa.
Vogliamo sollecitare i datori di lavoro pubblici e privati a mantenere atteggiamenti aperti e ricettivi verso quanti si avvicinano al mondo del lavoro pur in presenza di una qualche disabilità che occorre superare con azioni positive comuni, invece che escludere a priori chi ne è portatore.
Chiediamo che venga aggiornata la normativa sui centralinisti e che si possa attuare quella sugli operatori della comunicazione, risolvendo la questione della copertura retributiva dei contributi figurativi, oltre al riconoscimento di una figura professionale di 2° livello, quale quella dell’operatore del benessere o massaggiatore. In questi mesi di grandi riforme in atto nel nostro paese, chiediamo che si possano salvaguardare e valorizzare le professionalità dei docenti non vedenti, nonché una legislazione di sostegno in favore delle libere professioni e attività di impresa svolte dai non vedenti. Dobbiamo smettere di pensare alle persone con disabilità come ad un peso, ma come a lavoratori in grado di svolgere il loro compito con grande coscienza e professionalità».
Mario Barbuto
Presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Per ulteriori informazioni:
Chiara Giorgi
Per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
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