Condividendo il “triste vuoto” lasciato da Vitantonio Zito, di Mirella Gavioli

Autore: Mirella Gavioli

MANTOVA 16/09/2014

Gentilissimo presidente,
Gentilissimi componenti la direzione e il consiglio nazionale, gentilissimi dirigenti U.I.C.I ed I.RI.FO.R, dipendenti, funzionari e collaboratori tutti, in questo momento in cui siamo ancora increduli alla scomparsa così inattesa dello stimato amico e “collega” Vitantonio Zito, anche questo comitato tecnico scientifico nazionale dei massofisioterapisti e fisioterapisti soci dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sia a titolo personale che per conto dell’intera categoria, passata, presente e futura, desidera significare, oltre che alla famiglia di origine, a voi tutti, quali “grande famiglia” associativamente ed affettivamente legati al suo ruolo e alla sua persona, la più condivisa vicinanza umana ed istituzionale, per il triste lutto che ci ha colpiti.
Noi tutti conosciamo bene l’attaccamento, l’impegnata passione e l’operato convinto che il nostro Vitantonio Zito, fin dagli albori della nostra storia di inclusione sociale, professionale e formativa, oltre che per quella politico-associativa, abbia profuso e che non ha mancato di sostenere e di voler condividere con noi fino all’ultimo.
Tra gli altri, ci piace ricordare con voi, il suo intervento all’ultima teleconferenza tenutasi tra il comitato tecnico scientifico nazionale di categoria e il coordinatore nazionale del settore lavoro, avv. Paolo Colombo, avvenuta il 30 luglio scorso, alla quale, come sempre, Vitantonio era presente in qualità di delegato del coordinatore, nonché da noi tutti considerato quale riferimento di “fondamentale memoria storica”.
Come sempre puntuale, lucido e propositivo, alla presenza del presidente Mario Barbuto che ha voluto cogliere l’occasione per rivolgere un personale primo saluto al comitato, Zito non ha mancato di esternare la sua massima stima e considerazione per i componenti del gruppo attuale, per il loro operato costruttivo e fattivo nei modi e nei contenuti, espressi sia all’interno che all’esterno dell’associazione. Parole che, in quel momento, non hanno potuto far altro che inorgoglirci, gratificarci e motivarci ulteriormente ma che, nostro malgrado,  oggi, si riempiono di un particolare significato che potremo e dovremo custodire nei ricordi dei suoi apprezzamenti e, ancor di più del suo dedito operato.
Questo lutto, come altri ma, per noi più di altri, non può ovviamente lasciarci indifferenti, sia per l’affetto e per la considerazione personale  che lo hanno legato a molti di noi, sia per il riconoscimento del particolare impegno e contributo politico-associativo che anche Vitantonio Zito ci ha “donato e garantito per tanti anni”, rispetto al quale gli siamo tutti particolarmente “riconoscenti e debitori”.
A noi tutti, il miglior augurio di poter proseguire il nostro “cammino e mandato” a sostegno dei ciechi e degli ipovedenti italiani, con la stessa motivata passione e spirito di abnegazione che Vitantonio ci ha insegnato essere possibile e doverosa per sostenere la causa in cui si crede e per la quale è necessario “impegnarsi” quotidianamente con convinzione e competenza collaborativa.
A voi tutti i nostri più cordiali saluti.

I componenti il comitato tecnico scientifico nazionale massofisioterapisti e fisioterapisti soci dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

Mirella Gavioli, Samantha de Rosa, Francesco Ciardone, Giuseppantonio Vitale, Vasile Nagy.

Concorso All Factors: finalisti, Redazionale

Autore: Redazionale

Nei giorni 22 e 24 luglio u.s., sono state trasmesse sulla piattaforma di Parla con l’Unione le due trasmissioni per la selezione dei 16 finalisti del concorso in oggetto.
Le prime otto posizioni per ciascuna delle due categorie previste dal bando sono risultate le seguenti:
PROSA
1) Filodrammatica U.I.C.I. di Portici ed Ercolano con 465 voti
2) Gesuina Maccari con 419 voti
3) Elisabetta Brezzi con 391 voti
4) Associazione Gruppo Elettrogeno con 379 voti
5) Luciana Loprete con 356 voti
6) Rosa Fabiano con 333 voti
7) Maria Sassone con 319 voti
8) Maria Luisa Rubino con 311 voti.

MUSICA LEGGERA

1) Dario Mirabile con 520 voti
2) Sara Binaschi e Samantha De Rosa con 513 voti
3) Matteo Piazzi con 508 voti
4) Luigi Fersini con 503 voti
5) Paolo di Caro ed Alessandro Cadili Rispi ex aequo con 489 voti
7) Marco Daniele con 485 voti
8) Manuele Bravi con 475 voti.

Ricordiamo che in questa fase le votazioni sono state espresse dalla giuria tecnica. Nella fase finale del concorso, invece, si aggiungerà anche la votazione espressa da una giuria popolare composta, come da bando allegato, da cinque soci per ciascuna delle nostre strutture provinciali.
Invitiamo, pertanto, le sezioni che non lo avessero ancora fatto ad inviare i nominativi dei propri giurati a questa Presidenza Nazionale, a mezzo fax al numero 066786815 oppure tramite e-mail all’indirizzo archivio@uiciechi.it, indicando nell’oggetto “Concorso All Factors – Giuria popolare”.

