Roma, 8 aprile 2014
Relazione del Consiglio di Amministrazione,
Carissimi amici,
al termine del mandato amministrativo avviato nel gennaio 2010, riteniamo utile richiamare, seppur succintamente, in occasione della presentazione della tradizionale relazione annuale, i fatti più significativi che nel corso dell’ultimo quadriennio hanno condizionato la vita della nostra Federazione, senza comunque trascurare l’analisi degli avvenimenti del 2013 che tanta parte avranno nel futuro della nostra Organizzazione.
Sin dall’inizio di questo incarico, abbiamo navigato in acque tempestose: nella relazione sull’attività del 2010 lamentavamo la decurtazione dei contributi previsti per legge a seguito dell’introduzione da parte del Governo dei tagli lineari ai quali si aggiungeva nel 2011 la rilevazione da parte del Ministero del Welfare, del presunto doppio finanziamento quantificato in euro 1.400.000, oltre interessi, percepiti dalla Federazione nel triennio 2005/2008, per i quali l’Avvocatura dello Stato chiedeva l’immediata restituzione.
A conclusione di un faticoso iter burocratico, siamo riusciti ad ottenere l’accettazione da parte del Ministero del Welfare – a onor del vero particolarmente collaborativo – di un piano di rientro comprendente un periodo di 8 anni (€ 175.000 annuali, oltre interessi), scongiurando così il rischio del blocco delle attività della Federazione.
L’imprevista situazione di crisi è stata affrontata con lucidità. Le attività sono state stabilizzate senza ricorrere a soluzioni drastiche particolarmente dolorose per il personale, garantendo, comunque, qualità e continuità dei servizi erogati e portando avanti progetti di alto valore educativo e culturale.
Non sembri riduttivo per una Istituzione come la nostra – che destina il proprio operato alle persone disabili visive soprattutto nel più delicato momento della vita, quello della crescita – introdurre la presente relazione a partire da dati economici. Crediamo sia imprescindibile farlo, fondamentalmente, per due aspetti. Il primo riconducibile ai dati numerico-quantitativi con i quali siamo obbligati a fare i conti, il secondo legato a sentimenti di fiducia e di soddisfazione rispetto al lavoro svolto.
I Centri di Consulenza Tiflodidattica
La Federazione vanta cinque Centri di Consulenza. Agli storici Centri istituti presso: l’Istituto “Serafico”di Assisi, l’Istituto “Luigi Configliachi” di Padova e l’Unione Italiana Ciechi di Foggia si sono aggiunti in questi anni quello presso il Centro Provinciale “Gino Messeni Localzo” di Rutigliano, in provincia di Bari, e l’Istituto “Florio e Salamone” di Palermo, oggi perfettamente integrati con la più ampia rete esistente che comprende altresì i dodici Centri di Consulenza afferenti alla Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita.
In particolare, i Centri facenti capo alla Federazione prestano servizi di consulenza diretta ad oltre ottocento studenti. Consapevoli delle tante differenze che caratterizzano i servizi scolastici rivolti ai ragazzi non vedenti, spesso legate alla sensibilità dei vari territori, la Federazione e la Biblioteca, per ovvie questioni di equità, hanno cercato di offrire un servizio omogeneo, portando sempre nel cuore il desiderio di aprire nuovi Centri.
La crisi economica ha di fatto impedito la realizzazione di questo alto obiettivo al quale comunque continueremo a guardare con speranza.
A tal proposito, la Federazione e la Biblioteca dovranno sollecitare l’apertura di un Tavolo tecnico, con il Ministero dell’Istruzione, volto a chiarire, in ogni aspetto, il ruolo dei Centri di Consulenza Tiflodidattica, divenuti nei rispettivi territori, presìdi ormai indispensabili per garantire l’offerta del servizio tiflologico agli studenti ciechi e ipovedenti.
Le professioni tiflologiche
La grande confusione esistente intorno alle professioni deputate all’educazione e alla formazione dei ragazzi con disabilità visiva fa crescere l’esigenza, avvertita da tutte le nostre Istituzioni, di riproporre con determinazione il problema di un’unica scuola di metodo riconosciuta da tutti.
