Archiviate le festività natalizie 2013, ora dobbiamo guardare avanti, perché le cose da fare sono tante e tutte importanti.
La prima cosa che sento di dire è che il nostro amato Presidente sta riprendendosi alla grande.
Ci sentiamo per telefono; lo aggiorno sull’andamento dell’attività; chiede, soprattutto, se i Ministeri rispettano i loro obblighi nei confronti dell’Unione; mi ha, persino, segnalato alcune date in cui avrebbero dovuto adottare provvedimenti, riguardanti l’erogazione dei contributi relativi al 2013.
E’ questo un buon inizio che conferma quanto abbiamo ripetuto fin qui: e cioè che Tommaso presto riprenderà la guida della nostra Organizzazione.
Durante la Direzione di dicembre e quella di gennaio, aderendo ad un suo desiderio, abbiamo realizzato collegamenti telefonici per lo scambio degli auguri e di saluti. Sono state due piacevoli circostanze, che si sono aggiunte al messaggio augurale, che il Presidente ha voluto rivolgere ai soci ed ai dirigenti tutti.
Tali circostanze, oltre a generare piacere in ognuno di noi, hanno, inevitabilmente, volto l’animo alla commozione.
Abbiamo archiviato anche la Legge di Stabilità che, tra tensioni nei partiti, fibrillazioni e momenti di incertezza, aveva proiettato sulla scena politica, addirittura, lo spettro della non approvazione, tenendoci con il fiato sospeso fino allo scorso 23 dicembre.
Finalmente, l’incubo si è dissolto, quando il sipario è calato con la terza “fiducia”, posta dal Governo.
Solo allora abbiamo potuto tirare il proverbiale “sospiro di sollievo”, avendo messo al sicuro i mezzi finanziari, necessari per assicurare attività e servizi ai non vedenti ed agli ipovedenti italiani, verosimilmente, senza doverne abbassare il livello di qualità rispetto all’anno precedente.
Tale risultato è il premio delle enormi fatiche di tanti mesi di lavoro, generosamente profuse dall’intera dirigenza dell’UICI e, soprattutto, del Presidente Daniele che, avendo intuito la particolare complessità del momento politico, aveva avviato i contatti necessari con largo anticipo, selezionando, accuratamente, gli interventi e le modalità procedurali.
La riuscita dell’operazione dimostra che la regia era stata adeguata e perfettamente funzionale all’obbiettivo.
Davanti a noi, ora, ci sono tante iniziative in cantiere.
Per importanza cito soltanto il disegno di legge riguardante gli operatori del benessere, la riforma della legge 113/85 e la lotteria nazionale per l’autofinanziamento.
Naturalmente, adesso, bisognerà tenere d’occhio l’evolversi della attuale realtà politica, per la verità, assai cangiante, a causa dei fermenti interni e dei fattori esterni, soprattutto quelli europei, legati alle elezioni di maggio; questi ultimi influenzabili da alcune idee originali sì, ma ancora in embrione, che possono ispirare le future scelte ed i futuri assetti politici verso nuovi orizzonti ed equilibri adeguati alle istanze sociali emergenti. Non vanno, neppure, sottovalutate le spinte provenienti dagli altri continenti, aventi singolarmente specifiche peculiarità, generate dalla ricerca di un più aggiornato ordine giuridico-politico universale, meglio rispondente ai bisogni dei popoli e più rispettoso dei diritti umani. Da tutto ciò, e specialmente dalla riforma elettorale italiana (madre di tante altre, pur necessarie e ormai improcrastinabili), reputo dipenda il riposizionamento dei futuri schieramenti politici, la rinascita complessiva del nostro Paese e la riconquista del suo ruolo leader, sia all’interno dell’Europa, come soggetto fondatore, sia come Paese industriale, con forti responsabilità nel più ampio Scacchiere Internazionale, dove si muovono le principali potenze del Mondo.
Insomma si profila un futuro interessante ed impegnativo, che, addirittura, potrebbe assumere la fisionomia di una transizione, destinata a segnare profondamente la storia, l’assetto istituzionale, la struttura della società italiana, nonché l’organizzazione degli altri popoli e la impalcatura medesima degli Ordinamenti e degli equilibri dell’Europa e del Mondo. Potrebbe trattarsi di una fase che caratterizzata da una “osmosi a doppia faccia”, in quanto la rigenerazione istituzionale, secondo il principio dei vasi comunicanti, riverserebbe gli effetti dai singoli paesi a ciascuna delle due entità internazionali (Europa e Nazioni Unite) e viceversa.
Dunque, le riforme in Italia comporteranno, inevitabilmente, modifiche di punti nevralgici della costituzione che, conseguentemente, dovrà essere emendata e modellata sulle nuove ed ineludibili istanze.