A Vitantonio Zito, di Michele Corcio

Autore: Michele Corcio

(intervento ai funerali del 15 settembre 2014)
Carissimo Vitantonio, caro Professore Zito, come molti di noi amavano chiamarti! E’ proprio vero: anche se ci si prepara, certi eventi ci sorprendono, ci sconcertano e ci addolorano profondamente. So bene che, in presenza di eventi come la morte, si impone il silenzio pensoso. Ma tu, che da vero cristiano perdonavi sempre chi ti arrecava offese ed amarezze, perdonaci se esprimiamo ad alta voce il nostro affetto e la gratitudine per il gran bene che tu hai fatto a tutti i ciechi italiani.

Sono qui con Linda non solo per affettuosa amicizia, ma anche per portarti il saluto riconoscente della Presidenza Nazionale, della Direzione Nazionale e del Consiglio Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti: l’Associazione da te fortemente amata e nella quale hai operato da grande protagonista ver sessant’anni. Sei stato un vero lottatore, sin da quella storica “marcia del dolore”, che nel 1954 ti vide alla testa dei ciechi pugliesi ed in prima fila contro i governativi che volevano soffocare con la violenza la lotta dei ciechi italiani per il diritto alla pensione. Quante volte il nostro comune amico e fratello Peppino Quinio mi ha raccontato di quei giorni e della tua determinazione nel perseguire il riscatto sociale e lavorativo dei ciechi!

Impossibile elencare tutte le Leggi in favore dei ciechi, per le quali ti sei sempre battuto presso i Ministeri e nei rapporti con i Parlamentari, senza risparmio di energie e di sacrifici personali. Basti citare le Leggi per il collocamento obbligatorio e quelle per l’indennità di accompagnamento al solo titolo della minorazione; sempre in prima fila ed al fianco dei diversi Presidenti Nazionali dell’Unione Italiana Ciechi: quanta passione ci mettevi! Quanto spirito di servizio!

Tu eri la memoria storica dell’Unione: raccoglievi, ordinavi e catalogavi con ordine e precisione le registrazioni di tutti gli avvenimenti associativi. E grazie a te, abbiamo conosciuto e riascoltate più volte le voci dei primi Presidenti Nazionali dell’Unione Italiana Ciechi e quelle di tanti protagonisti. Le tue rubriche sulla stampa associativa sono state importanti riferimenti per il lavoro di tanti ciechi: il diritto al lavoro e la dignità dei lavoratori ciechi erano le bandiere del tuo instancabile impegno quotidiano. Sei stato vero ed indomito paladino di tali diritti, ma anche dei doveri di ognuno di noi, in quanto cittadini.

Sei stato padre affettuoso e marito sempre innamorato della sua Cecilia. Come si illuminava il tuo viso quando parlavi dei tuoi figli Lucio e Roberto! Come ti sorrideva il cuore quando raccontavi del tuo nipotino Edoardo! Sempre al tuo fianco la cara Cecilia e la cara Marivia, pronte a darti il braccio per salire e scendere le scale del Parlamento, per andare tra i ciechi di tante Sezioni, per difendere esse stesse i diritti dei più deboli. Come non ricordare la voce della cara Cecilia, quando tu e lei, il 18 giugno del 1988, cantaste una romanza d’amore per l’amore di due giovani sposi: il mio matrimonio con Linda. Come dimenticare le molte, piacevoli chiacchierate serali con gli amici Gina, Enzo, Salvatore, Angelo. E le tante altre serate dei Convegni, quando, dapprima in sordina e poi sempre più robusta ed armoniosa, la tua voce intonava una canzone e tutti finivamo per accodarci in coro, trascinati dalla tua potenza vocale!.

Ora, Vitantonio, tu appartieni all’imponderabile infinito che ci circonda e ci comprende; origine e fine di tutte le cose. E dall’infinito riecheggeranno sempre nelle nostre menti e nei nostri cuori le tue esortazioni ad essere uniti e amare la nostra bella e grande Unione; a tenere sempre alta la nostra dignità di uomini tra gli uomini e, soprattutto, di lavoratori tra i lavoratori.

Grazie, Professore Zito, per averci insegnato con l’esempio quotidiano ad impegnarci per il bene comune ed essere al servizio di una grande causa sociale. Grazie, Vitantonio, per essere stato nostro grande Amico ed averci autenticamente voluto bene!

Michele Corcio

Un ricordo dell’On.le Giovanni Battafarano

Autore: Giovanni Battafarano

Carissimi,
ho avuto notizia della scomparsa improvvisa del carissimo amico Vito Antonio Zito. Con Zito abbiamo collaborato sin dal mio ingresso in Parlamento vent’anni fa. Zito e altri dirigenti dell’UIC hanno seguito con me l’elaborazione e l’approvazione della legge 68/99. Ho incontrato più volte Zito agli incontri annuali dell’UIC a Taranto. Ci sentivamo spesso e tante volte Vito Antonio mi chiamava per un incontro, un’informazione o altro. Insomma eravamo anche amici e per di più conterranei.
La notizia della sua scomparsa mi ha profondamente toccato.
Vi rivolgo le mie sentite condoglianze.

