Auguri di Natale

Autore: Tommaso Daniele

Carissimi,

non vi ho mai sentiti così vicini. E’ proprio vero che nelle avversità si conosce  la parte migliore di quelli che ci sono intorno. Il bonsai regalatomi dai dipendenti della sede centrale, il leoncino donatomi maliziosamente dalle ragazze della mia segreteria, quasi a dire che il vecchio leone non c’è più, ma vedrete che continuerà a ruggire! Le tantissime lettere ricevute, le altrettante numerosissime telefonate sono soltanto alcune delle tante testimonianze di affetto ricevute. Ma ora veniamo al dunque: vi scrivo dalla mia “prigione”, con un po’ di invidia per quelli che possono camminare da soli, credetemi dover stare seduto su una poltrona 12 ore al giorno, con l’unica eccezione delle pause previste per la colazione per il pranzo e per la cena, oltre che per il bagno, è dura, molto dura. Eppure la mia prigione è dorata perché è vissuta all’ombra degli affetti familiari: mia moglie non è stata mai così ottimista, le mie meravigliose figlie, Angela e Marcella, i miei nipoti altrettanto meravigliosi, Gennaro, Andrea. Daniele e Stefano, dimenticavo i miei generi, Pasquale e Carlo che sono altrettanto premurosi con me. Eppure credetemi è difficile, per uno come me, stare lì inchiodato alla poltrona. E’ tempo però degli auguri di Natale e Capodanno, che vi auguro di vivere con la stessa serenità con la quale io vivo questa mia disavventura. Vi auguro inoltre di festeggiare insieme il ripristino dei contributi statali, che ci siamo duramente conquistati a prezzo di una costante fatica. E’ tempo che io concluda questo mio saluto augurale, scusandomi con quelli che mi telefonano senza ricevere la mia risposta, non sono ancora pronto per sostenere l’emozione di una telefonata intera, io sono solo, voi siete tanti.

Spero di vedervi presto.