Il goalball sbarca a Caravita: il 28 aprile prossimo in gara la Asd Real Vesuviana

Autore: Enza Cicatiello

L'inizio della manifestazione è prevista per le ore 14:00 di sabato 28 aprile prossimo, all'interno del Palazzetto dello sport di Cercola, in località Caravita, si svolgerà una delle gare di campionato di Goalball, o palla rotante, attività sportiva di squadra per i non vedenti riconosciuta dall'I.B.S.A. (International Blind Sport Association Associazione Internazionale dei Ciechi Sportivi, presente ai Giochi Paralimpici).

La manifestazione è stata patrocinata dall'amministrazione comunale di CERCOLA e SANT'ANASTASIA.

L'evento è stato promosso dall'Unione Italiana Ciechi di Napoli Rappresentanza di SANT'ANASTASIA e dalla società Real Vesuviana.

Il goalball è una sorta di pallamano giocata da atleti con disabilità sensoriale, E' uno sport di squadra che fa parte del programma dei giochi paralimpici estivi nei quali ha debuttato nell'edizione di Toronto 1976. Oggi è praticato in circa 51 Paesi tra cui l'Italia.

Sedi e Gironi campionato italiano Goalball
1° Giornata 14/15/04/2012 L'Aquila
2° Giornata 28/29/04/2012 Cercola/NA.
3° Giornata 19/20/05/2012 Avellino
4° Giornata 02/03/06/2012 Bergamo

Squadre che partecipano al torneo:

A.S.D.A.D. L'Aquilone
A.S.D. Real Vesuviana UICI.SANT'ANASTASIA
A.S.Dis. Bergamo 1
G.S. Colosimo A
A.S.Dis. Bergamo 2
G.S. ColosimoB
G.S. Nuova Realtà Campana

Torino: Polisportiva dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Torino & Avis Torino

Autore: Giuseppe Valentini

Il 25 aprile 2012 si svolgerà a Torino la settima edizione della manifestazione podistica  non competitiva, "Oltre la Vista" – manifestazione podistica su strada dedicata a tutti: atleti professionisti, amatori e disabili  – organizzata dalla A.S.D. Polisportiva UICI Torino Onlus in collaborazione con l'A.S.D. AVIS.

Il 25 aprile 2012 alle ore 9,30, con ritrovo ore 08,00, partirà per la settima volta, all'interno del parco del Valentino, e più precisamente dal viale Medaglie d'oro, la manifestazione podistica per il trofeo "Oltre la Vista". Organizzata dalla A.S.D. Polisportiva UICI Torino e dalla A.S.D. AVIS Torinese e con il patrocinio della Circoscrizione VIII e del Comune di Torino, la competizione si snoderà attraverso  un percorso di 7,5 km circa (1 km circa per i bambini).

Parteciperanno anche numerosi non vedenti che saranno guidati dai loro accompagnatori e amici. Per la prima volta ci sarà anche una camminata sportiva (fit walking) di circa km.4,850.

Al termine della manifestazione – che si svolgerà con qualsiasi condizione meteorologica – verrà assegnato anche quest'anno il secondo Trofeo Piero Mallen" alla società con il maggior numero di iscritti. A tutti sarà distribuito un pacco gara.

Il ricavato sarà devoluto al Dipartimento di Neuroscienze dell'Università degli Studi di Torino a favore della ricerca sulla Sla, malattia ancora piuttosto sconosciuta colpevole della scomparsa del nostro grande e indimenticabile amico Piero Mallen.

Le iscrizioni  si raccolgono in vari negozi sportivi di Torino (vedere volantino) al prezzo di 7 euro gli adulti e 4 euro i giovanili, (10 euro gli amici di Piero Mallen).

Per chi lo desidera è possibile la preiscrizione anche inviando una mail a:
trofeooltrelavista@gmail.com
 
Partecipiamo numerosi.
 
Info: Ivano 3389377852 – Giuseppe 3382018093

Iniziativa UICI Trieste

Autore: Marino Attini

Trieste, una bella città sul mare e la possibilità di fare un giro nel suo splendido golfo a bordo di una elegante barca a vela, attrezzata per i non vedenti, con l'assistenza di due skipper professionisti e di un coordinatore che si occupa di ogni nostra esigenza a bordo.

Questa la splendida opportunità messa a disposizione dalla sezione di Trieste dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, una opportunità riservata ai nostri soci ma anche agli accompagnatori o ai loro amici e parenti che avessero il piacere di parteciparvi.

