Anziani: 2012 Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale

Autore: Rodolfo Cattani

Evoluzione Demografica e Coesione Sociale

Una delle sfide più significative del ventunesimo secolo in Europa è promuovere una società per tutte le età, in cui ogni persona sia messa in condizione di partecipare attivamente e di avere uguali diritti e opportunità in tutte le fasi della vita, senza riguardo alla condizione e posizione sociale, al genere, alla razza o appartenenza etnica, alla religione o alle convinzioni personali, all'età, alla disabilità e all'orientamento sessuale.
Uno dei fenomeni più eclatanti dell'attuale contesto sociale è indubbiamente il trend demografico verso una società che invecchia e la conseguente necessità di riequilibrare gran parte della struttura stessa della nostra società, non solo a livello dell'unione Europea, ma anche in rapporto alla situazione demografica globale, che presenta differenze rilevanti.
L'"Anno Europeo dell'Invecchiamento attivo e della Solidarietà intergenerazionale", proclamato dall'Unione Europea per il 2012, intende coagulare tutte le forze attive e propulsive attorno a un progetto ambizioso che si propone di costruire un'Unione Europea per tutti e per tutte le età entro il 2020.

Gli Obbiettivi

 

Gli obbiettivi più importanti dell'iniziativa sono:
– promuovere l'invecchiamento attivo nel mondo del lavoro;
– prolungare la partecipazione alla vita sociale;
– promuovere una vita sana e autonoma per tutti;
– rafforzare la solidarietà  tra le generazioni.

Sotto la pressione della persistente crisi economica e sociale, che si aggiunge all'invecchiamento della popolazione, i decisori politici nazionali ed europei, così come le altre parti interessate, devono trovare soluzioni innovative per evitare che questo fondamentale parametro sfugga al controllo. Per comprendere la portata del fenomeno basta tener presente che il numero degli ultrasessantacinquenni è destinato a passare da 85 milioni nel 2008 a 151 milioni nel 2060 e quello degli ultraottantenni da 22 a 61 milioni nello stesso periodo.

 

Soluzioni Sostenibili

In realtà, è nell'interesse di tutti promuovere l'invecchiamento attivo e in buona salute e trovare soluzioni sostenibili per tutte le generazioni, il che, peraltro, è compito dei pubblici amministratori a tutti i livelli.

Di là dagli slogan, ciò si può ottenere regolando i processi legislativi e orientando i programmi di finanziamento. Tutte le istituzioni coinvolte dovrebbero adottare una strategia europea coerente in grado di attuare gli obbiettivi prefissati dalla strategia Europa 2020 per realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Questa nuova strategia dovrebbe produrre delle sinergie tra i programmi politici e quelli di finanziamento dell'UE e di altre aree economiche interessate a puntare sull'Euro.
Una società  sicura, capace di mediare e controllare le tensioni tra i suoi componenti può realizzare un network europeo volto a promuovere un ambiente adatto ai bisogni di tutte le fasce d'età e un patto istituzionale trasversale per sostenere gli attori locali, regionali e nazionali che intendono promuovere l'invecchiamento attivo e la solidarietà intergenerazionale.

 

Impegno e coinvolgimento.

 

I presupposti della coesione sociale delle generazioni sono un sistema di protezione adeguato, giusto e sostenibile e un ambiente inclusivo e senza barriere.
E' fin troppo evidente che un programma di tale portata richiede da un lato un forte impegno istituzionale e dall'altro il coinvolgimento della società civile, cioè dei cittadini e delle loro organizzazioni rappresentative. Ben consapevoli di  ciò, diverse organizzazioni europee hanno formato una coalizione informale per garantire che l'iniziativa non sia velleitaria e puramente mediatica. A tal fine è stato redatto il "Manifesto dell'Unione Europea per tutte le età entro il 2020", in cui sono enunciati gli obbiettivi da conseguire e le modalità  per farlo.