Giovanni Battafarano

L’audiodescrizione torna al cinema con “La Buca”. Dal 25 settembre, solo su MovieReading, di Vera Arma

Autore: Vera Arma

Dopo il successo di “Philomena” e di “The Wolf of Wall Street”, su MovieReading arriva l’audiodescrizione del film italiano “La Buca”, distribuito da LuckyRed.

“La Buca” sarà il primo film italiano a essere accessibile fin dall’uscita al cinema. Dal 25 settembre, giorno di uscita nelle sale, sarà possibile scaricare l’audiodescrizione dall’app MovieReading e ascoltarla direttamente con il proprio smartphone.

Come funziona MovieReading? Dopo aver scaricato gratuitamente l’app da Apple Store o Google Play, l’utente potrà scaricare l’audiodescrizione cliccando sul titolo del film all’interno dalla sezione ‘market’ dell’applicazione.

Al cinema, all’inizio del film, dopo aver collegato il proprio auricolare allo smartphone, l’utente dovrà andare nella sezione ‘my movies’ e cliccare sul titolo del film. In pochi secondi, l’applicazione sincronizzerà automaticamente l’audiodescrizione con l’audio del film.

In attesa dell’audiodescrizione de “La Buca”, in anteprima troverete pronta per il download gratuito, sul sito di MovieReading, una brevissima audio-introduzione al film.

Per qualsiasi informazione, dubbio o chiarimento, lo staff di MovieReading è a disposizione via mail all’indirizzo info@moviereading.com , sulla pagina facebook ufficiale www.facebook.com/moviereading e telefonicamente al numero 0761-1916348

Vi preghiamo di diffondere questa informazione il più possibile attraverso tutti i vostri canali, perché l’accessibilità, ancor prima di arrivare al cinema, passa da voi.
Buon cinema con MovieReading!

Una bussola per orientarsi- Genitori a confronto. Dallo scambio di esperienze personali ad un vademecum per tutti, di Roberta Caldin e Valeria Friso