Pensiamo a come, oltre a divertirci, potremmo fare una splendida figura coi nostri ospiti dandogli l'opportunità di trascorrere alcune ore coccolati dalla magia del vento, facendogli ammirare il nostro golfo da una posizione assolutamente particolare, fermandoci magari a prendere un caffettino a Grignano o a Porto san Rocco.
Per agevolare il più possibile le persone che hanno piacere di partecipare, sono previste due uscite settimanali di cui una pomeridiana al martedì e una mattutina al sabato. La barca si trova presso il porticciolo di Barcola (piazzale 11 settembre) e l'imbarco è stato predisposto per essere agevole per tutti. Nei mesi estivi la barca è attrezzata per chi ha il piacere di fare anche il bagno e nelle calde serate di luglio e agosto verranno organizzate delle cene in barca al tramonto.
Il costo di ogni singola uscita è di 15 euro a persona e comprende tutto, compresa l'assicurazione e l'organizzazione. Il ritrovo è fissato sempre presso il porticciolo di Barcola, pertanto eventuali necessità di trasferimento vanno gestite e pagate a parte.

Tutti possono partecipare con grande tranquillità, le persone dell' equipaggio vi seguiranno in ogni vostra necessità, non serve saper nuotare, non ci sono pericoli e la navigazione è sempre controllata. Le gite con la nostra barca a vela sono sempre condite da qualche barzelletta, una cantata e tanta allegria e tutti possono provare la meravigliosa sensazione di timonare e farsi trasportare dal vento ascoltandone il magico suono.

Partecipare ad un uscita è semplicissimo: basta rivolgersi alla nostra segreteria, per informazioni su questa attività potete contattare il responsabile, il consigliere Marino Attini al 335-1254660.

Dimenticavo: Abbiamo la fortuna e l'orgoglio di poter vantare una attività così bella e piacevole, ma la cui manutenzione è molto onerosa, cerchiamo tutti di parteciparvi affinché questa nostra splendida opportunità possa rimanere anche per i prossimi anni.

Sport: Homerus – Vela autonoma per non vedenti

Autore: Alessandro Gaoso

Egregi Signori,
come forse già saprete, la nostra Associazione si occupa di vela autonoma per non vedenti, dedicandosi quasi esclusivamente all'insegnamento ed alla pratica di questo innovativo sport,che si è diffusa in tutto il mondo fino ad essere proposta come nuova disciplina velica alle prossime Paralimpiadi.

In Italia contiamo già su numerosi atleti non vedenti e ipovedenti, e desidereremmo proporre i nostri corsi anche a tutti i Vostri Soci.

RingraziandoVi, restiamo a Vostra completa disposizione per qualsiasi eventuale chiarimento, e porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Cav. Alessandro Gaoso
Presidente
HOMERUS ASSOCIAZIONE ONLUS
Associazione Sportiva Dilettantistica
Via Provinciale 84
I – 25079 Vobarno (BS)
Tel. +39-0365-599656  Fax. +39-0365-599129
info@homerus.it
Skype: Homerus9977

Sport: Sahara – Un sogno di sabbia

Autore: Tullio Frau

Cronaca di una maratona nel deserto (6-10 marzo 2012)

È notte, tutti dormono, faccio fatica a chiudere gli occhi, sento ancora nelle orecchie il vento che mi sferza sul viso lasciandomi addosso uno strato di sabbia. Come si fa a dormire, nel pullman che ci porta verso l'oasi di Ksar Ghilane dove è posto il primo campo base della nostra spedizione?
Fa caldo, il mezzo avanza con fatica su per la salita, dopo qualche ora di strada ci fermiamo per una breve sosta, un caffè o un tè e poi via verso la meta. Nell'oasi le palme scricchiolano sotto la furia del vento, il sole fa capolino tra le nuvole, speriamo che per domani il tempo sia migliore, ma che importa? Tanto noi dobbiamo correre! Il gruppo è allegro, le varie lingue dei concorrenti si mescolano, chi conosce l'inglese può dialogare con tutti. Per fortuna Claudio mi fa da interprete, in questo modo ho avuto il piacere di conoscere atleti di altri paesi. Durante la notte nella capanna si fa fatica a dormire, qualcuno russa, il vento sembra ci parli e ci racconti storie dal sapore antico. Un cane ulula in lontananza. Finalmente è ora di alzarsi: colazione e poi tutto nel borsone, ormai siamo pronti per la partenza della prima tappa di 23 km (Ksar Ghilane – Camp Bibane).
L'altoparlante chiama gli atleti a raccolta, si fa la spunta dei pettorali, tutti pronti al via. Un vento impetuoso ci accoglie: "è il saluto del deserto", ci dice Adriano (ZITO). Via, via tutti verso le prime dune che ci accolgono, sembra ci aspettino lì da sempre, sono morbide, su e giù, una dopo l'altra. Forse le ho sottovalutate, ho il fiatone, non riesco a carburare… Ma sì, non è uno scherzo, su e giù, sono massacranti, ma dopo qualche km troviamo un po' di pista più corribile, finalmente un po' di relax. Claudio, come al solito al mio fianco, è la guida ideale, mi incoraggia, mi anticipa le salite e le discese, posso correre in completa libertà, in qualche frangente mi lascia pure senza cordino. È una sensazione incredibile poter correre in un ambiente incontaminato sia da agenti atmosferici che da barriere architettoniche: al massimo cadi sulla sabbia (non è mai successo), ma non ti fai male.
Ormai i più veloci ci hanno superato, dietro abbiamo circa una quindicina di concorrenti, il gruppo si è sgranato, i mezzi di supporto ci affiancano e ci controllano da lontano,  i fotografi e i giornalisti al seguito ci salutano al loro passaggio. Incontriamo due somarelli selvatici che ci guardano con occhi strani, ma la nostra corsa continua costante verso altre dune e altri terreni diversi. Il cuore è gonfio di emozioni indescrivibili, qui, in questo mare di sabbia, dove l'orizzonte si perde lontano sfuggendo agli occhi , qui, in questi spazi immensi che Dio ci ha lasciato, dove soffia un vento che ci porta storie antiche, storie di popoli che qui hanno transitato per andare a cercare qualcosa per sopravvivere. Noi stiamo invece correndo, lasciandoci alle spalle tutti i problemi della vita quotidiana. Sì, sembra quasi che il deserto sia un filtro che trattiene i cattivi pensieri e ti consente di vivere in positivo.
La voce di Claudio mi riporta alla realtà: "dai, Tullio, ancora qualche duna e ci siamo, le bandiere dell'accampamento, ci siamo". La sua voce è rassicurante, ecco in fondo l'altoparlante che ci annuncia l'arrivo, ecco il traguardo. Tutti si stringono attorno a noi, la prima tappa è finita.