Le organizzazioni partner concordano che la realizzazione di una società per tutte le età richiede che i responsabili politici e le altre parti coinvolte lavorino di concerto per dar vita a forme di organizzazione sociale tali da garantire un futuro equo e sostenibile per tutte le generazioni. In tal senso, l'attuale cambiamento demografico può rivelarsi un'importante opportunità per promuovere la solidarietà tra  le generazioni e la partecipazione attiva delle stesse.

Il Percorso

A tal fine bisogna garantire:
– un atteggiamento positivo nei confronti dell'invecchiamento, riconoscendo a tutte le generazioni la propria identità e il proprio ruolo sociale;
– un mercato del lavoro inclusivo che consenta un'equa retribuzione ai lavoratori giovani e maturi, comprese le persone disabili o svantaggiate; che sostenga l'apprendimento intergenerazionale e permetta ai lavoratori di rimanere in salute e di conciliare lavoro e vita privata;
– infrastrutture accessibili che favoriscano l'autonomia delle persone e la loro durevole   partecipazione alla vita sociale, stimolando gli scambi intergenerazionali;
– l'accesso alla formazione continua e l'apprendimento intergenerazionale a qualsiasi età;
– beni e servizi su misura per le esigenze di tutti;
– una politica che faciliti a tutti la fruizione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione;
– possibilità di far valere le proprie esigenze nei processi decisionali e della ricerca degli strumenti più appropriati;
– l'opportunità di partecipare ad attività di volontariato, culturali, sportive e ricreative, mantenendo o creando le proprie relazioni, acquisendo nuove conoscenze, prendendosi cura della propria realizzazione personale e del proprio benessere;
– sistemi di sicurezza sociale basati sulla solidarietà intra- e intergenerazionale per prevenire e combattere la povertà, assicurare agli anziani un reddito adeguato, sistemi pensionistici sostenibili per la generazione attuale e quelle future e garantire l'accesso a servizi sociali e sanitari di qualità nell'arco dell'intera vita;
– condizioni e opportunità per crescere e invecchiare in buona salute fisica e mentale, prevenendo le malattie, incentivando l'attività fisica, l'educazione alla salute e al benessere, nonché un'azione diretta sui determinanti dell'invecchiamento in salute.

      Un contesto problematico

Purtroppo, questo "Anno Europeo" si celebra in un contesto politico, economico e sociale di gravissima crisi che minaccia di sconvolgere dalle fondamenta la struttura stessa della società che avrebbe dovuto essere la punta più avanzata delle nuova economia di mercato foriera di benessere, sviluppo e pari opportunità per tutti.
La realtà quotidiana di mezzo miliardo di cittadini europei contrasta drammaticamente con gli slogan mediatici altisonanti e a dir poco utopistici di questa, come di altre simili iniziative. Nella maggior parte degli stati membri dell'UE la sicurezza sociale per molti anziani, soprattutto quelli non autosufficienti, è ormai un ricordo del passato, le pensioni sono insufficienti a garantire una vita dignitosa o addirittura inesistenti per le nuove generazioni.  La disoccupazione dilaga, la povertà è in aumento, il tessuto produttivo non riesce più a creare ricchezza se non per una ristretta cerchia di superprivilegiati. La classe politica non riesce a dare risposte efficaci e l'innovazione è affidata al caso più che alla ricerca.
L'opinione pubblica, già tiepida nei confronti dell'Unione Europea, è sempre meno convinta della sua utilità,  attanagliata com'è dall'asprezza della crisi economica, politica ed etica. Ci vuole molto ottimismo per credere al messaggio che giunge da una dimensione quasi aliena, priva di concreti riscontri nella vita dei suoi destinatari.

Tuttavia la società civile non si arrende e si batte per coglie il buono dell'iniziativa, per non lasciar cadere l'ideale che è stato ed è la forza che ha finora impedito la disgregazione dell'Unione, quella che Jeremy Rifkin ha definito magnificamente "Il sogno Europeo". Siamo tutti chiamati a difenderlo e a farlo vivere per il bene nostro e delle generazioni future.