Al di là dei compiti che il Ministero dell’Istruzione ha affidato ad alcuni Atenei relativamente all’organizzazione di corsi specifici per insegnanti curriculari e di sostegno, rimane insoluto il problema del riconoscimento giuridico della figura professionale del Tiflologo. L’insostituibile ruolo del Tiflologo nell’educazione e nella formazione degli studenti disabili visivi ripropone l’annoso tema dei profili professionali, oggi più che mai decisivo in considerazione delle tante criticità che vive la scuola e delle inevitabili ricadute che queste hanno nei confronti degli studenti più fragili.
L’IRIFOR, la Biblioteca Regina Margherita e la Federazione hanno recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa che, se dettagliatamente sviluppato, potrebbe costituire il primo passo verso la definizione del problema.
Il Centro di produzione
Il nuovo Centro di produzione di via Mirri, superati i limiti logistici della sede precedente, negli ultimi anni si è dotato, gradualmente, delle più moderne tecnologie che hanno consentito di realizzare progetti innovativi riferiti, in generale, al mondo dell’arte, ed in particolare al tema dell’accessibilità ai siti museali. Tra questi progetti si ricorda la collaborazione intrapresa con i Musei Vaticani che ha condotto al consolidamento dello specifico know-how nel settore della rappresentazione tattile e tridimensionale delle opere architettoniche.
Ricordiamo ancora, in proposito, la sottoscrizione del protocollo di intesa con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali che, naturalmente, ha aperto nuovi orizzonti all’attività della Federazione.
Tra i tanti progetti realizzati ricordiamo ancora la progettazione e la fornitura dei kit salvavita dati in dotazione a tutti gli aeromobili Alitalia e AirOne.
Sempre nell’ultimo periodo, è proseguita la realizzazione di nuove matrici in resina, più resistenti al termoform.
Ogni anno gli utenti interessati alla fornitura di materiale tiflodidattico sono circa 1.800. In parte le richieste vengono soddisfatte attraverso la modalità del bonus, in parte con l’acquisto.
A breve, il Centro,dovrà affrontare il problema del rinnovo del catalogo per renderlo più aderente alle mutate necessità.
I libri tattili
Dopo l’esperienza del progetto internazionale Tactus, la Federazione ha proseguito l’autonoma realizzazione di libri tattili dedicati alla prima infanzia che tanto interesse hanno suscitato tra le famiglie e tra gli editori specializzati. Da qui l’intervento dell’Associazione Enel Cuore che con un significativo finanziamento ha permesso la creazione di cinque libri tattili, distribuiti gratuitamente in mille copie per ciascun titolo alle nostre Istituzioni, alle ludoteche, Ai reparti pediatrici degli ospedali e alle più importanti biblioteche del Paese.
L’unanime attenzione rivolta ai libri tattili ha portato la Federazione a promuovere la mostra Di che colore è il vento, allestita a Roma presso la Casina di Raffaello. Al di là dell’interesse per i libri tattili, particolare successo hanno riscosso i laboratori organizzati per le tante scolaresche intervenute. Analogo successo è stato registrato a Reggio Emilia presso il Centro Malagutti ed a Bologna presso il Palazzo della Borsa.
Il positivo riscontro ottenuto dalla mostra Di che colore è il vento ha spinto Enel Cuore ad estendere la collaborazione con la Federazione sponsorizzando la mostra laboratorio A spasso con le dita che ha portato finora in dieci città italiane opere e libri ideati da diversi artisti ispirati dalle parole della solidarietà. Questa fase progettuale condotta con Enel Cuore si concluderà a Milano, con l’ultima tappa della mostra A spasso con le dita, indicativamente, nel prossimo mese di maggio e con la pubblicazione di un nuovo libro tattile intitolato Sette stella.
Nel settembre scorso, si è tenuta a Genova la seconda edizione del concorso Tocca a te che premiando ogni anno alcuni prototipi di libri tattili, permette alla Federazione di scegliere le migliori opere da pubblicare.
Nel concludere l’argomento, si evidenzia l’importanza per il nostro Ente di poter accedere quanto prima ai finanziamenti destinati all’editoria speciale che favorirebbe l’ulteriore sviluppo di questo settore.