Autore: di Roberta Caldin e Valeria Friso

Rubrica per genitori

In questo numero vi presentiamo il resoconto di un lavoro condotto a Bologna dalla prof.ssa Caldin-Professore Ordinario di Pedagogia Speciale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna-con un gruppo di genitori di bambini/ragazzi con disabilità visiva, dal quale è scaturito un vademecum utile per tutti coloro che vivono l’esperienza di essere madri o padri di un bambino o ragazzo cieco o ipovedente.
Si intitolerà “Da genitori a genitori. Esperienze, timori, sfide e prospettive nel deficit visivo” il prodotto finale di mesi di dialoghi, scambi di esperienze, riflessioni sul passato, presente e futuro di genitori con bambini o ragazzi ciechi o ipovedenti di Bologna. Per un anno, condotti dalla prof.ssa Roberta Caldin, i genitori si sono incontrati e hanno potuto condividere le proprie esperienze con tutto ciò che il termine esperienza porta con sé. E con tutto ciò che la situazione “genitori con bambini/ragazzi con disabilità visiva” porta con sé. Il percorso ha avuto diversi significati: intrinseci ed estrinseci; intimi e pubblici; peculiari e comuni; ma è stato soprattutto un percorso di condivisione.
Questo cammino non è nato con obiettivi peculiari ai gruppi di auto-aiuto, cioè con l’obiettivo di fare da presidio ad un disagio o per trovare soluzione a dei problemi, o ancora per trasformare coloro che domandano aiuto a persone in grado di offrirlo, ma è nato semplicemente come spazio di riflessione intorno a temi che potevano essere comuni tra i presenti. Si è svolto in ambienti conosciuti e familiari a tutti – presso l’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza – ma anche in luoghi che potremmo definire “neutri”. Infatti, i partecipanti hanno goduto della possibilità di essere insieme a Cesenatico: un luogo fuori dalla propria quotidianità, stimolante e accogliente.
La riflessione ha seguito, molto semplicemente e – allo stesso tempo – approfonditamente, le tappe evolutive di crescita dei figli e si è soffermato in quei momenti che hanno segnato di più la memoria dei presenti: la nascita, le relazioni familiari, quelle sociali, il primo ingresso a scuola fino alle attività extrascolastiche e all’autonomia dei figli stessi.
Mano a mano che gli incontri si susseguivano, il coinvolgimento personale di ciascuno è aumentato, anche grazie al clima di rispetto e conoscenza reciproca che si andava creando. Il gruppo è divenuto sempre più compatto, coeso, luogo di nuove sensibilità e palestra per nuovi stili di comportamento. Insieme ci sono stati momenti di supporto emotivo, di comprensione e condivisione, ma anche di scambio di concrete informazioni utili. La connessione emotiva, il senso di appartenenza e il senso di comunità hanno creato una percezione di identità plurale. Il “noi” ha iniziato ad essere il pronome più utilizzato! Certo, si è partiti da un gruppo di genitori che già si conoscevano, ma la stima, l’essere in grado di riconoscere ed esplicitare le proprie storie, ha fatto sì che la propria storia e quella della propria famiglia diventasse una storia in comune. Ed ecco nascere l’idea di mettere per iscritto parte di questo percorso, per poterlo condividere con la comunità, con l’esterno.
Al termine, infatti, di questo percorso – se mai si può affermare che questo percorso possa avere un “termine” – il gruppo di genitori si è sentito chiamato, come in modo naturale, ad allargare la propria esperienza ad altri ideali genitori come loro. Il gruppo ha avvertito l’esigenza di sintonizzarsi su una dimensione più vasta: la comunità.
L’idea ha portato a ulteriori momenti di confronto per delineare la struttura del lavoro. Il percorso di vita è stato il filo conduttore per scrivere di emozioni e di cammini esplicitati durante gli incontri, cercando di tessere le emozioni intorno a temi chiave, conservando ciò che si riteneva strada facendo fosse utile a genitori con bambini e ragazzi con disabilità visiva. Ciò che ne è emerso è stato un libretto che ciascuno dei presenti avrebbe voluto avere in mano all’inizio della propria storia con il proprio figlio.
I temi principali trattati sono stati: il momento della nascita con gli interrogativi che accompagnano questo periodo e, soprattutto, quello della scoperta della disabilità visiva del proprio figlio. Da interrogativi che sorgono spontanei di fronte ad un neonato: a chi assomiglia? Fino a interrogativi più vicini alla situazione: com’è accaduto? Perché proprio mio figlio? Chi ci aiuterà?
Il lavoro prosegue ripercorrendo la crescita e le libertà da “autorizzare” e da sviluppare nel momento dell’esplorazione del mondo, attraverso la scelta dei giochi, delle attività sportive e culturali, l’aiuto nel relazionarsi col mondo esterno. E questo mondo esterno è composto da elementi materiali e animali, ma anche da persone, a partire dai fratelli. E la relazione non è mai univoca: va bene aiutare il figlio con disabilità visiva, ma i fratelli e le sorelle? Nella quotidianità ci sono differenze se i fratelli sono più grandi o più piccoli del figlio con disabilità visiva?
Ma “relazione” con le persone significa non solo guardare ai familiari e ai conoscenti stretti, ma alla società tutta. E il primo ingresso in società è spesso dettato dall’ingresso nel nido o nella scuola dell’infanzia. Che cos’hanno questi ambienti in più rispetto alla famiglia? La scuola stessa se e come va preparata? Quante preoccupazioni… e insieme quante porte aperte all’incognito e alla scoperta! Va da sé che dopo la scuola dell’infanzia venga da affrontare la scuola primaria con i primi interrogativi sul Braille e il bastone bianco.
Le domande chiave che accompagnano il breve testo possono essere riassunte in queste due: In generale: qual è la maniera giusta per ottenere il rispetto dei diritti di nostro figlio? Possiamo delegare?
Avendo sempre inteso questo libretto come una sorta di mediatore, di strumento che permettesse un dialogo con genitori di cui non si conoscono i volti e le storie, ma attraverso il quale si vuole condividere la fatica e i timori, le conquiste e le gioie, questo lavoro ha avuto uno sbocco naturale: l’aggiunta di una sezione di testimonianze. Sono state individuate delle figure chiave della vita dei figli e a loro è stata chiesta qualche considerazione riferita alle sensazioni ed emozioni provate alla nascita del bambino, ai pensieri e riflessioni presenti e alle prospettive relative al futuro.
Ed ecco, quindi, gli interventi che seguono nel libretto e che costituiscono una sorta di insieme di testimonianze corredate da alcune fotografie che alleggeriscono il testo e ne danno un’identità maggiormente definita: un ragazzo cieco, una mamma, due papà, un educatore, un professore di sostegno, due fratelli, una sorella, una nonna, una zia, un allenatore e un istruttore. Tutte figure chiave che fanno parte di una rete sociale costruita negli anni intorno a ragazzi e alle loro famiglie.
La presente esperienza, corroborata dalla qualità delle relazioni che sono nate e cresciute o anche semplicemente riprese e irrobustite, sta lasciando un segno. Utilizziamo il gerundio “sta lasciando” proprio perché, nonostante vada verso la sua conclusione, il lavoro svolto ha aperto nuovi interrogativi, nuove strade e ha dato vita a una voglia di condivisione a cui spesso è difficile trovare risposta. E sono proprio questi slanci che permettono di intravedere nuove prospettive, incentivate dagli stessi protagonisti della situazione analizzata: i genitori e i figli.