 

Ci avviamo verso la tenda berbera… be, tenda? Direi un riparo molto precario, un telo di juta che si regge a stento su quattro rami di legno mezzi storti, con delle corde che fanno da tiranti…..anche questa è avventura! Dopo pranzo ci mettiamo sotto a riposare, il vento rinforza, qualche goccia di pioggia incomincia a cadere, ma il peggio arriva durante la notte. Il vento infuria, la tenda ondeggia paurosamente, Claudio e Caio si alzano per stabilizzare la copertura, ma dopo poco arriva un colpo di vento molto più forte: la tenda cede e ci crolla addosso. Ormai qualcuno si è addormentato nonostante il peso della tenda, qualcun altro ha abbandonato il gruppo e si è rifugiato nel tendone-mensa. Io esco dal sacco a pelo, la sollevo con un bastone e per tutta la notte respiro la sabbia che il vento continua a portarci addosso. Per qualche istante ho paura, un senso di soffocamento: il panico per un po' si è impadronito di me. Mi faccio coraggio, mi alzo e tutto torna alla normalità, tranne il vento e la pioggia che continuano  imperterriti. Finalmente è l'alba, via, ci si veste dentro il sacco a pelo, si sbatte come meglio si può tutto dalla sabbia e si richiude il borsone. Dopo colazione eccoci pronti per la seconda tappa, per fortuna solo 16 km, una tappa leggera (Camp Bibane – Bir el Ghif). Il tempo è clemente, il vento si è affievolito e il percorso non è molto sabbioso. Il pomeriggio lo trascorriamo dentro il sacco a pelo. Fa freddo: siamo in Africa o in Groenlandia? Mah, forse ci siamo sbagliati! Una fragorosa risata comune. Dopo cena eccoci pronti per la tappa notturna 7 km.. Bisogna coprirsi bene, il cielo è limpido e le stelle sembra si possano toccare con le mani. Claudio, se chiudi gli occhi e alzi lo sguardo, vedrai ciò che vedo io, la profondità dell'universo, tutto quello che a occhi aperti non potrai mai vedere. Sì, il cielo è un manto che ci avvolge e ci protegge, e questa notte ci accompagna in una corsa breve ma intensa di significato. Una lunga scia luminosa attraversa questa notte il deserto: sono le flaschlight che ogni atleta ha appeso allo zainetto, tutte colorate. Siamo tutti  in fila indiana, tutti con il cuore che batte a mille per la gioia di essere lì ha fare qualcosa che non è sicuramente da tutti, ma che solo 150 pazzi scatenati possono concedersi di fare, sì, oltre 100 km nel deserto del Sahara. Alle 23, dopo la corsa notturna, tutti alla spaghettata, poi a nanna. Domani ci aspettano gli oltre 42 km della terza tappa maratona (Bir el Ghif – Bir Lectaya).
La seconda notte sotto la tenda beduina è trascorsa abbastanza bene, nessuno più si lamenta del russare di qualcuno, ormai la stanchezza è più forte del russare. Al mattino via in piedi, la borsa è chiusa, tutto è pronto per il via, si parte. "Dai, Tullio, con calma, oggi è lunga!" la voce di Claudio è sempre molto rassicurante, riesce sempre a darmi la tranquillità necessaria: non è solo una guida, è ormai per me un fratello, un angelo, con lui potrei scalare qualsiasi montagna senza problemi. "Via, andiamo! Dai su, dai giù, attento, alza bene i piedi, dai, non ti distrarre! Attento, c'è una buca! Via andiamo!" Chilometro dopo chilometro eccoci al primo ristoro, tutti ci salutano da lontano, siamo ormai al diciottesimo km, una bella mangiata di datteri. Riempiamo lo zainetto d'acqua e via, ma dopo il secondo ristoro posto al trentatreesimo km, incominciano i problemi: il piede sinistro è molto dolorante, credo di avere un po' di vesciche, su e giù per le dune: sassi sabbia, di tutto un po', ma gli ultimi km sono costretto a camminare, una vera tortura!

