Martedì 19 febbraio, assieme a Salvatore Romano, siamo stati ricevuti dal dott. Giovanni Biondi responsabile dei sistemi informatici del MIUR. L'incontro, da noi sollecitato tramite la segreteria del sottosegretario Marco Rossi Doria (era presente il capo della segreteria dott. Paolo Mazzoli), doveva servire per verificare il modo di superare i diversi problemi derivanti, ai nostri docenti e studenti, dall'inaccessibilità di molti prodotti informatici utilizzati nelle scuole. Nel corso di un'ora e mezza di colloquio, il dottor Biondi si è rivelato persona molto competente e consapevole del problema, tanto da essere stato lui l'autore del testo dell'art. 9 dell'emendamento sull'accessibilità inserito nel "decreto sviluppo" ed approvato nello scorso dicembre. Purtroppo però , davanti alle nostre denunce, egli ci ha dichiarato l'"impotenza" del ministero nei confronti di chi non ottempera ai dettami di legge in merito all'accessibilità dei prodotti informatici.
Relativamente ai libri di testo, allo stato attuale, non esistendo una legge sull'adozione, ha sostenuto il dott. Biondi , nulla può fare il MIUR , se non una "raccomandazione": non può , per esempio, impedire l'adozione dei testi se non accessibili.
Il dirigente Biondi ha sottolineato come nel nostro paese i testi scolastici , in ossequio alla libertà di insegnamento, sono prodotti in totale autonomia dagli editori e liberamente scelti dai collegi dei docenti ed il ministero non ha alcun potere sanzionatorio in merito.
Allo stesso modo sono i dirigenti delle singole scuole, ormai con piena autonomia, ad essere responsabili e a doversi preoccupare, nel deliberare la costruzione del sito della scuola o l'acquisto dei software per il registro elettronico e per il controllo delle assenze, o il corso in FAD per la sicurezza , che questi siano accessibili.
Unica sua responsabilità reale ammessa è stata quella relativa ai software per i concorsi ed in questo caso ci è sembrata debole e non ci ha soddisfatto la giustificazione del dott. Biondi, secondo cui la causa fosse del fatto che i test erano stati acquistati all'esterno e, verificatane la non accessibilità, a quel punto non c'era più il tempo per porvi rimedio, se non , come si è fatto, con l'assegnare un lettore al disabile visivo al momento del'esame.
Infine abbiamo sottoposto all'attenzione del dirigente Biondi l'inaccessibilità parziale delle prove INVALSI , in questo caso il MIUR ha la vigilanza , ma a doversene occupare non è lui: sarà nostra cura incontrare prossimamente il dirigente interessato.
Stante la situazione abbiamo concordato, anche su proposta del capo della segreteria del sottosegretario Rossi Doria, che, su nostra indicazione, il MIUR emanerà una "raccomandazione" a tutte le scuole per sollecitare l'attenzione al rispetto delle norme sull'accessibilità dei prodotti informatici, da utilizzarsi nelle diverse scuole, per i quali si proponga l'acquisto.
Al di là della reale disponibilità personale dimostrata dai dirigenti del ministero a collaborare per la soluzione del problema, come si vede , siamo davanti al solito "scarica barile" delle responsabilità, tipico del nostro sistema amministrativo e siamo ancora lontani dalla soluzione generalizzata del problema: se la cultura dell'"accessibilità architettonica", sembra ormai un patrimonio comune , non altrettanto si può dire di quella dell'"accessibilità informatica.",
La posta in gioco è alta : ne va del processo di inclusione scolastica e lavorativa dei disabili visivi. Per vincere questa non facile battaglia è necessario un forte impegno comune, noi,ve lo garantiamo, faremo la nostra parte.
Luciano Paschetta