A 18 anni dalla “famosa” Legge 517, io dico, senza timore di essere smentito, che si è fatto l’inserimento scolastico ma che si deve ancora fare l’inclusione.
Relativamente alla questione del sostegno, infatti, il nostro sistema formativo presenta alcune importanti “crepe” e criticità e soprattutto non mi sembra attrezzato al meglio.
Come è avvenuto con la legge Basaglia, quando si sono chiusi gli ospedali psichiatrici ma non si sono create le adeguate strutture riabilitative sul territorio per i malati psichici, così, a mio modesto avviso, con la legge 517 si sono mandate definitivamente in soffitta le “vecchie” scuole speciali ma non si è provveduto a dotare il sistema scolastico dei giusti mezzi e degli idonei strumenti per realizzare una vera ed effettiva integrazione degli alunni diversamente abili in generale ed in particolare dei “ragazzi ciechi”, per dirla alla Romagnoli.
Ciò premesso, non voglio assolutamente essere spacciato per un “nostalgico” dell’educazione speciale. Anzi, io sono totalmente a favore della “coeducazione” e dell’”inclusione” dei nostri fanciulli nella scuola di tutti.
D’altra parte, lo stesso Aurelio Nicolodi ci ha insegnato che il destino dei ciechi è quello di stare in mezzo agli altri .
Però, da operatore della scuola, non posso non rilevare ed osservare quotidianamente con molto rammarico che spesso gli studenti minorati della vista sono semplicemente “parcheggiati” in classe od, ad andar meglio, girovagano senza meta, come degli apolidi, nei corridoi della scuola insieme ad i loro docenti di sostegno.
E molto avrei da dire pure sulla preparazione e formazione degli insegnanti di sostegno, sovente “generica e precaria”. E tutto ciò a causa dei corsi di specializzazione e dei tirocini formativi polivalenti da essi frequentati, che non li preparano e formano a dovere sulle specificità e peculiarità della cecità ed ipovisione.
Infatti, tantissime volte, mi sono tristemente imbattuto in docenti di sostegno che non conoscono il Braille, la tiflodidattica, la tifloinformatica, ecc., relegando i nostri giovani al desolante ruolo di “analfabeti strumentali”.
Di fronte a tali evidenti e gravi carenze del sistema nazionale di istruzione, come al solito, la nostra Unione ha dovuto fare di necessità virtù, rimboccandosi le maniche e svolgendo insieme ad i suoi Enti collegati un’encomiabile e forte azione di “supplenza” dello Stato. E’ pleonastico affermare in questa sede che tale importante nostra funzione “vicariante”, grazie alla lungimiranza ed alla sensibilità del Presidente Barbuto, ha ricevuto un’ulteriore spinta ed impulso.
In particolare, con il presente articolo, vorrei sottolineare l’indefessa abnegazione e soprattutto il notevole e considerevole “sforzo” economico sostenuto nel recente passato dalla Federazione pro ciechi (di cui mi onoro di essere consigliere nazionale), dall’Irifor e dalla Bic per cercare di garantire ai nostri alunni un’inclusione sempre più di qualità, efficace ed efficiente. Scrivo questo perché ho come l’impressione, ma sicuramente mi sbaglierò che, da una parte del nostro “corpo associativo”, tale enorme impegno profuso, non sia stato sempre percepito ed avvertito nel modo giusto ed adeguato.
Ed invece, vi assicuro che noi degli Enti collegati stiamo facendo ricorso a tutte le nostre competenze e disponibilità finanziarie (cosa certamente non facile in tempi di “vacche magre” come questi) per riconvertire i nostri Istituti in centri di “risorse” al servizio dei nostri ragazzi e delle loro famiglie, per dare vita a ben 17 Centri di consulenza tiflodidattica distribuiti su tutto il territorio nazionale, stipulando tra di noi infine pure una convenzione per la formazione a distanza degli operatori del sostegno.
Ma soprattutto, la cosa più importante sulla quale noi della Federazione stiamo puntando ed insistendo con determinazione e senza riserve, facendolo diventare un nostro vero e proprio “cavallo di battaglia”, è l’ormai indifferibile ed irrinunciabile riconoscimento giuridico della figura del “tiflologo”.
Sembra paradossale ed assurdo, ma in Italia nel 2015 manca ancora un “albo professionale” dei tiflologi e, soprattutto, il nostro Bel Paese è privo di una norma che disciplini e regolamenti il loro profilo, con tutto quello che ne consegue in termini di ricadute negative sul processo di inclusione degli alunni ciechi ed ipovedenti.
Da questo punto di vista, il sottoscritto, nella sua qualità di responsabile dei progetti tiflodidattici della Pro ciechi, pungola continuamente il nostro Presidente Mario Barbuto perché l’Unione costringa il Governo a “riesumare” l’ormai da troppo tempo “congelata” legge 69 del 2000 che avrebbe “partorito” il miracolo dell’Istituzione e la rinascita della scuola di metodo “Augusto Romagnoli” in Roma.
Infine, consapevole che, come diceva Socrate “una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”, su suggerimento del Presidente Barbuto e del Presidente della Federazione Masto ed avvalendomi del preziosissimo contributo tecnico del tiflologo Prof. Giancarlo Abba e del tiflotecnico della Federazione Dott. Lucio Zito, mi sono buttato a capofitto sul progetto di ricerca tiflologica “Tiflopedia”.
Tiflopedia è un deposito on line in continua evoluzione di informazioni e notizie tiflologiche e sulla cecità in generale che ha la pretesa e l’ambizione di rappresentare e diventare nel breve periodo una sorta di “wikipedia” dei minorati della vista.
La Federazione ha pubblicato ormai da tempo il portale Tiflopedia: Enciclopedia multimediale delle scienze tiflologiche. Il portale offre diverse informazioni e contenuti tiflologici e tiflodidattici, oltre ad un vero e proprio canale multimediale dal titolo Tiflovision.
La scommessa sulla quale stiamo lavorando alacremente negli ultimi mesi è la realizzazione di una APP di Tiflopedia da scaricare sugli smartphone per facilitarne e semplificarne ulteriormente l’uso quotidiano.
Il portale è già web responsive ed è quindi perfettamente navigabile, come sito internet, dai dispositivi mobili, siano essi smartphone o tablet, ma TiflopediAPP mette a disposizione, in modo semplice ed immediato alcuni specifici contenuti del portale.
Con due o tre tap (tocchi sullo schermo) si potrà accedere ad esempio all’elenco degli strumenti tiflologici e degli ausili tiflodidattici e tiflotecnici con relativa scheda illustrativa, oppure l’indice dei contenuti multimediali di Tiflovision, o ancora l’indice degli articoli di tiflologia o, infine, il servizio di geo localizzazione per scoprire il Centro di consulenza o l’Istituzione pro ciechi più vicini.
La App sarà disponibile al download sia dalla piattaforma Google play che da quella Apple store gratuitamente ed avrà uno splash screen a tema con il portale. Sarà garantita la accessibilità dalle tecnologie assistive.
Per i giorni del Congresso vi garantisco che saremo in grado di presentare una versione Beta della APP per la sola piattaforma Android. La renderemo scaricabile dal portale Tiflopedia e offrirà ai delegati che lo vorranno la maggioranza dei contenuti promessi.
Ovviamente, neanche a dirlo, per questa “prima” in assoluto di “TiflopediaAPP” al Congresso di Chianciano, un sentito, profondo e vivo Grazie dobbiamo rivolgere al nostro Presidente Nazionale Mario Barbuto.
Gianluca Rapisarda