Prof.ssa Roberta Caldin
Professore Ordinario di Pedagogia Speciale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna.
Dott.ssa Valeria Friso
Postdoctoral Researcher presso Università Alma Mater Studiorum Bologna

Crotone: L’avvocato Giorgio Rognetta ci ha per sempre lasciati. Da oggi i ciechi calabresi sono più soli, di Francesco Scicchitano

Autore: Francesco Scicchitano

Quando nella serata del 29 Agosto ho ricevuto una insolita telefonata dal suo collega Nunzio Denisi, non è stato difficile per me comprendere cosa potesse essere accaduto prima ancora che questi proferisse parola.
Ma chi era Giorgio Rognetta?
Figlio del compianto Pepè già Presidente della Sezione di Reggio Calabria per 25 anni, dal quale aveva evidentemente ereditato i grandi valori associativi della passione e dell’affetto alla causa del nostro sodalizio, svolgeva egregiamente ed in maniera encomiabile il gravoso ruolo di consulente legale nella nostra regione anche se il suo impegno nei confronti dei soci tutti e di noi dirigenti non conosceva limiti di tempo nel contesto di un lavoro che spaziava in tutti gli ambiti della vita associativa e che quando richiesto, non disdegnava di estendere oltre.
Era un uomo intelligente, sensibile e dotato di innata umanità, un professionista serio, puntuale e di sicura affidabilità, un amico fedele e sincero, capace di infondere in ognuno la giusta sicurezza e la tranquillità necessaria nei momenti di smarrimento e di sconforto.
Queste le doti non comuni di una figura esemplare ed unica, che si è rivelata per tutti un meraviglioso invidiabile e trainante faro di saggezza e di sapienza.
Forte del suo incommensurabile amore e dell’indiscusso senso di abnegazione per la causa dei ciechi italiani, in questo lungo e penoso periodo di sofferenza non ha mai smesso di essere al fianco di noi dirigenti nonostante le precarie condizioni di salute gli suggerissero prudenza.
Ecco perché ha continuato fino all’ultimo, a cibarci dei suoi saperi con quella grazia e quella disinteressata disponibilità che gli erano propri. valori unici e profondi, dei quali probabilmente abbiamo talora anche abusato.
Tutto questo, mentre un atroce destino cinico e baro gli consumava in maniera lenta e inesorabile l’esistenza.
Adesso che non c’è più, attorno a noi restano il vuoto, le lacrime ed il grande rimpianto di non averlo mai ringraziato abbastanza e per non aver avuto il tempo di conferirgli ogni meritato tributo quale dovuta riconoscenza per un’ineguagliabile opera svolta.
Che Dio lo abbia in gloria.
Alla sua cara consorte, all’anziana madre ed ai familiari tutti giungano da parte dei ciechi calabresi e dell’Unione tutta i sensi del più profondo cordoglio

Il Presidente Provinciale
Cav. Francesco Scicchitano

Convocazione Assemblea Nazionale Quadri Dirigenti – Tirrenia sabato 27 settembre ore 15 e domenica 28 settembre ore 9.

Autore: Mario Barbuto

 

COMUNICATO N. 144

PROT 11320/2014/28/08

 

Questo comunicato è presente in forma digitale sul Sito Internet: http://www.uiciechi.it/documentazione/circolari/main_circ.asp

OGGETTO: Convocazione Assemblea Nazionale Quadri Dirigenti – Tirrenia sabato 27 settembre ore 15 e domenica 28 settembre ore 9.

L’Assemblea Nazionale dei Quadri Dirigenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è convocata  a Tirrenia  presso il  Centro studi e riabilitazione  “Le Torri” per i  giorni sabato 27 settembre ore 15,00 e domenica 28 settembre ore 9 per discutere sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

 

  1. Procedure e proposte relative alla riformulazione dello Statuto Sociale e dei Regolamenti.
  2. Proposte per una gestione patrimoniale più efficace ed efficiente;
  3. Proposte e modalità di organizzazione del XXIII Congresso Nazionale.

L’Assemblea, come di consueto, verrà trasmessa tramite la nostra radio web www.uiciechi.it/radio/radio.asp . Chi lo desidera potrà inviare  brevissimi interventi utilizzando l’apposito modulo on line della Rubrica “Parla con l’Unione”. Nei limiti del possibile, tali interventi verranno letti in Assemblea.

Le spese di soggiorno, degli aventi diritto e dell’eventuale accompagnatore, sono a carico della Presidenza Nazionale.  Quelle di viaggio, compresi i transfert dalla stazione/aeroporto agli alberghi, sono a carico delle strutture di appartenenza dei partecipanti.

Cordiali saluti.

Mario Barbuto

Presidente Nazionale

 

Parla con l’Unione- Giovedì 18 settembre 2014 dalle ore 15,00 alle ore 17,00

Autore: Mario Barbuto

COMUNICATO 141

PROT 11313/2014/28/08

Questo comunicato è presente in forma digitale sul Sito Internet: http://www.uiciechi.it/documentazione/circolari/main_circ.asp

 Oggetto: Parla con l’Unione – Giovedì 18 settembre 2014 dalle ore 15,00 alle ore 17,00.

 

Giovedì 18 settembre, alle ore 15.00 l’On. Giovanni Battafarano sarà ospite della nostra radio web nell’ambito della rubrica “Parla con l’Unione” www.uiciechi.it/radio/radio.asp.

