40ª edizione del Campionato Italiano di Scacchi Rapid per Ciechi e Ipovedenti: una festa di sport e inclusione
Dal 4 al 6 aprile 2025, Pesaro, splendida città rossiniana e cuore pulsante della musica mondiale, ha ospitato per la quarta volta consecutiva il Campionato Italiano Rapid di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, che quest’anno ha raggiunto un traguardo storico: la sua 40ª edizione. In attesa del Global Meeting Unesco delle Città Creative della Musica, la città si è confermata palcoscenico ideale per un evento che ha saputo coniugare sport, cultura e inclusione sociale.
L’evento, organizzato dall’Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani (ASCID), in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Pesaro-Urbino, con il patrocinio del Comune di Pesaro e del Comitato Regionale Marche della Federazione Scacchistica Italiana, si è svolto nei confortevoli ambienti dell’Unahotels Imperial Sport.
Fondata nel 1972, l’ASCID promuove da oltre cinquant’anni il gioco degli scacchi tra persone cieche e ipovedenti, ponendo al centro il valore dell’accessibilità, dell’autonomia e della partecipazione attiva.
La collaborazione con l’UICI, le istituzioni locali e la Federazione Scacchistica Italiana rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra enti uniti nella promozione dei diritti e delle opportunità per le persone con disabilità visiva.
Questa storica 40ª edizione ha visto la partecipazione di 20 tra i migliori scacchisti e scacchiste provenienti da tutta Italia.
Marco Casadei, di Cesena, ha conquistato il suo ottavo titolo di Campione Italiano di Scacchi Rapid.
Completano il podio Claudio Ariaudo di Cuneo (secondo classificato) e Franco Pugliese di Genova (giunto terzo).
Erica Pezzolato di Rovigo si è confermata Campionessa Italiana di Scacchi Rapid per la quarta volta consecutiva.
Il premio per il miglior esordiente è andato alla veronese Silvia Cibin.
Un riconoscimento speciale è stato conferito a Emilio Brunetti, storico scacchista, dirigente dell’ASCID e dell’UICI locale, per il suo decennale impegno nell’organizzazione di questo evento.
Alla cerimonia di chiusura sono intervenuti: per il Comune di Pesaro, Luca Pandolfi, Assessore alle Politiche Sociali, e Maruska Palazzi, Presidente della Commissione Pari Opportunità; per la Federazione Scacchistica Italiana, Alessandro Cirelli, Segretario del Comitato Regionale Marche.
Le autorità presenti hanno salutato tutti gli atleti e si sono complimentate con l’ASCID per l’impeccabile organizzazione, ringraziandola per aver scelto ancora una volta Pesaro per ospitare un evento così importante. Hanno dichiarato di essere onorati e ispirati nel vedere l’abilità e la passione con cui i giocatori ciechi e ipovedenti affrontano questo affascinante gioco, definendolo una vera lezione di determinazione e inclusione.
Il Presidente dell’ASCID, Bersan Vrioni, ha espresso profonda soddisfazione per il riconoscimento ricevuto da parte delle istituzioni locali, dell’UICI e della Federazione Scacchistica Italiana, sottolineando come il sostegno ricevuto abbia contribuito in maniera decisiva alla realizzazione dell’evento, valorizzandolo non solo come competizione sportiva, ma anche come momento culturale e sociale ad alto impatto inclusivo.
In un’atmosfera di sportività e condivisione, tra scacchiere tattili, orologi parlanti e partite cariche di concentrazione e rispetto, l’evento ha confermato la forza del movimento e il valore degli scacchi come strumento di emancipazione e integrazione sociale.
Intanto, fervono i preparativi per la prossima importante sfida internazionale: gli Azzurri dell’ASCID rappresenteranno l’Italia alle Olimpiadi di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, in programma in Serbia dal 16 al 26 giugno 2025. L’appuntamento di Pesaro si è rivelato una formidabile palestra in vista della “regina” degli eventi mondiali, offrendo agli atleti un’occasione preziosa di confronto, allenamento e crescita.
Un’edizione storica, dunque, che ha saputo celebrare decenni di impegno, passione e inclusione, rilanciando con forza il messaggio che lo sport è di tutti e che le barriere – fisiche, sensoriali e culturali – si possono e si devono abbattere.