Una nuova opportunità per le associazioni del Terzo settore o le Onlus
I cassintegrati potranno essere impegnati in attività di volontariato (“ai fini di utilità sociale, in favore delle proprie comunità”) gestite anche da Onlus o da enti locali.
E’ questa l’opportunità offerta dalla legge 114/2014 (Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari), a cui il ministero del welfare ha dedicato una sezione sul proprio sito www.lavoro.gov.it, con “hastag”, #diamociunamano.
L’iniziativa non solo consentirà ai lavoratori in difficoltà la possibilità sentirsi utili agli altri, mettendo a disposizione le proprie competenze ma offrirà anche alle Onlus nuove opportunità per la concreta realizzazione dei loro servizi grazie al loro impiego in attività di volontariato.
Nella pagina web si trovano tutte le istruzioni per usufruire della chance (modalità per accedervi, illustrazione dei requisiti necessari e possibilità di richiedere informazioni via email, scrivendo all’indirizzo diamociunamano@lavoro.gov.it), nonché due aree specifiche, una che consente ai comuni, alle amministrazioni locali e alle associazioni del terzo settore di registrarsi e inserire i progetti di volontariato, mentre la seconda permette a tutti gli utenti di consultare i progetti attivati.
Il governo ha dato inoltre via libera alla copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali dei beneficiari di ammortizzatori sociali, coinvolti in attività di volontariato e di utilità sociale a favore degli enti locali. Il premio speciale unitario costerà 258 euro su base annua. A stabilirlo il decreto 19 dicembre 2014 del Ministro del Lavoro, che approva la determina n. 351/2014 del presidente dell’Inail.
In pratica chi offrirà il proprio contributo alla collettività potrà contare su una certificazione delle competenze acquisite da sfruttare anche per la ricerca di una nuova opportunità lavorativa.
L’iniziativa si rivolge ai beneficiari di misure di sostegno al reddito, a coloro, cioè, che sono in cig, ai percettori di integrazione salariale e contributo a seguito di stipula di contratti di solidarietà, di indennità di mobilità, di prestazioni legate alla cessazione del rapporto di lavoro, o alla sospensione, o riduzione dell’attività lavorativa, anche a carico dei Fondi di solidarietà, nonché ai destinatari di altre prestazioni di natura assistenziale “finalizzate a rimuovere e superare condizioni di bisogno e di difficoltà della persona” disponibili a svolgere azioni di utilità sociale, nell’ambito di progetti realizzati congiuntamente da organizzazioni del terzo settore ed enti locali; incassata l’adesione, le Onlus possono richiedere all’Inail l’attivazione della copertura assicurativa, finanziata con risorse dell’apposito Fondo nazionale istituito presso il dicastero di via Veneto.
Secondo le stime contenute nella nota ministeriale a questa iniziativa potrebbero arrivare cinque milioni di giornate di volontariato all’anno per i prossimi due anni, soprattutto nell’ambito della tutela dei beni culturali e paesaggistici, quello educativo e quello dell’assistenza socio-assistenziale.
Nella pratica, coloro che ricevono una misura di sostegno al reddito saranno invitati a svolgere un’attività volontaria di utilità sociale in favore della propria comunità di appartenenza. I progetti, che possono essere già in corso di realizzazione o del tutto nuovi, sono proposti e promossi da enti del terzo settore (o anche dai comuni stessi), mentre l’ente locale ha il compito di “convalidarne” l’utilità sociale, dunque di attestare che un determinato progetto porta un beneficio per quella determinata comunità. Le organizzazioni di volontariato e di terzo settore prendono in carico i cittadini, inviano la richiesta di attivazione dell’assicurazione per via telematica all’Inail che risponde attivando la copertura assicurativa in favore del soggetto per il periodo dichiarato.
Il costo dell’assicurazione è a carico di un apposito Fondo istituito al ministero del Lavoro e che può contare su 4 milioni 900 mila euro per ciascuno dei due anni della sperimentazione. Si stima che ad essere coinvolti potranno essere circa 19 mila soggetti all’anno.
Nel sito del ministero ci sarà un’apposita sezione per la registrazione degli enti che vogliono partecipare.
a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)