Con il suo prezioso supporto, terremo una conversazione sui temi del lavoro, del collocamento, della formazione, dell’impiego, della gestione delle graduatorie riservate e dell’applicazione della legge 68/99.

L’On. Battafarano,  particolarmente esperto della materia, ha accolto la nostra sollecitazione e si è reso disponibile per fornire il suo contributo di conoscenza e di esperienza.

Sarà possibile rivolgere domande nel corso della trasmissione, secondo le modalità usuali: utilizzare l’apposito form alla predetta pagina o inviare una e-mail, anche nei giorni precedenti la trasmissione, all’indirizzo diretta@uiciechi.it  oppure contattarci durante la trasmissione ai recapiti telefonici 06/69988353 o 06/6791758.

Mi permetto di raccomandare a tutte le strutture regionali e territoriali una qualificata partecipazione che veda anche la presenza dei responsabili del settore lavoro e in particolare dei centralinisti telefonici.

Vive cordialità.

Mario Barbuto

Presidente Nazionale

 

PN (ts)

 

Una bussola per orientarsi- La legge 104 del 1992 e il quadro dei diritti dei disabili e dei loro familiari -seconda parte-, di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

Rubrica per genitori

Eccoci al secondo appuntamento con l’avv. Paolo Colombo-responsabile del Centro di Documentazione Giuridica e componente della Direzione Nazionale dell’UICI-che ci aiuterà a conoscere e comprendere quanto è previsto dalla legge 104/1992 (Legge-quadro per l’assistenza , l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) in tema di permessi lavorativi spettanti ai genitori di minori con disabilità.

