Si riporta il commento della Sentenza n. 8450 del 10 aprile 2014 della Corte di cassazione – Sezione lavoro –
Il licenziamento del soggetto invalido, avviato al lavoro tramite le liste di collocamento per disabili, è legittimo solo se l’impossibilità di reinserimento all’interno dell’azienda venga accertata dalla apposita Commissione medica. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza 8450/2014, respingendo il ricorso di una azienda contro la sentenza della Corte di appello di Palermo che aveva disposto la reintegra del lavoratore.
Il ricorso
Nel ricorso l’azienda aveva sostenuto che, su iniziativa del dipendente, la Commissione non l’aveva dichiarato completamente inabile al lavoro, bensì abile con la limitazione di evitare la “prolungata stazione eretta”. «Poiché però nell’organizzazione aziendale non vi erano posizioni lavorative compatibili con tale limitazione era stato necessario licenziare il lavoratore».
La norma
La Suprema corte richiama la legge 68/1999 che all’articolo 10, comma 3, regolamenta nel dettaglio le ipotesi di risoluzione del rapporto in caso di «aggravamento delle condizioni del lavoratore» o di «significative variazioni dell’organizzazione». E con riguardo a quest’ultimo punto la norma specifica che «il rapporto di lavoro può essere risolto nel caso in cui, anche attuando i possibili adattamenti dell’organizzazione del lavoro, la predetta commissione accerti la definitiva impossibilità di reinserire il disabile all’interno dell’azienda”.
«La verifica di tali condizioni – prosegue la sentenza -, poi, è categoricamente riservata alla competenza della apposita commissione, che valuta le condizioni stesse in funzione della maggior tutela riservata ai disabili».
Il rigetto del ricorso
«Poiché – concludono i giudici – nella specie è pacifico che il licenziamento non è stato preceduto da un accertamento effettuato dalla Commissione …. che abbia valutato … la definitiva impossibilità di reinserire il dipendente all’interno dell’azienda, anche attuando i possibili adattamenti dell’organizzazione del lavoro», il ricorso va respinto.
a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)