Innovazione e Ricerca
Nell’ambito della Ricerca si è dato avvio al progetto Tiflopedia finalizzato alla raccolta su piattaforma, di dati, informazioni e contenuti sui servizi e sui saperi che costituiscono il patrimonio culturale dei non vedenti nel nostro Paese a partire proprio dai tesori custoditi dalle Istituzioni federate.
Tiflopedia non costituisce una mera raccolta documentale, ma nasce con l’obiettivo di coinvolgere i tiflologi, ancora in servizio e non, che sono da tempo testimoni attivi del progresso culturale e sociale dei cittadini con disabilità visiva.
L’innovazione in questo contesto potrebbe essere favorita dall’iscrizione della nostra Istituzione nel registro degli Enti di Ricerca presso il Ministero dell’Istruzione, in grado di offrire nuove opportunità anche sotto il profilo dei finanziamenti.
I temi del lavoro
In questo settore la Federazione e le Istituzioni federate dovranno supportare l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – sia a livello centrale che periferico -, affinché le prerogative previste dalle leggi 113/1985 e 68/1999 siano salvaguardate.
Vivendo oggi un periodo di grave crisi occupazionale, il nostro mondo, che deve pretendere la rigorosa applicazione delle norme previste per l’avviamento obbligatorio al lavoro, nel contempo è chiamato a promuovere azioni di crescita culturale volte a far superare i pregiudizi che il comparto imprenditoriale ancora nutre nei confronti delle persone con disabilità visiva.
In riferimento al mondo dell’impresa, le Istituzioni federate sono tenute a ricoprire due ruoli: il primo inerente il settore della formazione che, accanto all’organizzazione dei tradizionali corsi, deve recuperare i principi della legge Salvi e senza indugio programmare i corsi dedicati alle nuove professioni; l’altro, essendo le nostre Istituzioni vere e proprie Aziende, consistente nell’offrire ai nostri ragazzi appena diplomati o laureati mirati progetti di tirocinio che permetterebbero agli stessi di vantare, al momento della ricerca di lavoro, effettive e consolidate esperienze.
Mobilità ovvero libertà
Nel processo di formazione, inteso nella sua accezione più ampia, la mobilità nelle persone con disabilità visiva assume importanza vitale. Di fronte a una realtà che vede il nostro Paese fra quelli che hanno investito meno per il superamento delle barriere architettoniche, sia per mancanza di risorse finanziarie che per oggettivi limiti di intervento dovuti al rilievo storico ambientale dei nostri centri cittadini, la libera circolazione delle persone non vedenti e ipovedenti risulta particolarmente compromessa.
Alla luce di ciò, mentre appare evidente la necessità di continuare a sostenere con slancio le attività degli Enti interessati all’addestramento dei cani guida, come, ad esempio, il Centro Regionale Helen Keller di Messina, è determinante che tutte le nostre Istituzioni prevedano l’organizzazione di corsi di mobilità e orientamento non più a carattere occasionale, ma ordinamentale, inseriti cioè, in un contesto di servizio erogato con continuità.
La Federazione dovrà altresì offrire pieno sostegno all’Unione nel promuovere progetti tecnologicamente avanzati, testandone l’affidabilità, miranti alla migliore mobilità dei ciechi.
Progetti che abbiano la caratteristica dell’innovazione insieme a quella della reale applicabilità, vagliate appunto da organismi che, grazie alla riconosciuta autorevolezza e competenza, siano in grado di valutarne la concretezza e fattibilità.
Politiche di prevenzione
Considerato il ruolo rilevante delle politiche a sostegno della prevenzione della disabilità visiva, in questi anni la Federazione ha sempre condiviso pienamente le campagne di divulgazione e sensibilizzazione condotte dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, in accordo con il Ministero della Salute. Tale specifica collaborazione dovrà ulteriormente essere sviluppata anche attraverso la valorizzazione dei numerosi contatti che la Federazione ha instaurato nel corso degli anni con gli Istituti scolastici di tutto il Paese.