Dopo il compimento del terzo anno e sino al compimento del diciottesimo anno di vita del bambino la madre lavoratrice o, in alternativa, il padre (che deve produrre al datore di lavoro entro 10 giorni una dichiarazione da cui risulta la rinuncia parziale o totale della madre a tale diritto), anche in caso di adozione, hanno diritto per l’assistenza di figlio disabile (ovvero anche parenti o affini entro il secondo grado, -in precedenza per norma introdotta dalla legge 183/210 entro il terzo grado- qualora i genitori siano anch’essi affetti da patologia invalidanti o siano deceduti o mancanti. D.lgs. 119/ l’art. 33 della legge 104/92 el’art. 33 del d.lgs. 151/2001), in situazione di gravità accertata dai competenti organi (2) e non ricoverati (nel ricovero sono compresi i ricoveri ospedalieri o in strutture adibite all’accoglimento degli handicappati seppur come centro riabilitativo diurno – vedi messaggi INPS 228 e 256 del 4 gennaio 2006), a tre giorni di permesso al mese (4), anche frazionati a mezza giornata o a ore sino al massimo delle 18 ore mensili (messaggio INPS 15995/2007), cumulativamente (l’alternatività non influenza il numero complessivo massimo dei giorni e di ore di permesso fruibili al mese). In successivo messaggio (INPS n.16866/2007) viene precisato che, fermo restando il diritto a tre giorni al mese di assenza 2011 che modifica indipendentemente dall’orario giornaliero o settimanale, il limite delle 18 ore opera per coloro che hanno un debito orario di 36 ore alla settimana in 6 giorni lavorativi. Pertanto in caso di differente distribuzione oraria del debito orario settimanale ovvero di orario normale di lavoro settimanale eccedente o inferiore alle 36 ore, la quantificazione del massimale orario mensile di permessi orari fruibili mensilmente verrà così determinato: orario normale di lavoro settimanale diviso il numero dei giorni lavorativi settimanali moltiplicato 3.
I tempi di utilizzo dei tre giorni di permesso mensile, anche frazionati a mezza giornata o a ore, che spettano di diritto in base alla legge 104/92, non rientrano nella discrezionalità del datore di lavoro, ma vengono scelti dall’avente diritto secondo le proprie necessità. L’indicazione dei giorni durante i quali si intende fruire dei permessi deve, di norma, essere comunicata in tempo utile per consentire di provvedere alla sostituzione e all’organizzazione del lavoro, a meno che il permesso non venga richiesto per improvvise ne sopravvenute necessità connesse alla disabilità. In tal caso la comunicazione va fatta prima dell’inizio del servizio.
Infatti, se da un lato la scelta dei giorni di fruizione dei permessi mensili deve contemperare la necessità di buon andamento dell’attività imprenditoriale e il diritto all’assistenza del disabile, dall’altro canto va tenuto presente che le esigenze di tutela del disabile prevalgono sempre sulle necessità dell’impresa in caso di improcrastinabili richieste di assistenza
Ministero del Lavoro – Interpello n. 31 del 6 luglio 2010
Se il ricovero viene interrotto per garantire delle visite specialistiche o delle terapie da effettuarsi all’esterno della casa di riposo ovvero presso strutture adeguate all’assistenza sanitaria o riabilitativa, tale ipotesi non può essere ricondotta alla previsione di cui all’art 33 e precisamente – non ricoverato in istituti specializzati a tempo pieno -. Infatti nella circostanza, in cui il disabile debba recarsi al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare delle visite e/o delle terapie si interrompe il requisito del tempo pieno del ricovero e si determina il necessario affidamento del disabile all’assistenza del familiare il quale, ricorrendone gli altri presupposti di legge, avrà diritto alla fruizione dei permessi (interpello Ministero del Lavoro 20 febbraio 2009 numero 13 e messaggio INPS 28 maggio 2010 numero 14480), ovviamente con la documentazione rilasciata dalla struttura che attesti le visite e/o le terapie effettuate.
Ricordiamo che la circolare INPS numero 155 al punto 3 prevede in ottemperanza a quanto previsto all’articolo 24 delle legge 183/2010 altre eccezioni:
ricovero a tempo pieno di un disabile in situazione di gravità in stato vegetativo persistente e/o con prognosi infausta a breve termine;
ricovero a tempo pieno di un minore con disabilità in situazione di gravità per il quale risulti documentato dai sanitari della struttura ospedaliera il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un famigliare, ipotesi peraltro già prevista per i bambini fino a 3 anni di età (circolare INPS numero 90 del 23 maggio 2007 al punto 7).
Con l’interpretazione dell’art. 33, comma 3 della legge 104/1992 e dell’art. 20 legge 53/2000, nell’ipotesi in cui un solo lavoratore presti assistenza a più individui portatori di handicap, il limite dei tre giorni mensili di congedo parentale previsti dalla legge 104/92 riguarda ciascun singolo individuo portatore di handicap, e pertanto il lavoratore che assiste più disabili può cumulare i giorni di permesso riconosciuti per ogni singolo portatore di handicap in situazione di gravità e non ricoverato a tempo pieno con prestazioni disgiunte (si intende per prestazione -disgiunta- quando la prestazione di due o più soggetti portatori di handicap può essere assicurata solo con modalità e in tempi diversi). In particolare, in precedenza, prima della circolare INPS numero 90/2007, i permessi disgiunti erano possibili solo se le cure erano contemporaneamente esclusivee continue per ciascun soggetto (5).
L’articolo 24 commi 2 e 3 della legge 183/2010 avrebbe attenuato l’importanza dei requisiti di -esclusività- e di -continuità- quali presupposti essenziali ai fini della concessione dei benefici per l’assistenza al disabile in situazione di gravità. Infatti per l’abrogazione parziale dell’articolo 20 comma 1 della legge 53/2000 i requisiti della continuità e della esclusività verrebbero meno.
Ne conseguirebbe che i permessi ex lege 104/1992 spetterebbero anche a chi, come nel caso di residenza in una località diversa, non si possa dimostrare la continuità della assistenza in quanto residente in comune diverso da quello dell’assistito.
Tuttavia secondo la circolare Brunetta (Dipartimento Funzione Pubblica circolare 13 del 6 dicembre 2010) sarebbe meglio tipizzato il concetto di esclusività dell’assistenza con la regola che i permessi possono essere accordati, salvo la previsione espressa di alcune eccezioni, ad un unico lavoratore (referente unico).
In casi di speciale gravità dell’handicap, qualora il dirigente del Centro medico legale ravvisi la effettiva necessità del bambino a cure che non possono essere garantite durante le sole ore dell’allattamento, è possibile cumulare i permessi orari ex lege 104/92 e i riposi orari per allattamento come da DLgs 151/01 per lo stesso figlio portatore di handicap (messaggio INPS n. 11784).
Secondo la Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro (Interpello numero 41 del 15 maggio 2009) i permessi lavorativi ex art. 33 della Legge n. 104/1992 non spetterebbero ai tutori o amministratori di sostegno di persone con handicap in situazione di gravità.
I permessi sono coperti in base all’ articolo 19 lettera a) della legge 53/2000 da contribuzione figurativa (6).
In caso di contratto a part-time verticale, il numero dei giorni di permesso spettanti va proporzionalmente ridotto.
I permessi sono retribuiti e danno diritto alla maturazione dell’anzianità di servizio, ma non facevano maturare né le ferie e né la tredicesima (Informativa INPDAP numero 30/03). Con decorrenza 29 agosto 2003, data di entrata in vigore del decreto legislativo 216/2003 che introduce condizioni di maggior favore in base all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo numero 151/01 i permessi dal lavoro, mensili e orari, per l’assistenza a famigliari disabili non dovrebbero più decurtare né le ferie, né la tredicesima mensilità (Ministero del lavoro parere protocollo n. 15/0001920/04 poi sospeso e sottoposto al vaglio dell’Ufficio legislativo per l’impatto che ne potrebbe derivare).
La circolare numero 208 dell’8 marzo 2005 del Dipartimento della funzione pubblica-Ufficio per il personale della pubblica amministrazione, supportata dal parere favorevole dell’Avvocatura generale dello Stato (parere numero 142615 del 2 novembre 2004) precisa che la tredicesima mensilità dei dipendenti pubblici non subisce decurtazioni o riduzioni per il fatto di aver usufruito dei permessi previsti dalla legge per assistere i portatori di handicap all’ articolo 33 commi 2 e 3 della legge 104/92 (7). La lettera circolare del Ministero del lavoro 2 febbraio 2006, facendo riferimento al parere n. 3389/2005 emesso dalla sezione seconda del Consiglio di Stato ribadisce che non soggette a decurtazione le ferie e la tredicesima mensilità quando i riposi e i permessi previsti dall’art. 42 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 non sono cumulati con il congedo parentale.
Sono utili ai fini del trattamento di quiescenza, non sono invece valutabili né ai fini del trattamento di fine servizio (indennità premio di servizio ed indennità di buonuscita) né del TFR (Circolare n. 11 del 12 marzo 2001 della Direzione Centrale Prestazioni Previdenziali).