Finalmente è finita, il campo base ci accoglie festoso, tutti intorno a noi: "grandi! Bravi!" Via tutti a mangiare, poi in infermeria, la mano leggera della dottoressa mette fine ai miei problemi. "Domani correrai bene, vedrai!" "Sì, grazie infinite, domani vorrei terminare in bellezza".
La terza notte sotto quella sottospecie di tenda trascorre veloce, ormai la stanchezza si è impadronita di noi, nessuno più ha il coraggio di lamentarsi. "Dai, ancora 23 km e ci siamo, al traguardo di Douz ci aspetta la doccia". Tutti pronti, il freddo è ancora più pesante, ci ripariamo sotto il tendone della mensa, un colpo di vento ce lo porta via. Piove a dirotto, sembrerebbe che il deserto ci voglia tenere li, ma noi imperterriti sfidiamo le avversità del meteo. Tutti pronti, si parte, un vento contrario ci accompagna durante tutto il percorso, soffia veramente forte, probabilmente a una velocità intorno agli 80 km orari. Si fa veramente fatica ad andare avanti, la pioggia mista a sabbia ci mitraglia il viso. Potrei mettere la maschera. No, voglio che il deserto mi accarezzi il viso, voglio respirare l'immensità di questa meraviglia, voglio riempirmi l'anima di eternità, sì, nel deserto si respira eternità.  Ecco il primo ristoro, una fettina di arancia e via. Dai, il vento ce la sta mettendo tutta per impedirci di andare avanti, ma noi non ci arrendiamo, noi continuiamo imperterriti nella nostra corsa. Ecco le dune, queste sono molto più alte delle altre. Su, dai su, su, e poi via una lunga discesa, giù, e poi ancora su e giù per chilometri e chilometri, ma all'orizzonte non si vede ancora nulla. Un turbinio di acqua e sabbia, l'orizzonte si confonde con le dune, tutto intorno l'eternità, un mondo affascinante che si è impossessato di noi: lo respiro a fondo, lo metabolizzo, ogni tanto mi devo soffiare il naso, è pieno di sabbia. No, la maschera no, questo è il saluto del deserto, è il ricordo che porterò per sempre dentro di me. Ecco, vedo in fondo le palme, Claudio mi annuncia che forse ci siamo, quasi non vorrei mai arrivare, vorrebbe dire rompere un incantesimo… Ma no, in lontananza la vegetazione, è il segnale che le dune sono finite, ecco in lontananza la porta del deserto, un urlo esce dal cuore di Claudio: "Tullio, ci siamo"! Stiamo per portare a termine una grande impresa, con queste condizioni climatiche: le gambe volano, l'entusiasmo è alle stelle. Sopra la porta alcuni spettatori ci salutano festosi. Eccoci sull'asfalto, ancora un km e ci siamo, la velocità aumenta, ancora 100 metri… "Vai Tullio, sei libero"! Claudio mi molla il cordino e a braccia alzate, urlando di gioia taglio il traguardo tra le braccia di Claudio e di tutti quelli che ci aspettavano. Le lacrime di gioia scendono dal viso incrostato di sabbia, l'emozione è palpabile. Sì, tutti piangono di gioia nell'abbracciarci, Adriano (ZITO) si stringe a noi, ecco la splendida medaglia al collo e la maglia di finisher: "Ve la siete meritata proprio tutta"!
Grazie Claudio, mi stringo a lui, senza di te non avrei potuto portare a termine questa impresa, te ne sono grato. La voce è rotta dall'emozione, l'ingresso nell'hotel è trionfale, tutti vogliono fare una foto con noi, sembrerebbe che fossimo dei campioni, è difficile prender sonno in questi frangenti, mi giro e mi rigiro nel letto, poi allungo una mano sul comodino, accarezzo il vasetto che ho riempito di quella sabbia che ho respirato nel deserto, mi da un senso di serenità, ora posso dormire sereno. Grazie veramente di cuore a tutti.