Plurihandicap
L’eco dell’ultimo convegno organizzato ad Assisi su questa realtà è ancora vivissima, segno di una situazione che diventa ogni giorno più grave e che un’ Istituzione come la nostra non può assolutamente sottovalutare. Le conseguenze della crisi economica incidono pesantemente soprattutto su questo settore che da una parte registra un rallentamento nell’erogazione dei servizi e dall’altra annota un costante aumento del numero di bambini interessati da pluridisabilità. Al di là dei vari gradi di disabilità, è indispensabile, per definire una corretta metodologia di intervento, tenere presenti le più recenti informazioni provenienti dal mondo della medicina prenatale e pediatrica che segnalano l’incremento delle nascite pretermine che associano molto spesso condizioni di pluridisabilità.
Definitivamente superato l’orientamento di rispondere a questo bisogno solo attraverso l’azione di pochi centri specializzati, la nostra Federazione deve promuovere la prioritaria creazione di specifici servizi di prossimità in grado di non allontanare, per quanto possibile, i ragazzi dalle loro famiglie. Per raggiungere questo obiettivo il ruolo delle nostre Istituzioni risulta strategico per la possibilità di costituire una rete che si avvalga delle esperienze e delle professionalità maturate presso realtà già specializzate come quelle, ad esempio, dell’Istituto “Serafico” di Assisi, l’Istituto “Rittmeyer” di Trieste e l’Istituto “David Chiossone” di Genova.
Nel rispetto dei ruoli, superando miopi pregiudizi e campanilismi, per questa finalità potrebbe essere strategico istituire rapporti formali anche con la Lega del Filo d’oro.
Il Centro polifunzionale di alta specializzazione
Trascorsi otto anni dall’erogazione da parte del Ministero dell’Interno del primo finanziamento per il Centro polifunzionale di alta specializzazione, previsto dalla legge 28/12/2005, n. 278, è ormai tempo di pervenire ad una chiara definizione.
A tal proposito è doveroso ribadire che questa Federazione in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 1 comma 3, della norma sopracitata ha sempre puntualmente rendicontato al Ministero competente circa la corretta gestione della pratica.
Al di là delle responsabilità circa i ritardi, ascrivibili al Comune di Roma e alla Regione Lazio, che più volte hanno garantito per iscritto, al Presidente Nazionale dell’Unione, Tommaso Daniele, la rapida soluzione del problema riferito, ricordiamolo, alla disponibilità del terreno, oggi nuove norme inserite nelle varie leggi di stabilità impongono decisioni in tempi brevissimi.
Le scelte fin qui assunte sono state prese sempre in perfetta sintonia con la Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Governare il presente significa, oggi, avviare una rapida interlocuzione con il Ministero dell’Interno, sempre particolarmente collaborativo, affinché la risorsa dei 5.000.000 di euro, tanto preziosa soprattutto in questi momenti di grave crisi, possa comunque essere impegnata a favore dei cittadini ciechi e ipovedenti.
Anziani
Il convegno Occhio della mente, tenuto a Genova negli anni scorsi, ha conferito il giusto rilievo alle prestazioni specialistiche erogate da tante Istituzioni federate in favore dei cittadini anziani con disabilità visiva. Nell’occasione, geriatri, oculisti e sociologi hanno evidenziato quanto il problema degli anziani portatori di handicap visivo non sia limitato al numero di persone entro il quale abitualmente identifichiamo la cecità, ma, a seguito dell’innalzamento dell’aspettativa di vita, molto più ampio, tanto da dover predisporre servizi specialistici anche nelle RSA non dedicate.
Nella circostanza, i responsabili delle nostre RSA, al di là delle dimensioni, hanno messo a punto un prontuario di buone prassi poi adottato dal Ministero della Salute.
Questo importante risultato deve indurre la Federazione a riproporre la problematica degli anziani nel futuro, facendo tesoro delle diverse esperienze maturate dalle Istituzioni federate.
Il ripensamento da parte del Governo intorno alla questione del Titolo V – che potrebbe riportare, almeno parzialmente, a livello centrale le competenze del comparto socio-assistenziale, oggi delegate alle Regioni – vedrebbe accresciuto il ruolo della nostra Associazione anche in questo settore, poiché essa potrebbe costituire lo strumento attraverso il quale si andrebbe a richiedere al Ministero della Salute l’applicazione di parametri omogenei nella definizione delle abilità residue utile per il corretto riconoscimento economico della quota sanitaria.