Casi particolari:
LAVORO NOTTURNO
Per l’art.17 della legge 5 febbraio 1999 numero 25 il lavoro notturno non deve essere obbligatoriamente prestato dalla lavoratrice o dal lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile.
TRASFORMAZIONE DEL CONTRATTO DI LAVORO
La legge di riforma del Welfare al comma 44 punto d) 3 prevede che il lavoratore o la lavoratrice convivente di età non superiore ai 13 anni o con figlio convivente con handicap come da articolo 3 della legge 104/1992 abbia la priorità nella richiesta di trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.
SCELTA DELLA SEDE DI LAVORO
Il genitore che assiste con continuità un figlio disabile ha diritto (art. 33 della legge 5 febbraio 1992 n. 104) a scegliere -ove possibile- la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferito ad altra sede senza il suo consenso.
Inoltre da tenere presente che qualora un lavoratore pubblico con una situazione familiare già esistente che dà diritto ai permessi “ex lege” n. 104/1992, accetti un posto di lavoro fuori dalla propria sede e, di conseguenza, venga lì trasferito, non può poi rivendicare, in via prioritaria, il trasferimento nella vecchia sede per assistere il familiare handicappato (Cassazione sentenza numero 23526 del 2 novembre 2006).
Va inoltre tenuto presente (Tar Lazio sentenza 8639/2005) che la norma che prevede il diritto del parente di un disabile alla scelta della sede di lavoro, non contempla il diritto al trasferimento in corso di rapporto di lavoro ai fini dell’avvicinamento al famigliare bisognoso di assistenza. Il criterio ispiratore della decisione di accordare o meno il beneficio del trasferimento è quello di tutelare le situazioni di assistenza già esistenti, mentre esigenze successivamente insorte a causa della sopravvenienza di uno stato di disabilità non possono trovare soddisfazione in virtù dell’applicazione della previsione legislativa all’art. 33, comma 5, della legge n. 104/92. In particolare, la concessione del beneficio di cui all’art. 33, comma 5, della legge n. 104/92 non può in alcun caso prescindere dal riscontro di una già esistente situazione di assistenza continuativa ovvero dall’attualità dell’assistenza, sicché non può essere concesso ai dipendenti che, non assistendo con continuità un familiare, aspirino al trasferimento proprio al fine di poter instaurare detto rapporto di assistenza continuativa.
Il diritto del genitore o del familiare lavoratore che assiste con continuità un handicappato, di scegliere la sede lavorativa più vicino al proprio domicilio e di non essere trasferito ad altra sede senza il suo consenso, non si configura come un diritto assoluto o illimitato perché detto diritto non può essere fatto valere allorquando, alla stregua della regola di un equo bilanciamento tra i diritti, tutti con rilevanza costituzionale, il suo esercizio finisca per ledere in maniera consistente le esigenze economiche, produttive o organizzative del datore di lavoro e per tradursi, soprattutto nei casi in cui si sia in presenza di rapporti di lavoro pubblico, con l’interesse della collettività.
Cassazione Civile Sez.Unite numero 7845 del 27 marzo 2008
E’illegittimo il trasferimento del lavoratore che assiste un familiare portatore di handicap anche non grave, qualora l’azienda non abbia prodotto alcun motivo che, in un bilanciamento degli interessi, possa giustificare la perdita di cure da parte del soggetto debole.
In particolare, il diritto del lavoratore a non essere trasferito ad altra sede lavorativa senza il suo consenso (articolo 33 comma 5 della legge 104/92) non può subire limitazioni anche allorquando la disabilità del familiare non si configuri come grave risultando la sua inamovibilità – nei termini in cui si configuri come espressione del diritto all’assistenza del familiare comunque disabile – giustificata dalla cura e dall’assistenza da parte del lavoratore al familiare con lui convivente, sempre che non risultino provate da parte del datore di lavoro – a fronte della natura e del grado di infermità (psico-fisica) del familiare – specifiche esigenza datoriali che, in un equilibrato bilanciamento tra interessi, risultino effettive, urgenti e comunque insuscettibili di essere diversamente soddisfatte.
Corte di Cassazione sez. Lavoro – Sentenza numero 9201 del 7 giugno 2012
L’articolo 24 della legge 183/2010 prevede ora che il lavoratore ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina non più al domicilio del lavoratore che presta assistenza, ma al domicilio della persona da assistere.

Avv. Paolo Colombo
Responsabile Centro di Documentazione Giuridica “G. Fucà”
cdg@uiciechi.it