Alla straordinaria prova di appello, cui saranno chiamate le singole coscienze e le responsabilità di tutti i soggetti organizzati, presenti nel nostro Paese, dovremo presentarci anche noi, sia come individui, che come Associazione, pena la “esclusione sociale”. Pertanto, dobbiamo tenere d’occhio quanto si verifica attorno a noi, valutando ogni accadimento con responsabile attenzione e la necessaria cautela, vigilando sulle condotte e sugli stessi atteggiamenti istituzionali, in modo da non farci cogliere impreparati dai nuovi eventi e poter, quindi, individuare la rotta, capace di condurci verso gli obbiettivi, coincidenti con le finalità statutarie e le aspirazioni dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Come sempre occorre entrare in campo senza timidezze e con la ferma convinzione che siamo una componente sociale minoritaria sì, ma significativa, perché portatrice di interessi fondamentali e di problematiche di notevole rilevanza sociale, sia specifiche che generali. Dunque dobbiamo, ancora una volta, entrare in campo da protagonisti che vogliono partecipare al “giuoco della vita”, al pari di tutti gli altri, con le carte in regola, con la Dignità di Cittadini contribuenti, responsabili e coscienti, soprattutto della titolarità dei diritti umani, sempre legittimamente rivendicati e spesso, ingiustamente e inspiegabilmente negati.
Dunque, è necessario ravvivare la fiducia nella democrazia e nella politica cui compete costruire un nuovo modello etico-politico e socio-economico, in grado di dare risposte ai nuovi bisogni e alle nuove istanze; inoltre, dobbiamo continuare a far leva anche sulla forza della nostra esperienza solida e qualificata, eloquentemente convalidata dalla storia, come elemento capace di contribuire a modificare il corso culturale e comportamentale della società italiana, che ci ha già consentito di conquistare il diritto alla istruzione e allo studio, la piena capacità di agire, il diritto al lavoro e all’assistenza.
Da tale quadro di riferimento, dobbiamo estrapolare l’energia morale e le ragioni per sviluppare programmi, mettere in campo strategie e metodologie finalizzate alla realizzazione dei nostri obbiettivi ed infine per continuare a pretendere dallo Stato (in tutte le sue articolazioni), leggi moderne dedicate, sostegni vari, compresi quelli di natura economica, necessari per affrontare, con pari opportunità, i pesanti condizionamenti ed i costi oggettivamente discendenti dalla minorazione visiva.
Va, pertanto, perseguita – in quanto ancora di scottante attualità-, la logica del rispetto rigoroso della disabilità visiva, come oggettiva espressione di una “specificità sensoriale caratterizzante”, contrastando, con fermezza, tutte quelle condotte ed iniziative, volte a creare pseudo tendenze che, occultando interessi di parte e/o precisi alibi, camuffano in “privilegio” e/o in “posizione di rendita” le legittime istanze di giustizia sociale e di rispetto dei “diritti di cittadinanza” dei “diritti umani”, prospettate nel tempo dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e da altri soggetti simili: un comodo modo per sottrarsi alle responsabilità e ai doveri morali, sociali, giuridici e politici!……..
Come sempre, quello che ci attende, sarà un lavoro alquanto impegnativo, che presuppone l’unità della categoria, chiarezza progettuale e piena consapevolezza del fatto che dobbiamo dialogare e confrontarci con un Parlamento, in gran parte rinnovato e perciò privo di memoria storica, con un Governo, assillato e assediato da una crisi che, ancorché nella fase terminale, è destinata a durare qualche anno ancora, prima di smaltirne le conseguenze; inoltre, dobbiamo aver chiaro che occorre confrontarsi con forze politiche, frastornate da problemi, abbisognevoli di soluzioni urgenti e a medio termine. E’, altresì, necessario aver presente che dobbiamo misurarci con schieramenti politici in fase di trasformazione (per effetto di un fenomeno di scomposizione e ricomposizione), alla ricerca di nuovi posizionamenti.
Infine, occorre stabilire contatti con i nuovi leaders, sviluppando un dialogo aperto e senza sconti e chiarendo, che noi vogliamo giocarci la partita da attori ed artefici del nostro destino e non da riserve, perché il nostro impegno è stato ed è “per una società di persone sempre meno condizionate dai fattori di esclusione e sempre più uguali nei doveri e nei diritti”.
Il grande e qualificante contribuito dato dall’UICI al progresso sociale del nostro Paese, ha spinto il welfare state verso soluzioni legislative, amministrative e organizzative, combacianti con le forme più alte della dignità umana, facendo meritare all’Italia tanta ammirazione da parte di Paesi in prima linea nel Mondo.
La considerazione acquisita dall’Italia, anche grazie al nostro impegno, deve darci la forza per far ottenere alla nostra Organizzazione il meritato riconoscimento di “attrice della civiltà giuridica e della solidarietà sociale”, di guisa che possa essere, finalmente, ringraziata e applaudita anch’essa, come noi tante volte facciamo nei confronti dei rappresentanti della politica e delle istituzioni, allorquando collaborano positivamente per la soluzione di problemi che ci riguardano, ancorché ispirati e sollecitati dalla rappresentazione dei nostri gravi bisogni, dai nostri pesanti condizionamenti e dalle nostre forti ragioni.