Il nuovo Statuto
A seguito del definitivo pronunciamento nel merito dello stato giuridico della Federazione da parte del Ministero dell’Istruzione, nel luglio scorso, in occasione dell’Assemblea Federale tenutasi a Trieste, si è approvato il nuovo Statuto che ha sancito la natura privatistica della nostra Istituzione. Dopo l’espletamento delle pratiche notarili, nel mese di settembre si è provveduto ad informare l’Agenzia delle Entrate di Roma, che ne ha preso atto, circa l’adozione del nuovo Statuto contenente le norme necessarie all’iscrizione nel registro delle Onlus.
Successivamente si è intrapreso l’iter presso la Prefettura di Roma finalizzato alla iscrizione della Federazione nel registro delle persone giuridiche. Nel febbraio scorso la Prefettura ha chiesto di integrare lo Statuto con le norme previste dall’art. 20 del codice civile in materia di quorum nel caso di assemblee straordinarie. Il Consiglio di Amministrazione in forza della delega conferita nel corso dell’ultima Assemblea ha provveduto, con specifica delibera, ad apportare allo Statuto la modifica richiesta, provvedimento che questa Assemblea oggi è chiamata a ratificare.
Uno sguardo al futuro
Supportata da una grande idealità che trova sintesi nell’azione quotidiana delle Istituzioni federate impegnate ogni giorno con coraggio nel superamento di piccole e grandi difficoltà che spesso ne minano persino l’esistenza, la Federazione deve superare il momento contingente per essere da traino a tutto il settore affinché, attraverso lungimiranti azioni di rete, anche improntate alla solidarietà, ciascuna realtà ritrovi la consapevolezza del proprio ruolo nel superiore interesse dei ciechi e degli ipovedenti i quali, nel faticoso cammino verso l’inclusione possibile, devono percepire le nostre Istituzioni come imprescindibili strumenti di promozione culturale e di riscatto.
Per raggiungere questo obiettivo la Federazione dovrà affrontare con decisione il rinnovamento della propria organizzazione, definendo altresì le questioni di carattere logistico – come ad esempio l’accorpamento delle sedi romane mediante l’acquisto di un unico immobile in grado di ospitare gli uffici, il Centro di Produzione ed una piccola foresteria – ispirandosi a criteri di efficienza-efficacia e mirando alla ottimizzazione delle risorse esistenti e alla ricerca di nuove fonti di finanziamento. In particolare, riguardo i contributi economici, oltre alla salvaguardia di quelli pubblici previsti, sarà opportuno, seguendo l’esempio di alcune Istituzioni federate come quella dell’Istituto “Rittmeyer” di Trieste, porre grande attenzione ai fondi comunitari, sviluppando accordi finalizzati con Istituzioni europee del settore.
Ovviamente, poiché i progetti europei riguarderanno servizi, per la loro realizzazione il ruolo delle Istituzioni federate sarà strategico.
Analogamente, tenendo presente la felice esperienza condotta con l’Associazione Enel Cuore, sarà necessario rivolgere attenzione ai possibili finanziamenti di natura privata sviluppando opportune politiche fundraising.
Carissimi, abbiamo cercato di tradurre in questa breve relazione quattro anni di fervente attività, aprendo una finestra sull’immediato futuro, certi che gli obiettivi prefissati non rientrano nel libro dei sogni, ma siano conquiste alla portata della nostra Federazione che, recuperando autonomia politica e capacità progettuale, sarà in grado di rafforzare l’immagine positiva conquistata in tanti anni di attività. Il contributo del lavoro di tutti potrà farci raggiungere la meta.
In conclusione, mentre ci apprestiamo a chiedere il vostro giudizio riteniamo doveroso ringraziare tutti i collaboratori della Federazione e assicurandovi che qui c’è stato l’impegno di tutti e se in qualcosa abbiamo mancato, così come diceva il poeta, “certo non s’è fatto apposta”.